L'INTERVISTA DELLA DOMENICA: Gianvito Bello, uno degli uomini più affermati della città ed anche uno dei più corteggiati dal pubblico femminile
Colto ed intelligente, è anche uno sportivo provetto ed un uomo dai mille interessi. Il suo profondo ricordo dell'infanzia è lo strettissimo legame che aveva con suo nonno Vito
di Erica Di Santo
E' Gianvito Bello l'ospite de "L'Intervista della Domenica" di questa settimana.
Ingegnere di professione, volto noto sia in città che in provincia (anche per il suo attivo impegno in politica), Bello, tra l'altro, è anche uno specialista del settore delle energie alternative (ed, infatti, è spesso in giro per il mondo per partecipare ad importanti convegni in qualità di massimo esperto della materia).
E' uno degli uomini più affermati della città ed anche uno dei più corteggiati dal pubblico femminile per la sua avvenenza (abbronzatura perenne, fisico palestrato e look classy-chic).
Colto ed intelligente, è anche uno sportivo provetto ed un uomo dai mille interessi. Quali?
Scopriteli insieme a noi! Buona lettura a tutti!
Ingegnere Bello, partiamo dalle presentazioni: quando e dove è nato? E, poi, ci parli pure della sua famiglia. Sono nato il 12 aprile del 1960, qui a Benevento, da papà Enzo e da mamma Maria Luisa Eliantonio (nella foto d'apertura è il 1965 nella Villa Comunale).
Ho un fratello, Pierluigi ed una sorella, Maria Bruna, rispettivamente più piccoli di me di 8 e 4 anni.
Dove abitava quand'era piccolo?
Beh, ho trascorso l'infanzia al quartiere Ferrovia e, per la precisione, abitavo lungo il viale Principe di Napoli, dove mio nonno materno, appena trasferitosi da Morcone, acquistò un palazzo (dove tuttora vivono i miei genitori) ed aprì una ditta di ceramiche, arredo bagni e materiali edili.
Io, invece, sono nato qui, in questa casa, dove ora c'è il mio studio (in via De Blasio), e che però, all'epoca, era abitata dai miei genitori. In tutti i modi, dopo pochi anni, ci trasferimmo, come ho accennato prima, anche noi al Rione Ferrovia: Il "mio rione", dove sono rimasto fino a quando mi sono sposato.
Il suo primo ricordo d'infanzia, invece, qual è? E' relativo al mio strettissimo legame con mio nonno paterno: Vito, del quale porto lo stesso nome, che faceva il ferroviere ed era capostazione a Solopaca.
Ebbene, un giorno, nonno e papà mi fecero una grandissima sorpresa: Mi regalarono un lunghissimo trenino elettrico, così grande da occupare un'intera stanza (alcuni pezzi li conservo ancora... anche se sono tutti sgangherati)!
Fu una gioia incredibile, ritornare a casa, aprire la porta della mia stanzetta e vedere quel treno speciale, che era tutto per me e che si muoveva! Che bella cosa fu!
Ed, invece, del legame con i suoi fratelli più piccoli cosa rammenta? Con loro ho sempre avuto un rapporto molto, molto bello; lo stesso che ho avuto anche con i miei cugini paterni con i quali ci portiamo solo un anno di età di differenza.
Invece, i ricordi più belli sono quelli relativi alle crociere che facevo insieme ai miei fratelli in compagnia dei miei nonni. Infatti, mentre i nostri genitori lavoravano, noi andavamo in vacanza con loro e abbiamo girato quasi tutto il mondo: Crociere in Spagna, in Grecia...; ci portavano alle terme a Chianciano e a Montecatini... Anni stupendi!
Quindi i suoi nonni sono stati molto presenti nella sua vita? Certamente e devo aggiungere che, in special modo, con mio nonno Vito del quale conservo un ricordo che mi porto nel cuore e che è molto, molto tenero.
Ce lo racconta? Sì. Mio nonno non guidava, ma aveva un autista che, però, il sabato e la domenica non stava a servizio.
Quindi, ogni sabato sera, mio nonno chiamava un taxi, l'unico taxi che allora c'era a Benevento ed insieme, io e lui (all'epoca avevo 8 anni) andavamo a mangiarci una pizza ed il filetto di carne alla Taverna di Orazio.
E' una cosa che abbiamo fatto per tanti, tantissimi anni, tutti ma proprio tutti i sabato.
Ha detto prima che anche suo padre era ed è tutt'oggi un ingegnere.
Ebbene, quali insegnamenti professionali le ha tramandato? Papà è una persona molto retta e rispettosa delle regole.
Pensi che, negli ultimi 20 anni, ha volontariamente deciso di non frequentare più gli uffici pubblici in qualità di ingegnere, in quanto non riusciva più a "capire" come mai era cambiato così tutto in peggio.
Poi, con il passare del tempo, si è adeguato alle novità : naviga su internet, ha un tablet eccetera, ma rimane una persona "vecchio stampo" e non si trova assolutamente con l'evoluzione negativa che ha assunto la pubblica amministrazione da ormai tanti anni a questa parte.
In tutti i modi, lo ringrazio per avermi trasmesso la passione sconfinata per questo lavoro.
A seguire immaginiamo che sia arrivato anche il matrimonio o sbagliamo? Sì, io e mia moglie (la signora Giuliana Giuliano, di professione magistrato) ci siamo sposati giovanissimi, a soli 25 anni, appena finita l'Università .
Dove vi siete conosciuti con la sua bella, elegante e raffinata dolce metà ? Tra i banchi di scuola, al Liceo Classico "Pietro Giannone" di Benevento. Io ero nella sezione A e lei nella sezione B.
E, com'è nato questo amore? E' stato più lei o più sua moglie a "palesare il sentimento"? Eh, devo dire che è stata più lei... che io.
E chi fa fatto il "primo passo"? Sicuramente io; del resto, all'epoca spettava sempre all'uomo "muoversi per primo".
Oggi, invece, così come mi dicono i miei figli, lo fanno anche le donne che, per certi aspetti, sono diventate più "aggressive" ed intraprendenti.
A quei tempi, invece, noi maschietti dovevamo "sudare"!
Quanti figli ha? Tre: Maria Luisa (ingegnere) di 27 anni; Enzo Maria (laureato all'Ied di Roma in Sound Design ed ora studente di Ingegneria Elettronica) di 24 anni e Stefano Maria di 16 anni.
Com'è l'ingegner Bello nelle vesti di padre e che rapporto ha con i suoi figli? Ho un rapporto ottimo.
Anche se devo confessare che con Stefano Maria, il mio terzo figlio, c'è un legame un po' diverso, in quanto, alla sua nascita, io avevo già quasi 40 anni ed avvertivo la necessità di lavorare di meno e di trascorrere più tempo con i figli, in special modo, con lui che era appena nato.
In quel periodo, come ancora oggi d'altronde, uscivo di casa la mattina alle 7.00 e ritornavo la sera alle 21.00.
Così, appena nacque Stefano Maria, ho fatto di tutto per sottrarre tempo al lavoro e "vivere" più con mio figlio e, appena potevo scappavo da lui, lo facevo ben volentieri.
A proposito del suo lavoro, dal giorno della sua laurea ad oggi sono passati 30 anni, come si è evoluta la professione dell'ingegnere con il passar del tempo?
E' cambiata tantissimo!
Prima si facevano i disegni con strumenti manuali; oggi, invece, si fa quasi tutto al computer!
Allora, le professioni di ingegno erano quasi come quelle dell'artigiano.
Invece, da qualche anno a questa parte, i professionisti di questo settore assomigliano sempre più a degli imprenditori.
Poi, c'è più concorrenza, si lavora in equipe con gli architetti, con gli specialisti dell'impiantistica, dell'energia eccetera.
In pratica, il nostro lavoro è stato completamente stravolto!
Diciamo pure che l'ingegnere assomiglia sempre più ad un ottimo manager.
Nella sua lunga carriera, qual è il progetto che le sta più a cuore e che le ha dato maggiore soddisfazione?
Quello a cui tengo di più è la casa dove tuttora abito con la mia famiglia, in località San Cumano.
Appena laureato, papà mi regalò quel terreno ed io insieme a lui, prima di sposarmi, iniziai a lavorare al progetto della casa. L'ho costruita passo dopo passo.
Anche per questo motivo ci tengo molto.
E, poi, ci sono anche tantissimi altri progetti, anche se la maggior parte si riferisce al recupero di diversi centri storici.
Tipo?
In città , per esempio, ho lavorato per il recupero di diversi comparti del quartiere Triggio, curando, in prima persona, diverse ristrutturazioni.
In Campania, invece, ho seguito numerosi progetti di recupero di centri storici importanti come quelli di Montesarchio, San Lorenzello, Mondragone, Capua eccetera.
Se si tiene conto che mi riferisco a lavori di 20 anni fa, si capisce bene che quelli furono pure i primi esempi di progettazione in equipe con l'ausilio della Sovrintendenza, di specialisti in arredo urbano, architetti, progettisti e così via.Â
Anni di grandi sperimentazioni.
In seguito, insieme al mio amico, Marco Di Lello ed anche grazie alla sua Legge regionale numero 26 (del 18 ottobre 2002) su: "Norme ed incentivi per la valorizzazione dei centri storici della Campania e per la catalogazione dei Beni Ambientali di qualità paesistica", abbiamo dato vita ai primi programmi integrati per il recupero del pubblico e del privato.
Poi, per colpa della crisi, si è avuto un rallentamento fortissimo ma, fortunatamente, negli ultimi anni stanno ripartendo molti lavori per il recupero urbanistico delle città , per farle diventare sempre più delle "Smart City", trasformandole a misura d'uomo ed anche più efficienti dal punto di vista energetico, in modo che riescano a produrre da sole energie da fonti rinnovabili, dotandosi di abitazioni con l'istallazione di doppi o tripli vetri, migliorandone l'isolamento, sostituendo le caldaie con modelli più efficienti, con la realizzazione di un cappotto termico, interventi di coibentazione eccetera.
In effetti, questo è un settore al quale mi sono dedicato moltissimo negli ultimi anni.
E, per "recuperare" il centro storico di Benevento, cosa farebbe? Per prima cosa, metterei in atto delle agevolazioni per tutti i privati che sono intenzionati a recuperare gli edifici del centro, per esempio, sgravandoli di tasse per un tot di anni; poi, ci dovrebbero essere dei protocolli di intesa con le banche per aiutare i cittadini ad accedere ai mutui atti a ristrutturare gli edifici e tante altre cose simili.
Ed, ancora: si dovrebbero mettere in atto dei meccanismi finanziari per far ritornare a vivere gli abitanti nel centro storico ed, infine, per la attività commerciali farei in modo che anch'esse ricevessero delle agevolazioni fiscali, come per l'occupazione del suolo pubblico.
Mi permetto pure di dire che dobbiamo essere bravi ad intercettare gli ultimi finanziamenti pubblici dei Fondi europei 2014-2020 per il recupero delle strutture edilizie che, per noi, rappresentano anche l'ultima occasione che abbiamo per recuperare quello che c'è senza costruire e senza cementare altro.
Il suo "occhio clinico" di ingegnere cosa boccia della nostra città ? Diciamo pure che avrei concentrato maggiori soldi del progetto "Piu Europa" anche nel centro storico.
In pratica, la sua intera gioventù, dall'adolescenza inoltrata ai primi anni della maturità li ha condivisi con la politica. Ma, vorremmo soffermarci sui primi anni di militanza, cosa ricorda di quel periodo? Sicuramente le tante riunioni insieme ad un gruppo di amici del liceo, tra i quali: Luigi Perifano e Raffaele Tibaldi. All'epoca i nostri genitori erano tutti impegnati in politica e noi tre seguivamo le stesse "orme" dei nostri padri. Seppur molto piccoli, poco più che quindicenni, ci riunivamo nei bar, nelle piazze... fin quando fu aperta la sede del partito a Palazzo Roscio (di fronte la Prefettura).
In quel periodo era molto strano che un gruppo di ragazzi così giovani si impegnasse in politica, schierandosi con un partito un po' "tradizionale"; infatti, andava "di moda" essere o di estrema destra o di estrema sinistra.
Ed, in mezzo, c'eravamo noi...
L'amore per la politica continua a tenerlo impegnato fino ad epoca più recente, in varie campagne elettorali.
Ha anche ricoperto varie ed importanti cariche istituzionali. Le ripercorriamo tutto insieme, che ne dice? Certo! Allora, partiamo pure con il dire che ho militato nel Partito Socialista fino al 1994, ovvero l'anno in cui si scisse in Forza Italia con Silvio Berlusconi da una parte e nello Sdi con Enrico Boselli dall'altra.
Seguii proprio quest'ultimo e, ne frattempo, nel 1995, arrivò la mia candidatura al Consiglio Regionale, nel listino collegato al candidato presidente Giovanni Vacca.
Successivamente, nel 2010, fui candidato nel partito dell'Api di Francesco Rutelli e in quell'occasione ottenni la percentuale più alta in Campania con quasi il 10% dei consensi!
Poi, sono passato nel Centro Democratico ed infine dallo scorso gennaio nel Nuovo Centro Destra.
In tutto questo lunghissimo lasso di tempo, sono arrivati innumerevoli incarichi di prestigio.
Ce li ricorda? Solo quelli più importanti, ovviamente! Ok. Cito la nomina a presidente del Parco Regionale del Partenio (che comprende diversi Comuni del Sannio e dell'Irpinia) che ho ricoperto dal 2003 al 2008.
Aggiungo che, in quell'occasione, maturai una notevole esperienza nel settore ambientale.
Nel 2005 assunsi la carica di coordinatore provinciale del Progetto Integrato Territoriale Regio Tratturo della Provincia di Benevento, gestito tra la Provincia di Benevento e 22 Comuni del Sannio.
Dal 2006 sono stato consigliere del sottosegretario di Stato alle Infrastrutture, Tommaso Casillo, per la legislatura del governo Prodi e, nel 2008, fui nominato assessore alla Provincia di Benevento con delega all'Energia, Trasporti Pubblici, Protezione Civile, Sicurezza e Polizia Provinciale.
Il 19 marzo 2009, con la Delibera di Giunta Provinciale numero 223, venni designato componente dell’Assemblea Generale dell'Upi e nominato presidente del Patto sottoscritto tra i presidenti delle Province Italiane delle Regioni del Mezzogiorno in materia di sviluppo energetico sostenibile dei territori di cui fanno parte tutte le 42 Province delle Regioni del Mezzogiorno.
Attualmente ricopro la carica di coordinatore provinciale del Nuovo Centro Destra.Â
Un curriculum politico davvero invidiabile! Però, a questo punto, ci vorremmo soffermare su un momento particolare e che, all'epoca dei fatti, suscitò non poco scalpore mediatico.
Come ha appena accennato lei, nel 2008, fu nominato assessore alla Provincia di Benevento con delega all'Energia, Trasporti Pubblici, Protezione Civile, Sicurezza e Polizia Provinciale.
Un incarico che ha brillantemente ricoperto per tanti anni.
Poi, solo due mesi prima della scadenza del mandato, nel febbraio del 2013, fu esonerato e "defenestrato" dalla Rocca dei Rettori.
A posteriori, ripensandoci adesso, le fa ancora male quello che accadde allora? Sicuramente.
E' stato un episodio che ha lasciato un po' di amarezza sia in me che nel mio gruppo, infatti credevamo tutti in un determinato progetto politico.
E' ovvio che cose simili in politica possano capitare ma fu del tutto ingiustificato quello che subimmo all'epoca. Evidentemente, tutte le iniziative prodotte avranno urtato la suscettibilità del partito più forte della coalizione.
Con il mio staff lavorammo in maniera visibile e concreta.
Molto probabilmente iniziammo ad occupare "troppo spazio"... Altre spiegazioni di carattere politico non c'erano.Â
Tra i tanti progetti portati avanti e realizzati, quali ricorda con più fierezza e soddisfazione? Sicuramente quello del "Bike Sharing" che ha visto la città di Benevento attestarsi come primo comune della Campania a dotarsi di biciclette elettriche messe a disposizione dei propri cittadini ed anche per i turisti, ovviamente. Oggi, a chi viene da fuori, Benevento appare come una città più vivibile e come un capoluogo che crede nel futuro e nelle innovazioni.
Sta acquisendo i connotati di una città europea.
Poi, sono legato moltissimo anche ad un altro progetto: Quello dell'efficientamento energetico che, in quel periodo, vide la Provincia e la città di Benevento capofila di un sistema territoriale che diede risultati davvero molto, molto concreti in questo settore.
E, poi, non c'è dubbio che sono anche molto fiero del Patto dei Sindaci, nato per dare alle amministrazioni locali l’opportunità di impegnarsi concretamente nella lotta al cambiamento climatico attraverso interventi concreti che influiscono direttamente sulla qualità della vita dei cittadini.
Tra gli atti principali del Patto dei Sindaci, ricordo il Paes, ovvero, il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile: un documento che descrive una serie di progetti e azioni pratiche (insieme ai tempi di attuazione e alle responsabilità dei soggetti coinvolti) che il Comune metterà in atto, in collaborazione con Egea per raggiungere e superare l’obiettivo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020.Â
Speriamo che tutto ciò avvenga! Intanto, sempre parlando ad "ampio spettro", nel suo "futuro politico" cosa vede?
Poichè la politica è sempre stata la mia più grande passione, la farò finchè posso! Questo è più che certo!Â
E alla poltrona di Sindaco ha mai fatto un pensierino? Sarebbe una cosa bellissima diventare il primo cittadino di questa città che amo e per la quale ho già dimostrato di poter e di aver già fatto tante cose buone ed anche belle sia in qualità di consigliere comunale che di assessore provinciale, soprattutto per migliorare la vivibilità di questa città .Â
Quali sono i progetti messi in campo che l'hanno soddisfatta di più? Ce ne sono tanti ma, con piacere, ricordo il periodo che va dal 2003 al 2008, durante il quale ho ricoperto l'incarico di Presidente dell'Agenzia dei Beni Culturali Art Sannio Campania.
Sempre in quegli anni, nacque il Museo di Arte Contemporanea Arcos di Benevento; poi, con il critico d'arte Danilo Eccher mettemmo a sistema l'intera rete museale sannita e la proiettammo in una dimensione internazionale; demmo pure vita al Trenino dell'Arte che girava per la città accompagnando i turisti a scoprire le meraviglie del nostro capoluogo.
Ed, ancora: ideammo diversi eventi di rilevanza nazionale al Musa ed al Teatro Romano; creammo diversi progetti con l'ausilio della regione Campania; realizzammo dei totem informativi negli alberghi e nelle strutture ricettive dell'intera provincia...
Insomma, il filone creativo dell'epoca fu abbastanza "vivo" e produttivo.
Furono anni davvero bellissimi, durante i quali catalizzammo più di 20 milioni di euro di investimenti spesi a beneficio dei nostri Beni Culturali e portammo la nostra città ad entrare in un circuito di crescita e visibilità internazionale nel settore dell'arte.
Oltre all'amore per la politica, ha altre passioni?
Come no?! Prima di tutto c'è l'amore sconfinato per i cani che è davvero una passione fortissima nata, addirittura, quando avevo 17 anni e che è perdurata nel tempo.
Anzi, non tutti sanno che, tra le altre cose, sono pure un allevatore di cani e possiedo degli esemplari rarissimi ed anche dei campioni italiani con i quali ho vinto diversi concorsi internazionali.
Poi, a questo proposito, c'è anche un aneddoto molto simpatico. Se vuole glielo racconto.Â
Sentiamolo pure!
A 18 anni, contro il parere di mia madre, portai in casa il mio primo cane di razza Schnauzer (la mia preferita).
Era una femmina che, in seguito, feci accoppiare e che diede alla luce ben 8 cuccioli.
Ebbene, un giorno uscii per andare ad un comizio elettorale e quando tornai, vidi che gli 8 cuccioli avevano completamente distrutto la cucina nuova, appena comprata dai miei genitori! Non si capiva niente!
Ovviamente, mia madre si arrabbiò tantissimo!Â
Ci scusi ma, a quel punto, sua madre cosa fece? Cacciò lei o i suoi cani fuori di casa? Noooo, non cacciò nessuno. Si rassegnò "solamente"! (E ride!).Â
Oggi, invece, quanti cani ha? Possiedo diversi campioni italiani (con uno ho vinto il "Best in Show" in Svizzera) e, a differenza del passato, quando ne avevo tantissimi, oggi ne ho solo 3: sempre Schnauzer, ma nani.
Invece, una cosa la posso affermare di sicuro: quando sarò più "anziano", mi dedicherò completamente a questa passione.Â
Lei è un bell'uomo. Sua moglie è gelosa di lei? (Sorridendo...) Sì... sì, lo è. Anche se dice che non è vero.Â
E fa bene o non fa bene ad esserlo? Beh... bisogna sempre preoccuparsi nella vita! (Ride nuovamente!)
Allora, quest'altra domanda che le facciamo è d'obbligo: le è mai capitato, anche per il "potere" rivestito grazie alla sua prestigiosa carriera sia professionale che politica, di ricevere qualche avance un po' troppo esplicita da parte di una donna? Eh!!! Come no?!
Sì, ma non sarà stato sempre un "santarellino"! Suvvia, ci elenchi i suoi difetti. Nessuno è perfetto! E' vero ed, infatti, confesso di essere un po' accentratore. Purtroppo, delego poco agli altri.
Devo avere tutto sotto controllo. Soffro di una sorta di eccesso di perfezionismo.
E, poi, sono anche un po' impulsivo, cosa che ho lenito negli anni, grazie alla politica.Â
Ora, cambiamo letteralmente tono e tocchiamo un argomento un po' più intimo e delicato.
Durante la sua vita e, nello specifico, lo scorso anno, ha attraversato un momento negativo, abbastanza triste. Come lo ha superato? Sicuramente, tra i miei pregi, ce n'è uno a cui devo molto ed è il coraggio che mi ha sempre dato la forza di andare e guardare avanti.
Purtroppo, quando certe cose ed episodi ti prendono in maniera così forte e ti segnano profondamente, la forza la devi prendere non solo da te stesso, ma anche dalle energie che hai attorno: Grazie all'aiuto della famiglia, della professione, degli amici... Lo ripeto: è solo grazie al coraggio che riesco ancora a guardare al futuro.Â
Auguriamo all'ingegner Bello di essere sempre coraggioso in tutte le scelte della sua vita! Ad maiora!
E con voi, cari lettori, l'appuntamento è per la settimana prossima!
             1972. Classica foto con i compagni di scuola                                         Anni Ottanta. I primi passi nel Psi
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                          1984. La seduta di laurea                                          1995. Le elezioni regionali con Antonio Bassolino
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             2010. Elezioni regionali con Francesco Rutelli                                            2010 Il Patto dei Sindaci
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                         2010. Open Days a Bruxelles                                         2011. Energy Med con Rosa Russo Jervolino
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                         2011. Monaco. Fiera dell'Energia                            2012. Inaugurazione Energy Med con Luigi De Magistris
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                                                                 2014. Erica Di Santo intervista Gianvito Bello
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                              1964. Estate a Terracina                         1965. Gianvito Bello in Villa Comunale
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                          1980. Esposizione Internazionale a Berna                    1999. Natale in famiglia
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comunicato n.74352
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