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Benevento, 04-09-2022 09:12 ____
Quando davanti alla pizzeria "Da Rodolfo" parcheggiavo la mia fiammante Opel Rekord ed entravo con la mia ragazza mi sono sentito padrone del mondo...
Avevo vent'anni. In quel tempo non esistevano i cellulari e spesso i fidanzati erano usi esternare i propri sentimenti in un diario o affidandosi alle indimenticabili lettere. In quella del 17 dicembre del 1970 scriveva dei progetti di una vita la mia innamorata dell'epoca, ricorda De Lorenzo
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Nel momento in cui i titolari della pizzeria "Rodolfo" (in apertura una foto d'epoca anche con un giovanissimo Umberto), con decorrenza dal 15 agosto scorso, hanno stabilito di chiudere l'attività, si è scritto tanto ed anche "Gazzetta" ha rievocato momenti lieti lì trascorsi.
Oggi, non poteva essere diversamente, è Peppino De Lorenzo ad aprire in proposito un altro dei tanti cassettini della sua memoria.
"L'annuncio, qualche settimana fa, da parte della proprietà, di chiudere la storica pizzeria "Rodolfo", è inutile negarlo, ha preso tutti di sorpresa.
Sorta agli inizi degli anni Sessanta, in piena ripresa economica, la pizzeria "Rodolfo", sempre ubicata in via Meomartini, riuscì, da subito, a radicarsi sul territorio divenendo un punto di riferimento per quanti volevano gustare la buona cucina e la vera pizza napoletana.
In più di 60 anni di attività, quelle mura custodiscono, gelosamente, emozioni, accordi politici, ricorrenze particolari, amori sbocciati e finiti, storie di ogni tipo che, giorno dopo giorno, hanno accompagnato la vita di tanti beneventani.
Anche io non sono esente da ricordi, alcuni lontani, che, custoditi nel cuore, sono riemersi nell'apprendere che "Rodolfo" chiudeva i battenti.
E' stato così che, l'altra sera, concludendo la giornata di lavoro, prima di rincasare, ho preso dall'archivio dello studio, portandolo con me, un vecchio diario del lontano 1970.
Mi sono fermato con l'auto dinanzi all'ingresso della pizzeria "Rodolfo", oramai chiusa, ed ho ricordato, rivivendoli, due eventi, l'uno diverso dall'altro, tra i tanti, che a quell'esercizio, ancora oggi, mi legano.
Negli anni Settanta, quella pizzeria costituiva un punto di riferimento per molti ragazzi non essendoci, allora, altre fonti di distrazione.
Con la ragazza dell'epoca, nel corso di un lungo legame durato non pochi anni, era abitudine, almeno una volta a settimana, conclusa la giornata di studio per la preparazione degli esami universitari, andare a mangiare una pizza da "Rodolfo".
Vi era un angolo del locale destinato a noi e le ore trascorse lì non le dimenticherò mai.
Quando entravo, dopo avere parcheggiato la mia fiammante Opel Rekord, regalo di mio padre per il raggiungimento della maturità scientifica, mi sentivo padrone del mondo.
Avevo vent'anni.
In quel tempo non esistevano i cellulari e spesso i fidanzati erano usi esternare i propri sentimenti in un diario o affidandosi alle indimenticabili lettere.
Così era per noi.
Una volta, da "Rodolfo", fu diverso dal solito.
La settimana scorsa, oramai nella sera della vita, fermo lì, nell'auto, ho riletto quanto lei scrisse in data 17 dicembre 1970.
"...l'altro giorno, da "Rodolfo" è stato più bello del solito... tanti i nostri progetti per il futuro, la speranza di raggiungere presto la laurea... la famiglia, i figli... ho toccato il cielo con le dita...".
Poi, l'esistenza riserva realtà diverse, ma i ricordi rimangono, finchè la vita duri.
E restando lì, ho anche ricordato  un periodo del mio impegno politico, l'unico a non incidere negativamente sulla mia attività nelle istituzioni locali.
Il mio rapporto con Clemente Mastella, ben si sa, non è, di certo, idilliaco e pessimo è divenuto quando la lotta politica si è trasformata in personale.
Non è, di certo, questa l'occasione per ritornare, ancora una volta, su quanto si è verificato.
Sarà il Giudice Supremo, se esiste, a stabilire, un giorno, la verità.
Oggi, il tempo e la circostanza particolare, quali filtri di finissima grana, mettendo da parte le terribili scorie, nel ricordo, purificano uomini e eventi.
Le serate, molte trascorse con Mastella proprio da "Rodolfo", non posso negarlo, sono state le più belle di tutta la mia esperienza politica.
Quelle che io, all'epoca, come in tanti ricorderanno, definivo le nostre goliardate.
Poi, intervenute le inopportune scelte politiche, impossibili ad essere condivise, tutto divenne grave, molto grave.
Quelle serate da "Rodolfo", però, con la partecipazione anche degli uomini della scorta, allora Mastella era ministro della Giustizia, malgrado tutto, le ricordo ancora.
L'altra sera ho lasciato via Meomartini con serenità.
La pizzeria "Rodolfo", con le esperienze lì vissute, due delle quali ho testè descritto, mi ha dato la certezza che la vita, malgrado spesso mi ostini, volutamente, a non averne contezza, mi abbia concesso tanto, veramente tanto".

 

comunicato n.152012




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