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Benevento, 14-08-2011 21:15 ____
Isernia è la soluzione per salvare le Province di Benevento e di Campobasso e nel contempo anche la Regione Molise
La popolazione isernina dovrebbe essere redistribuita tra le altre due realtà che messe insieme potrebbero sopravvivere anche in un solo contesto regionale
Redazione
  

Sempre sulla vicenda della soppressione delle Province con una popolazione di 300mila abitanti, tra cui quella sannita, ci ha scritto un nostro lettore, Francesco Barbaro, originario di Isernia e membro  della Scuola Normale Superiore di Pisa, con  cui  ha  proposto una nuova  soluzione per salvare  sia  quella  di Benevento  che di Campobasso e con essa la Regione Molise.
La stessa, prevederebbe, infatti, la redistribuzione della popolazione isernina tra le altre due realtà che messe insieme potrebbero sopravvivere in un solo contesto regionale.
Di seguito ecco il testo della sua nota.
"Caro direttore, la disperata ed improvvisata manovra prospettata, in queste ore, dal decreto anticrisi, ridisegna la cartina geografica del nostro paese e, con essa, l'apparato istituzionale delle Province, delicato e complesso strumento di mediazione tra il controllo del potere centrale e la necessità di un'autonomia nella gestione delle realtà locali.
La soglia stabilita di 300.000 abitanti, al di sotto della quale abolire tali enti territoriali, cancellerebbe la provincia di Benevento, entrambe le province molisane, Campobasso e Isernia, ma al contempo la stessa Regione Molise: come si sente già dire e come già si legge sui giornali, ridotta ad una sola grande provincia essa tornerebbe ad essere un'appendice della Regione Abruzzo.
Ciò significherebbe vanificare il lavoro e gli sforzi compiuti da due generazioni, a partire dal 1963, per creare una realtà regionale che potesse essere un giorno moderna, virtuosa e competitiva, fermando un processo che in realtà è ancora a metà strada; e significherebbe addirittura tornare indietro rispetto alla Costituzione del 1948 che, nell'atto stesso di costituire la Regione Abruzzi-Molise, del Molise già prescriveva una futura autonomia.
In uno scenario di crisi e, anche sotto questo aspetto, di grave regresso, esiste però l'occasione di una svolta positiva, con cui cambiare tendenza e valorizzare intelligentemente le proprie risorse.
La Provincia di Campobasso conta 231.086 abitanti; quella di Benevento, 287.874; Isernia, invece, 88.694.
Mentre Campobasso e Benevento difettano di un numero di abitanti relativamente basso e decisamente inferiore al terzo della quantità richiesta, a questo terzo Isernia non ci arriva nemmeno.
Come cittadino isernino, riconosco che la mia provincia, di fronte all'annunciata, sicura e inevitabile abolizione, potrebbe però aiutare sia Campobasso che Benevento a raggiungere la soglia stabilita di 300.000 abitanti: la somma complessiva di Campobasso, Benevento ed Isernia, 607.654, è appena superiore a quella richiesta per due province; una studiata ripartizione del territorio, con una parziale annessione dell'attuale provincia isernina a quella di Benevento e una conseguente annessione di quest'ultima al Molise, salverebbe la regione mantenendo il numero di due province ma con un territorio notevolmente più esteso: sarebbe l'occasione di ricomporre il Sannio, un territorio che ha un'effettiva identità storica e culturale, e sarebbe anche l'occasione di unire le forze per lavorare al superamento della crisi ed alla creazione di un ambiente più grande, forte e competitivo nell'orizzonte dell'Italia centro-meridionale.
La Provincia di Isernia, destinata comunque all'abolizione, ha sempre avuto al suo interno delle forti tensioni, dovute alla percezione di una differente identità da parte dei territori confinanti con la regione Campania; dalla regione Campania, d'altro canto, la provincia di Benevento ha sempre avuto, in termini politici, economici e culturali, troppo poco rispetto a quello che avrebbe meritato, motivo per cui si già più volte discusso, in passato, sulla possibilità di istituzionalizzare un'area sannita.
Essa, al di là del progressivo e naturale sfumare dell'accento dialettale, evidente anche all'interno del solo territorio isernino, possiede un'indiscutibile unità di fondo, che è linguistica, storica e culturale.
Detto questo, sta alla popolazione ed alla classe dirigente misurare la propria voglia di cambiare le cose in meglio e di trasformare la crisi in progresso".

comunicato n.34584




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