Domenica prossima, 11 giugno la Chiesa celebra la Solennita' del Corpo e del Sangue del Signore, il Corpus Domini
Ma c'e' una cosa che mi lascia alquanto perplesso, commenta Donato Calabrese
Redazione
Domenica prossima, 11 giugno la Chiesa celebra la Solennità del Corpo e del Sangue del Signore (Corpus Domini).
In proposito ci scrive Donato Calabrese.
"Ho sempre pensato - si legge - che questa fosse un'occasione privilegiata per onorare il Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.
Ma c'è una cosa che mi lascia alquanto perplesso, nel comunicato della Chiesa beneventana, ed è l'appendice di chiusura della processione.
Riporto dallo stesso comunicato della Diocesi, a firma dell'arcivescovo Felice Accrocca: "Dopo la celebrazione, la processione si snoderà per le vie del centro cittadino, concludendosi nella Villa comunale con un momento di adorazione e la benedizione eucaristica".
Non ho capito bene!
Si porta il Santissimo Sacramento del Corpo di Cristo in processione, e con tutti gli onori, fino alla Villa comunale, per poi riporre l'Ostia Santa in una teca e riportarlo tranquillamente in Cattedrale?
C'è qualcosa che non mi quadra.
Allora chiudo con una domanda: Sapete cosa c'è in quell'ostia? Un po' di farina impastata con acqua o qualcos'altro che sfugge alla logica della ragione?
Se è solo farina con acqua, allora si può riporre nella custodia e riportarla in Cattedrale.
Ma se, come penso, c'è il Corpo e Sangue di Cristo Gesù, oblato, crocifisso, e risorto (senza la risurrezione non avremmo l'Eucaristia), cosa ci impedisce nel fare anche il tragitto opposto, magari cambiando anche strada, e onorare ancora di più Gesù Cristo, Vivo e Vero, presente in ogni Ostia consacrata dalle parole del sacerdote?
E cosa ci impedisce, alla chiusura della processione, di intronizzare Gesù, onorandolo fino al tabernacolo, anche per riparare i continui peccati e sacrilegi commessi contro l'Eucaristia?
Suvvia, monsignor Felice: Faccia quello che è giusto! Lasci stare la fretta al mondo, e restituisca all'Eucaristia l'onore che merita, e che si ripercuote in tantissime grazie a favore del Popolo di Dio: la Chiesa.
E' quanto auspico! E' quanto spero! E' quanto chiedo con ardore e sottomissione, al Pastore della Chiesa beneventana.
comunicato n.157435
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