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Benevento, 05-04-2013 21:01 ____
Scomodato Alessandro Manzoni ed i suoi "Promessi Sposi" per parafrasare la situazione politica a Palazzo Mosti e la nascita della nuova Giunta
Così l'opposizione consiliare ha tenuto impegnata per cinque ore la maggioranza sull'esecutivo appena varato. Stigmatizzato il comportamento dei due nuovi assessori esterni che dopo i saluti hanno abbandonato l'Aula del Consiglio
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"Assessore De Luca, lei è fortunato. Lei è rimasto lì, dov'era un anno fa. Quando si muove don Rodrigo…" L'opposizione comunale e in particolare il consigliere comunale di Tél, Nazzareno Orlando, ha scomodato Alessandro Manzoni ed il suo più celebre scritto, "I Promessi Sposi", per commentare la situazione politica al Comune capoluogo.
E' bene però sottolineare che il famoso personaggio di "Don Lisander" c'entra poco; in realtà il riferimento di Orlando è a quello che sarebbe il vero padrone della politica locale.
Tra citazioni dotte e polemiche politiche, il Consiglio comunale di Benevento, il primo dopo il rimpasto in Giunta, è stato quasi interamente dedicato a questo argomento ed i richiami ai cattivi e ai buoni che un tempo risiedevano dalle parti del lago di Como non è stato altro che un modo per sottolineare gli aspri dissensi tra maggioranza ed opposizione.
E' stato proprio il maquillage voluto fortemente dal sindaco, Fausto Pepe, concretizzatosi dopo ore di trattative soltanto giovedì mattina,  a monopolizzare l'attenzione generale,  pur non essendo iscritto all'ordine del giorno ufficiale dei lavori, perché evidentemente la posta in gioco è alta: un eventuale ricorso quasi immediato alle elezioni anticipate per rinnovare il Consiglio comunale.
In ogni caso, l'Assise ha comunque approvato il nuovo Regolamento interno del Comune dopo alcune modifiche richieste dal consigliere di Sil, Luigi De Nigris, con 19 voti a favore e 4 astenuti, quasi a dare la dimostrazione che nonostante le polemiche è ancora possibile esprimere una qualche attività amministrativae gestionale.
Rinviato invece, così come avevamo già scritto ieri sera dopo il pre-consiglio del Pd, l'altro punto all'ordine del Giorno sul Regolamento sulla pubblicità.
L'opposizione ha chiesto formalmente un Consiglio comunale aperto sulla questione spinosa dei lavori pubblici al rione Ferrovia e suoi nuovi lavori di cantieraggio: l'Assemblea dovrebbe svolgersi all'Auditorium di Santa Maria di Costantinopoli, al viale Principe di Napoli, una struttura capiente e bella annessa alla parrocchia della zona.
Tornando al rimpasto, Orlando non ha potuto non sottolineare che ad essere rimasti al loro posto, mantenendo anche dopo il rimpasto le stesse deleghe della prima Giunta di questa consiliatura, siano stati Raffaele Del Vecchio, confermato alla Cultura, esponente di spicco del Pd, e Nicola De Luca alle Attività Produttive.
Luigi De Nigris ha rincarato poi la dose affermando che se per Del Vecchio si potevano forse trovare delle giustificazioni alla conferma in relazione all'impegno profuso due anni or sono per il riconoscimento da parte dell'Unesco della chiesa di Santa Sofia quale Patrimonio dell'Umanità, per De Luca invece egli non riusciva a spiegarsi la rinnovata fiducia.
Ed è stato lo stesso riconfermato assessore a replicare agli oppositori: "Voi rimarrete ancora per molto lì in quei banchi.
Adesso basta.
Sono qui da 20 anni e sono sicuro che se mi ricandidassi uscirei nuovamente assessore.
Non voglio autocelebrarmi, ma ho rimodulato il mio assessorato in un anno e otto mesi. 
Voi pensate a strumentalizzare le questioni giudiziarie, io, a differenza vostra, sono stato sempre coerente".
Dicevamo della nuova Giunta: questa è composta da tre personalità esterne al Consiglio; ebbene anche il battesimo per i nuovi assessori tecnici non è stato celebrato con festeggiamenti.
Almeno per i nuovi assessori all'Urbanistica, Mario Coletta, e al Bilancio, Francesco Saverio Coppola, l'opposizione non è stata tenera.
Infatti dopo i loro discorsi introduttivi, i due tecnici hanno abbandonato l'Aula, non partecipando quindi ai lavori del Consiglio.
Ciò ha provocato il palese malcontento dell'intera opposizione, etichettando il gesto come uno sgarbo istituzionale.
A differenza dei due altri colleghi esterni, il neo assessore alle Politiche Sociali, Erminia Maccauro, è rimasta al suo posto per più di cinque ore di Consiglio a fianco al primo cittadino Fausto Pepe.
Il nuovo rimpasto è stato giudicato dall'opposizione come fallimentare per l'amministrazione.
Maliziosamente poi la minoranza  ha parossalmente difeso a spada a tratta proprio i tre ex assessori non più riconfermati: Non potevano essere considerati come la mela marcia della prima Giunta Pepe.
Per l'opposizione il vero vincitore,  uscito fortificato da questa vicenda, è stato proprio lo stesso primo cittadino che ha prevalso sull'orientamento del Pd che non voleva condividere il rimpasto.
Anche nella maggioranza, in particolare negli interventi di Mario Zoino (Gruppo Misto) e di Giuseppe Zollo (Pd), pur nella riaffermata fedeltà al primo cittadino, si è appalesato il loro orientamento per altri provvedimenti.
Mario Zoino ha parlato addirittura d'inserire quattro tecnici nella nuova Giunta (cosa questa che, in verità, ci ha sempre detto dal primo momento a noi di "Gazzetta") e che quindi i tre erano pochi, mentre Zollo avrebbe preferito che il sindaco scegliesse all'interno della coalizione del centrosinistra non ricorrendo a docenti esterni.
Il sindaco, però,  ha spiegato che questa era solo una rivoluzione parziale: "Non è il mio compito dare voti, promuovere o bocciare qualcuno. Ho solo tentato di capire come aggiustare le cose".
Sulla non riconferma di Guerra, lui l'ha motivata come imbarazzo nella vicenda della non condivisione da parte dell'ex assessore sulla assegnazione dei parcheggi comunali comprese le strisce blu all'Amts, sottraendola alle Cooperative.
Sulla revoca e non riconferma di Marcello Aversano è stato più chiaro: "I problemi all'Urbanistica erano evidenti ed io ne ero consapevole.
Se Aversano non era riuscito a correggerli, qui non avrebbe potuto risolverli nessuno.
Ecco perché ho preferito chiamare un esperto in materia".
Questo in sintesi un Consiglio comunale durato ben 5 ore ed apertosi con 27 consiglieri e la presenza del segretario generale a scavalco, Claudio Uccelletti, che regge anche la segreteria alla Provincia e che sostituirà il collega Antonio Orlacchio, ormai in pensione (al momento è in ferie).
Il presidente del Consiglio Giovanni Izzo ha poi letto la nuova composizione di Giunta dando la parola al sindaco Pepe.
Il primo cittadino ha spiegato che la rivisitazione era necessaria rispetto allo stato di crisi generale: "Volevo una trasformazione che partisse da una mia autocritica.
Bisogna distaccarsi dal cordone ombelicale dei fondi pubblici  che oggi non ci sono più.
Questo cambiamento testimonia un attaccamento alla città che ha la necessità di risposte immediate.
Serve un nuovo coinvolgimento rispetto alle tante questioni".
Ha ricordato come il settore dei Servizi Sociali, rivolgendosi all'ex assessore ora passato all'Ambiente, Luigi  Scarinzi, sia diventato un fardello pesante: "E' stato lì sette anni ed è dura.
Il programma deve essere rivisto e deve dare risposte".
Poi la parola l'ha presa il neo assessore all'Urbanistica Mario Coletta per un saluto: "Voglio essere protagonista di nuove scelte per la città. Darò il massimo contributo rispetto alle mie esperienze".
Coletta ha parlato anche del Puc: "E' uno strumento che può realmente dare uno slancio importante a Benevento. Vigilerò su eventuali ritardi o possibili errori di percorso".
Poi è stata la volta dell'assessore comunale al Bilancio, Francesco Saverio Coppola il quale  ha ricordato che con Benevento ha già avuto due contatti in passato: "Mi giudicherete per quello che farò.
Il momento è molto difficile e gli enti locali pagheranno molto il fiscal compact".
Un appello ha poi voluto rivolgere all'intero Consiglio: "Ci vuole davvero il Concordes in Unum, cioè l'applicazione della massima che campeggia in lettere giganti in questa Aula".
E' stato più elaborato il saluto del neo assessore alle Politiche Sociali, Erminia Maccauro, consapevole del complicato Settore assegnatole: "Sarà difficile.
Voglio che ci sia un monitoraggio con tutte le Associazioni, gli Osservatori  dei diritti di famiglia per avere un dispendio economico minore.
Ho intenzione di contattare anche l'Ordine dei Medici per un assistenza psicologica agli anziani.
Voglio stare vicina ai cittadini coordinandomi con le strutture pubbliche".
Dopo questi saluti, come detto, Coppola e Coletta hanno abbandonato l'Aula ed è iniziato il dibatitto.
Il primo è stato Mario Pasquariello che ha spiegato che l'azzeramento di Giunta è stato un fatto rilevante per l'intero Consiglio.
Sull'abbandono dell'Aula di Coletta e Coppola, Pasquariello si è detto indispettito.
Ha poi chiesto al sindaco dei chiarimenti sull'estromissione di Aversano, Campone e Guerra: "Erano stati eletti dai cittadini ed erano chiamati ad amministrare. Non possono essere definiti capri espiatori".
Si è chiesto polemicamente cosa fosse successo con Guerra: "E' solo una questione di divergenze sugli stalli e quindi motivazioni di carattere politico amministrativo o c'è anche dell'altro?"
Su Aversano, Pasquariello ha incominciato a rievocare Manzoni: "Era passato nel palazzotto di don Rodrigo per avere protezione, eppure non è riuscito a restare come assessore. Cosa ha fatto di male?
Il settore dell'Urbanistica è stato da sempre un disastro ma le colpe sono solo interamente sue.
O sarà messo come compensazione alla Gesesa?"
Ed ha poi concluso sugli assessori defenestrati ed in particolare sulla Campone affermando che lei è sempre stata  un personaggio etereo e ha ricordato come per anni lui si era detto perplesso sulla dipietrista eppure il sindaco l'aveva sempre difesa.
Sui docenti, Pasquariello ha accusato che le presenze di questi assessori non saranno costanti: "Siete andati a prendere persone da una città matrigna che non vede di buon occhio le aree interne. 
Qui non c'erano professionalità adatte? Grifferanno solo un prodotto che costruiranno altri personaggi.
Questa navicella rischia di essere sepolta in fondo al mare".
Sulle nuove deleghe ai vecchi assessori Pasquariello si è chiesto polemicamente se il tutto fosse funzionale al progetto: "In questi giorni il sindaco non ha fatto altro che effettuare dichiarazioni di rilancio della macchina amministrativa.
Penso che quest'Amministrazione abbia perso credibilità, serviva invece un atto d'amore per questa città un atto di coraggio".
Poi è stata la volta del consigliere dell'Api-Centro Democratico, Mario Cangiano, che ha detto che non era un buon segno l'aver lasciato anticipatamente il Consiglio da parte dei  due nuovi assessori: "Questo non li legittima". Cangiano ha criticato il sindaco sull'aver spacchettato le deleghe di Servizi Sociali e con la Mensa e Asili che resterà a capo di Scarinzi: "E' stata una mossa azzardata.
Le scuole oggi sono i luoghi prioritari dove si può fronteggiare la crisi.
Devono fondersi queste deleghe non possono camminare separatamente".
Sulle revoche ai tre ex assessori si è detto particolarmente colpito da quella di Aversano: "E' stato sempre d'accordo con il sindaco.
Addirittura ricordo come si schierò contro il mio partito (allora Aversano era dell'Api, poi passato al Pd ndr) sul numero degli alloggi, sull'Housing Sociale e sul Puc, ma Aversano seppur in maniera piatta  avallò il diktat del sindaco.
Oggi la sua revoca è ingiustificata".
Sulla revoca di Campone, Cangiano ha spiegato: "Forse meritava di lasciare, ma è stato sbagliato lo stile e la forma. E' stato un atteggiamento poco nobile".
La parola l'ha poi presa Nazzareno Orlando secondo il quale si è seduti su una polveriera: "Dobbiamo alzare i livelli  della contestazione.
Questa è una Giunta fallimentare. Cambiate opinione di frequente sul rione Ferrovia.
Ora questi assessori nuovi non riceveranno nessuno sgambetto, ma nemmeno nessun tappeto rosso".
Poi ha effettuato il paragone aziendale: "Se in una fabbrica sono in tre ad aver sbagliato si mandano a casa anche i dirigenti. Vedremo se anche qui anche i dirigenti riceveranno il benservito".
Poi il paragone calcistico: "Siete andati a chiamare tre stranieri (quindi i docenti, ndr) perché in panchina (la maggioranza di centrosinistra, ndr) non c'era qualità".
Per Luigi De Nigris l'abbandono anticipato dei due assessori dal Consiglio è stato uno sgarbo istituzionale: "Sindaco, non hanno giustificazioni ed hanno iniziato male".
Il consigliere d'opposizione ha spiegato di non apprezzare i tecnici e quanto accaduto altro non aveva fatto che aumentare le perplessità: "Sono dei conquistadores. 
Volevo ascoltarli sul Puc e sul Salva Enti, ma non ci sono in Consiglio e mi vengono a parlare di concordia?
Il rilancio parte con un passo indietro, ma chiederò soprattutto a Coppola di blindare l'ultimo anno di consiliatura. Se i soldi non ci sono oggi, non ci potranno essere nemmeno fra tre anni".
Gli elogi invece li ha riservati all'altro assessore esterno, Maccauro: "Lei ha valori che provengono dalla sua famiglia,  ma l'avverto che avrà delle difficoltà.
In quel settore, ci sono persone serie e competenti, ma si deve chiedere perché Scarinzi abbia voluto lasciare quel posto. Lì c'è bisogno d'inventare qualcosa".
De Nigris ha poi sottolineato la prova di forza sul rimpasto che ha attuato il sindaco: "Ha imposto la sua linea e nessuno ha osato ostacolarlo, dimostrando un legame forse indissolubile con il Pd.
E' stato saldato in maniera forte, ora le fortune, ma anche le disgrazie cammineranno di pari passo e non vi potrete scansare".
Sulle revoche ai tre ex assessori, De Nigris non è stato tenero: "Pepe ha fatto una strage di eletti.
Ha salvato solo De Luca e Del Vecchio. Questo vuol dire che sono gli unici ad aver fatto bene.
E' come se una mamma uccidesse i suoi bambini o perché sono troppo deboli o perché  possono correre qualche pericolo".
Sulla Campone, De Nigris ha spiegato che era ostaggio dei dirigenti.
La parola l'ha poi presa il consigliere comunale dell'Idv Francesco Zoino elogiando la Maccauro: "E' la persona giusta al momento giusto al posto giusto".
Ha negato ogni ipotesi che lui nei giorni scorsi abbia potuto attaccare l'ex assessore Mirna Campone: "Lei si è sacrificata. E' una risorsa del nostro partito".
Ha ammesso che in questo rimpasto ci sono stati dei sacrifici e morti sul campo.
Mario Zoino del Gruppo Misto è stato come detto molto critico con i suoi colleghi consiglieri di maggioranza: "Siete molto silenti, dovete farvi sentire".
Ha rivendicato come sia stato lui uno dei fautori a volere il rimpasto: "Bisognava cambiare.
Penso che questo sia solo l'inizio, ora dovremo mettere mano sui dirigenti e ridurre le commissioni".
Zoino ha difeso le scelte di Coppola e Coletta: "Serviva competenza in quei due assessorati e loro ce l'hanno." Giovanni Quarantiello dell'Udc ha svolto un paragone sul rimpasto: "C'è voluto più tempo per scegliere la nuova Giunta che scegliere il nuovo Papa.
L'unica cosa che è mancata è stata la fumata bianca da Palazzo Mosti".
Per il consigliere e capogruppo dell'Udc, la maggioranza non sta facendo altro che tirare a campare: "Gli assessori sono stati bocciati da un anno ed ora andranno nelle municipalizzate.
Solo due sono stati promossi a pieni voti e sappiamo anche il perché, ma avevamo veramente bisogno di assessori che venivano da fuori? Non era meglio scegliere un tecnico ai Lavori Pubbilici che all'Urbanistica?"
Infine, Quarantiello ha concluso in maniera velenosa: "In questa città non si sta facendo la storia, ma solo la cronaca".
Simpatico l'esordio di Oberdan Picucci sull’assenza dei nuovi assessori in Consiglio: "Per parlare delle nostre istanze chiederemo al collega Ambrosone che lavora nella Ferrovia Valle Caudina di parlare con loro.
Sicuramente li vedrà di più".
Picucci ha detto di non credere assolutamente che i tre ex assessori defenestrati siano il male assoluto: "Non penso che abbiano mandato allo sfacelo un'Amministrazione".
Infine, anche Picucci si è chiesto polemicamente  se  fosse stato  davvero necessario  ricorrere a dei docenti napoletani: Non c'erano sanniti pronti a ricoprire quel ruolo?
Francesco De Pierro dell'Udeur ha detto che i tre defenestrati sono stati agnellini sacrificali nel periodo pasquale: "Ognuno di voi in maggioranza ha cercato di salvarsi mentre lei, sindaco, ha bocciato assessori facendo fare un passo indietro altro che slancio amministrativo".
Luigi Ambrosone dell’Udeur ha parlato di una mancanza di idea di città in questa amministrazione.
Angelo Miceli, capogruppo del Pd, ha difeso il sindaco: "Avevamo accomulato ritardi con inefficienze ed inadempienze.
Il Pd ha dato la disponibilità ad effettuare il rimpasto ed effettuare operazioni migliorative della Giunta.
Ora bisogna riallinearsi alla macchina amministrativa".
Miceli ha spiegato che al Settore Urbanistica ora bisogna passare nella fase operativa e continuare con i meccanismi attuativi dell'Api.
Luigi Trusio  dell'Udeur  ha sottolineato le difficoltà dell'Assessorato dei Servizi Sociali che sarà blindato e sottodimensionato, quindi una missione difficile per il neo assessore Maccauro.
Ha criticato poi Francesco Zoino e la stessa Mirna Campone: "Lui  se è consigliere deve ringraziare proprio la Campone.
All'ex assessore al Lavoro non la conoscevano in Regione, il suo omologo in Regione Campania, Severino Nappi, non sapeva neanche chi fosse".
Sul rimpasto, Trusio ha detto di non averci capito un granché: "Molti consiglieri di maggioranza sono abbastanza delusi. Hanno accettato in maniera silente".
Leonida Collarile del Pd ha parlato di una necessità di cambiamento e che il rimpasto è stato voluto e sollecitato dai consiglieri.
Infine, a conclusione del dibattito, è intervenuto il primo cittadino che ha detto che era sbagliato banalizzare i concetti e ha criticato l'opposizione per non aver dato nessun supporto costruttivo al dibattito.
Poi un chiarimento: "Fare tre innesti non è stato facile. Bisognava ragionare sulla città.
Ma mai come questa volta la squadra è stata così unita. C'è stato un ragionamento vero".
Il sindaco ha assicurato di aver parlato con i tre assessori esclusi: "L'ho fatto sia singolarmente che in maniera collettiva.
Qui non c'è stato nessun fatto personale, ma abbiamo parlato di programmi.
Basta discutere di bersagli, poi se vogliamo giocare al gioco della bottiglia facciamolo, ma non serve a nulla.
Qui non c'è nessuna verità nascosta".
Il sindaco ha comunque ritenuto un fatto grave, ma non da condannare l'aver lasciato il Consiglio troppo presto per i nuovi assessori.
Infine l'appello all'opposizione: "O si vince insieme o si muore tutti insieme".
Prima della fine dei lavori, come detto, è stato approvato il Regolamento dei Controlli Interni all'Ente, con una serie di modifiche volute da De Nigris ed avallate dalla maggioranza e dallo stesso segretario Uccelletti.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                         

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