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Benevento, 01-02-2015 20:56 ____
Un vero e proprio spettacolo bilingue, con una originale particolarità: L'accessibilità sia a sordi che agli udenti
Questo grazie alla compresenza della Lis, la lungua dei segni e dell'italiano parlato. Al Teatro "Massimo" è andato in scena "Oltre gli occhi" curato da Dario Pasquarella e Silvia Liberati
di Debora Maiale
  

"La Lingua dei segni italiana è una lingua a tutti gli effetti, per noi sordi lo è sempre stata.
Ha le stesse caratteristiche della vostra lingua, possiede anch'essa le proprie varietà regionali ed è strumento di comunicazione e diffusione delle nostre arti, come lo è anche delle vostre.
Chi ha reticenze in merito, non ci considera persone.
La Lis è una lingua, con la propria dignità: non mi serve sapere se gli altri approvino o meno, perché noi l'abbiamo vissuta".
Poco prima della messa in scena di "Oltre gli occhi", spettacolo basato su una drammaturgia sorda-Lis ideata da Dario Pasquarella e scritto da Silvia Liberati, sono state lette, questo pomeriggio al Teatro Massimo, le parole di Concetta Grazioso, portavoce di un messaggio che appartiene ad una collettività intera.
Un vero e proprio spettacolo bilingue, con una originale particolarità: l'accessibilità sia ai sordi che agli udenti, grazie alla compresenza della Lis e dell'italiano parlato.
Diretto dal regista Dario Pasquarella, originario di Sant'Agata dei Goti e realizzato dalla Compagnia "Laboratorio Zero" di Roma, un gruppo di attori sordi ed udenti perfettamente integrati tra loro, l'evento è stato promosso dalla Cooperativa Sociale Immaginaria e ha voluto riproporre gli orrori e i crimini perpetuati dal nazismo.
Due amiche, Laura e Anna, si ritrovano sotto un vecchio lampione e, su una panchina verde, ripercorrono i loro dolorosi ricordi, popolati da fantasmi e drammatici episodi; raccontano storie di persone che non hanno voglia di diventare dei numeri.
"Ieri, un tempo lontano, un'ingiustizia condannata, vite spezzate, morti, pianti, lamenti urlati al vento…
Oggi, sotto l'arte della buona parola, ingiustizie nascoste.
Ieri, come oggi".
La voce narrante di Anna, giovane attrice bravissima, ha garantito la riuscita comunicativa dello spettacolo traducendo da Lis a italiano ed apportando un ruolo significativo, di fatto, alla parte gestuale e mimica di ognuno degli attori.
"Io e i miei attori, udenti e sordi - ha spiegato in Lis Dario Pasquarella - stiamo lavorando affinché questo spettacolo, che vuole favorire l'integrazione sociale della Lis, faccia il giro del mondo".
La Cooperativa Sociale Immaginaria utilizza l'arte come strumento d'integrazione e continua a promuovere la creazione di spazi e contesti in cui le persone possano imparare a conoscersi ed integrarsi.
A questo fine, da marzo, presso l'ex scuola elementare di Motta nel Comune di Sant'Angelo a Cupolo, verrà avviato il progetto volto alla promozione della cultura sorda, con l’organizzazione di laboratori di teatro, cinema e fotografia sulla Lis.
"L'impegno è grande, ma noi andiamo piano piano", hanno detto Ilaria e Claudio, tra i promotori dell'evento insieme ad Antonella Scorzeto, Giampaolo Viceré, Laura Racchi, Alessia Lamarra, Francesca Mastrovito e tanti altri.
Non possiamo che complimentarci, quindi, con tutti coloro che hanno collaborato e collaborano affinché la Lis venga considerata una vera e propria lingua.
Come si è detto, l'integrazione è alla base della società.
Sinceri applausi silenziosi, dunque, con mani in alto vibranti, per tutti voi.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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