Palazzo Mosti, per qualche ora, nella tarda mattinata, è sembrato essere uno di quei palazzi della Roma antica, di quando il papa esercitava anche il potere temporale (è Benevento città papalina lo è stata è lo è...) e contro cui, contro quel potere cioè, altro non si poteva fare che tirar di scioppettate o, per i meno violenti, intingere la piuma d'oca nell'inchiostro del calamaio.
Nascono così le "pasquinate", libelli che venivano lasciati in vari luoghi della città e che fustigavano i cattivi costumi dell'epoca del Papa Re, del nepotismo, delle cortigiane e di quant'altro.
Bene, per non portarla per le lunghe, uno di questi libelli è comparso, in numerose copie (siamo una città papalina, ma nel frattempo ci siamo evoluti e le fotocopie stanno anche qui da noi...) nella tarda mattinata, come dicevamo, portando lo scompiglio nelle stanze alte del Palazzo.
Pare sia intervenuta anche la Digos che ha disposto il sequestro del materiale con la conseguente notifica alla Procura.
Ma insomma, questi sono i fatti formali che interessano poco il lettore. Se ci sarà anche un risvolto giudiziario si vedrà .
Il contenuto del manifestino non lo conosciamo nei particolari né, qualora ne fossimo a conoscenza, potremmo mai pubblicarlo.
Ma basta immaginare cosa ci possa essere scritto. Ce n'è per tutti. Per gli esponenti della maggioranza che per quelli della minoranza così come per i membri dell'esecutivo e per qualche dipendente.
Gli argomenti sarebbero i soliti, pruriginosi argomenti.
La cosa potrebbe esser presa come un momento di gossip a Palazzo Mosti, ma non lo è, o almeno non è solo quello.
Se vogliamo essere seri dovremmo onestamente ammettere che il livello del degrado è oramai sceso a livelli molto bassi. Sfiora, tocca, invade tutti gli schieramenti e questo non è certamente un bene per la democrazia.
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