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Benevento, 05-04-2013 15:24 ____
Libertà e dignità sono le parole chiave di cui si è parlato nell'incontro con la staffetta partigiana Marisa Ombra
Con lei anche il partigiano sannita Giuseppe Crocco. Ad aprire il confronto due altre donne Nicla Di Meola ed Angela Parente socie dell'Associazione Nazionale dei Partigiani d'Italia
di Marika Boffa
  

Libertà e dignità: due parole banali, di cui tutti ci illudiamo di conoscere il significato, ma che forse ne contengono uno che pochi sono in grado di capire veramente in pieno.
Sono queste le parole chiave di cui si è parlato nell'incontro tenuto questa mattina al Museo del Sannio con la staffetta partigiana Marisa Ombra, autrice del libro "Libere sempre", e Giuseppe Crocco, partigiano sannita.
Ad aprire l'appuntamento, prima delle parole dei due ospiti d'onore, sono state Nicla Di Meola ed Angela Parente, socie dell'Anpi (Associazione Nazionale dei Partigiani d'Italia), con la lettura di qualche pagina del libro e con l'augurio ad una riflessione che deve essere basata sulla conoscenza, via privilegiata per arrivare alla tanto vituperata libertà, possibile anche grazie alle donne che si sono mobilitate all'interno del movimento partigiano.
Marisa Ombra, vicepresidente dell'Anpi, ha visto cambiare il mondo e grazie al suo coraggio ci ha dato, oggi, la forza per poter essere migliori.
Il fulcro del discorso è poi passato al presidente dell'Anpi di Benevento, Antonio Conte, il quale ha cominciato spiegando che di sigle vuote ne abbiamo troppe, l'Anpi vuole essere impegnato nel rinsaldare il mandato civile che deriva dalla lotta partigiana.
"Siamo qui, voi giovani di oggi e loro, ragazzi del 1943 che hanno lottato individualmente contro i regimi totalitari; nel presente ci servono quei valori per i quali questi ragazzi hanno combattuto: la libertà per sé che coincideva con la libertà per tutti.
Questi giovani hanno messo in gioco la propria vita in nome di un ideale, in nome di un rifiuto; il problema, ieri come oggi, è sempre scegliere: scegliere di accettare senza ribellarsi al contesto storico che il mondo sta vivendo oppure dire di no, conoscere, capire, entrare nei problemi, farne parte e cercare di risolverli.
Non è mai giustificato il disimpegno anche quando sembra che il buio prevalga sulla luce, lo sappiamo bene noi che facciamo parte di una città che è medaglia d'oro al valore civile, una città che in combattimento ha visto perire trenta partigiani, una città che ha avuto il suo ruolo, di tutto rispetto, nella storia del nostro paese".
"Ho 88 anni, non sono una scrittrice di professione, questo libro è nato per la necessità di dovere, nel mio piccolo, fare qualcosa e scrivere questa lettera è stata la cosa che mi è sembrata più alla mia portata", con queste parole Marisa Ombra ha preso la parola, rivelandoci tanto della sua personalità e dell'energia che, seppure in età avanzata, farebbe invidia a tanti giovani.
La donna ha poi continuato spiegando l'equivoco venutosi a creare intorno alla parola libertà, intesa oggi come libertà di fare ciò che si vuole, quando si vuole e come lo si vuole, in tal senso sarebbe solo un trionfo di disvalori che sono il contrario di quelli per cui i partigiani hanno combattuto.
"La libertà è poter affermare che due più due fa quattro. Se ciò è garantito, tutto il resto segue" è quanto scriveva George Orwell in "1984", romanzo posteriore alla seconda guerra mondiale, ma ambientato in un regime totalitario che reprimeva qualsiasi idea contraria a quella del regime, torturando chiunque che come Winston Smith nel libro oppure i partigiani continuava ad affermare il proprio pensiero.
La donna ha poi continuato raccontando la sua decisione, a soli di 18 anni, di abbandonare il caldo rifugio della propria casa ed unirsi alle formazioni partigiane nelle quali sarebbe stata sola in balia del proprio destino, perennemente in bilico fra la vita e la morte, non più la donna che aspetta solo il matrimonio con la bambola sul letto come era consuetudine ma la donna capace di affrontare tutto, con la voglia di scoprire dove l’avrebbe condotta la propria intelligenza e visto dove è arrivata oggi Marisa Ombra, ma anche dove stanno arrivando tutte le donne, possiamo affermare senza remore che l'intelligenza ha condotto lontano e probabilmente condurrà ancora oltre.
Piena di spunti e riflessioni è stata anche la testimonianza di Giuseppe Crocco: contadino, cresciuto nella miseria senza padre dall'età di un anno, diventato poi carabiniere e alla fine partigiano.
"Non ho voluto indossare la camicia nera quando è stata proclamata la Repubblica di Salò così sono diventato un partigiano, prendendo parte alla difesa del mio sogno ed a quello di una popolazione ormai sfinita dalla guerra.
Ho vissuto insieme a donne severe, che non si sono mai tirate indietro, donne che non hanno bisogno di essere salvate ed a loro voglio dire grazie".
Presenti all'incontro una rappresentanza del liceo Classico "Giannone" e del liceo Artistico di Benevento insieme all'Istituto Superiore "Telesi@" di Telese Terme, i ragazzi hanno partecipato con molte domande e anche gli stessi insegnanti hanno fatto sentire la propria voce.
Teresa Simeone, docente del liceo Artistico, ha definito il libro di Marisa Ombra di una bellezza classica, un connubio perfetto tra forma e contenuto che lascia spazio all'insegnamento di una speranza che non deve essere mai persa e lo fa raccontando anche la propria storia personale; l'autrice racconta di essere stata anoressica, ma anche in quel caso, nella malattia stessa ci sono già il rimedio e la cura.
E' poi stata la volta di Norma Pedicini, dirigente del liceo Classico "Giannone", la quale ha focalizzato l'attenzione sulla stessa Marisa Ombra, definendo ammirevole la passione che ha messo nelle proprie parole, passione che i ragazzi dovrebbero assorbire, ma ha continuato dicendo anche che i giovani non hanno nessuna colpa per la situazione che stanno vivendo e non ce l'ha nemmeno la scuola, i docenti (quelli veri) che non si limitano ad inculcare solo nozioni sono i partigiani di oggi in una scuola che è sempre più oggetto di demolizione.
Questa giornata, però, è stata anche quella conclusiva della seconda edizione del premio letterario organizzato dall'Anpi Sannio rivolte alle scuole secondarie della provincia e sono stati consegnati i premi per i propri elaborati ai primi tre classificati che sono Lucia Cusani del liceo Classico "Giannone", Stephanie Calvano dell'Istituto Superiore Telesi@ di Telese Terme ed infine Vanessa Pastore sempre del liceo Classico di Benevento.
Premio speciale per l'originalità del proprio elaborato è andato a Francesco Artizzu, Istituto Superiore Telesi@. "Ragazzi dovete avere fiducia in questo futuro, abbiamo le macerie alle nostre spalle ma voi avete la forza di andare avanti e rimuovere anche gli ultimi detriti di cui tutti siamo responsabili".
Con queste parole e con la certezza che il binomio di libertà e dignità debba trasformarsi nel trinomio libertà, dignità e responsabilità si è chiuso l'incontro.
Facciamo parte del mondo e pertanto dobbiamo anche avere il coraggio ed il dovere civico di riprenderne in mano le fila, soprattuto nei momenti di crisi, prima di tutto per noi stessi e per coloro che verranno.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

                                                    

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