Benevento, 17-07-2013 13:44
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E' l'ultimo concerto che l'Accademia Santa Sofia fa in onore del suo direttore artistico, Carlotta Nobile, di cui si sono celebrati i funerali
Nostro servizio
"Questo è l'ultimo concerto che l'Accademia di Santa Sofia fa in suo onore.
Abbiamo versato già troppe lacrime. Basta. Carlotta è viva".
Don Mario De Santis, rettore della Basilica di San Bartolomeo, visibilmente scosso, come ha lui stesso ammesso durante l'omelia, per la scomparsa prematura della 24enne violinista e direttore artistico dell'Accademia, Carlotta Nobile, ha illustrato, con queste parole, l'affetto che tanti hanno provato per questa brillante figlia di Benevento nel concelebrare la funzione religiosa nella gremita chiesa, che non ha potuto raccogliere tutti coloro che erano venuti ad assistere al rito funebre.
Carlotta, protagonista, nonostante la giovane età , della vita artistica e musicale cittadina, anche grazie all'Accademia, è stata portata via troppo presto e don Mario, che la conosceva bene, ha dichiarato all'inizio della sua omelia di non essere sicuro di poterla concludere la sua predica tanto forte era la sua commozione.
Commozione condivisa da tanta gente e del resto la famiglia Nobile ha un rapporto speciale con la Basilica perché una delle chiavi che aprono il Sacello dell'Apostolo di Cristo è da molti decenni in custodia, per una prassi consolidata, proprio a quella famiglia che dunque deve intervenire ogni qualvolta c'è l'ostensione delle reliquie.
Ma non è stato solo questo a far commuovere il rettore: In realtà , sono state le qualità migliori della giovanissima, cioè la bellezza, la cultura, l'intelligenza, la grazia, la volontà di ferro e la fede in Cristo a conferire alla cerimonia una grandissima amarezza.
Il corteo funebre è partito da piazza Castello, dove Carlotta abitava, per giungere fino alla Basilica di San Bartolomeo puntualmente alle ore 10.30.
Nel luogo dove Nobile aveva diretto i suoi colleghi musicisti, questi erano tutti schierati per renderle l'estremo omaggio.
Tra i tantissimi parenti ed amici, semplici estimatori che hanno affollato la Basilica abbiamo notato il capo di Gabinetto del prefetto, Floriana Maturi, sposata allo zio di Carlotta, Nicola; il commissario straordinario della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, il consigliere comunale, Cosimo Varricchio e l'ex senatore, Pasquale Viespoli.
Nel corso dell'omelia, monsignor De Santis ha ricordato la lunga malattia e le tante preghiere per Carlotta, ma la sofferenza non aveva mai piegato la musicista che è andata via per un tumore che l'ha aggredita ed abbattuta in poco tempo.
"L'anima è guarita", ha lasciato scritto Carlotta, che negli ultimi giorni aveva sentito una fortissima ammirazione e considerazione nei confronti di papa Francesco, tanto da avergli dedicato numerosi pensieri e scritti ed infine, in una delle sue ultime lettere, aveva espresso il desiderio di avvicinarlo "anche solo per un minuto".
Don Mario, quindi, ha letto alcune strazianti lettere via e-mail che Carlotta anche negli ultimi giorni di vita aveva scambiato con la madre.
Alcuni passaggi di questi documenti sono stati davvero terribilmente drammatici ed in moltissimi non sono riusciti a trattenere le lacrime ad ascoltare la serenità con cui Carlotta affrontava l'avvicinarsi della morte, di come la madre la incoraggiava e le dichiarava il suo amore e di come entrambe rinnovavano la loro fede in Cristo.
La famiglia, del resto, ha pianto in maniera molto composta e riservata la pesante perdita che, come ha dichiarato don Mario, ha colpito tante persone in tutta Italia.
Un altro elemento essenziale emerso dai documenti è stato, come detto, l'amore verso il nuovo Papa.
Carlotta ha scritto: "Papa Francesco mi ha cambiato la vita. Ho desiderio di conoscerla per pregare insieme a lei". Proprio per questo tumulto di sentimenti, il rettore si è detto consapevole che la Basilica era troppo piccola per poter ospitare tutte le persone che avrebbero voluto partecipare al rito.
Ha, quindi, ribadito di aver pregato Dio perché fosse sconfitta la malattia, ma proprio per la reazione di Carlotta, una lotta ferma contro il male ma altrettanto ferma nella fede in Cristo, don Mario ha voluto lanciare un monito a tutti i giovani presenti: "Ragazzi muovetevi, camminate e ritrovate voi stessi. Lei aveva ritrovato la fede.
Oggi non deve essere una giornata di tristezza, anzi le campane suoneranno a festa perché, se da una parte piangiamo la perdita di una persona, dall'altra ci è offerto il senso della Resurrezione. Quello di oggi è solo un saluto".Â
Toccanti anche le parole del vice parroco, Joseph Mc Manus, che, al termine del rito funebre, ha reso noto un aneddoto quasi increbile.
Egli ha, infatti, voluto rivelare che, nel corso delle ultime Festività di Pasqua, papa Francesco aveva invitato i sacerdoti a partecipare ad un rito collettivo.
Don Giuseppe, però, non aveva potuto prendervi parte per un malanno al piede.
Il giorno successivo, il Venerdì Santo, lo stesso don Giuseppe aveva avuto l'opportunità di pranzare proprio con il Papa argentino e gli aveva chiesto di pregare per lui e per la sua mamma, anch'essa ammalata.
Il Papa aveva assicurato le sue preghiere, ma gli aveva chiesto di collaborare per tenere aperte, specie in questo periodo, le chiese romane, chiuse per mancanza di sacerdoti.
E così don Giuseppe aveva tenuto aperta la chiesa romana di San Giacomo in via del Corso: fu così che la prima persona che si presentò nel luogo di culto fu proprio Carlotta che, in cura a Roma, sentiva il bisogno di raccogliersi in preghiera e confessarsi, ma trovava tutte le chiese chiuse.
Ebbene, per don Giuseppe, conosciuta Carlotta, ne divenne il confessore durante la degenza nella capitale.
Lui raccomandò la ragazza al Papa.
Lo stesso Papa chiamò al telefono don Giuseppe per invitarlo ad colazione e in quella occasione Carlotta riuscì finalmente a parlare con Sua Santità .
Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.
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