Se vince Bersani è la crisi del Pd in quanto si verificherà una accentuata sterzata a sinistra per recuperare frange e rappresentanze del radicalismo e lasciare sempre più spazio alle aspirazioni espansionistiche dell’UDC. Disegni entrambi funesti questi per la Democrazia in Italia: da una parte la spinta socialdemocratica del Pd – tale esperienza politica non porta frutto in Italia e in Europa – e dall’altra l’inutile pretesa di costituire il grande Centro. Il Pd deve diventare esso una grande aggregazione al Centro, l’architrave della politica riformistica, l’alternativa politica che può prendere voti nell’ampia area moderata che chiede di essere governata e uscire fuori dagli addormentamenti improduttivi di Berlusconi. Solo Franceschini potrebbe sortire risultati di rafforzamento del Partito nello spazio sopradetto. Bersani potrebbe dare un senso a questa storia: cioè di fine anticipata del partito vero che si vuole contrapporre al PDL. Le primarie se non saranno teleguidate potranno assegnare a chi ha un progetto chiaro l’elezione a segretario del Partito Democratico.
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