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Benevento, 02-09-2022 13:21 ____
In una Cattedrale gremita, il popolo dei giovani che l'ha apprezzata e voluta bene ha dato l'ultimo saluto ad Enza Cappabianca
La ventenne e' perita in un tragico incidente stradale in Svizzera. Lascia anche a noi una speranza che e' quella di veder creare un mondo nuovo fatto di amicizia, speranza ed innovazione, i tre elementi che la contraddistinguevano e che ci lascia in eredita'. Il racconto dell'ultima notte prima della tragedia
Nostro servizio
  

Ci siamo radunati per non lasciarla sola in questo momento che è anche di grande commozione.
Stringiamoci attorno alla famiglia e sosteniamola.
E' cominciata così nel Duomo di Benevento, la cerimonia funebre per Enza Cappabianca, la giovane deceduta in Svizzera in un grave incidente stradale.
La Cattadrale è stata gremita dai familiari della sfortunata giovane ventenne, certamente, ma anche e soprattutto da una miriade di giovani in ciascuno dei quali Enza aveva lasciato un poco della sua grande umanità e del suo cuore.
Ad officiare la cerimonia funebre è stato don Paolo Scarafoni, parroco di Beltiglio, la parrocchia di Enza.
La salma è arrivata stanotte dalla Svizzera, ha detto don Paolo, ed a vegliarla sono stati il padre Antonio, la mamma Maria, il fratello Giovanni, la sorella Adriana, la gemella Paola e la nonna Vincenza da cui Enza, appunto, ha tratto il nome.
La dobbiamo continuare a sentire tra noi, ha proseguito don Paolo e per lei la speranza è quella di incontrare Gesù e stare in paradiso.
Lascia anche a noi una speranza che è quella di veder creare un mondo nuovo fatto di amicizia, speranza ed innovazione, i tre elementi che la contraddistinguevano e che ci lascia in eredità.
Voi giovani guardate al futuro che appunto è innovazione. Lei questo lo aveva capito ed intuito ed aveva anche persone con cui condividere questa sua passione.
Sono questi i sogni più belli di un mondo migliore. Sta a noi poi metterli in atto e concretizzarli.
Enza si stava impegnando lungo strade nuove, ha detto ancora il parroco di Beltiglio.
L'altro punto importante della sua vita era l'amicizia che praticava senza pregiudizi, proprio come fanno i giovani della sua età.
Questo significa volersi bene ed avere interessi comuni ma attenzione, ha proseguito don Paolo, sceglieteli bene i vostri amici.
Ora Paola, la sua sorella gemella, ha detto che si sente in obbligo i continuare le iniziative intraprese da Enza.
Ed allora forza, andiamo avanti e guardiamo con speranza al futuro ed insieme a lei sentiamo tutto lo spirito d'amore verso Gesù, ha concluso don Paolo Scarafoni.
La preghiera dei fedeli è stata letta da giovani amici di Enza.
Al termine della Messa ci sono stati vari interventi che hanno fatto aumentare ancora il livello emozionale del momento.
A prendere subito la parola è stata la preside dell'Istitutio Tecnico Industriale "Bosco Lucarelli", Maria Gabriella Fedele, Istituto nel quale Enza si era diplomata lo scorso anno prima di iscriversi all'impegnativo corso di laurea di Matematica Attuariaria all'Unisannio.
Non è un momento facile questo, ha detto la preside, per gestire le emozioni.
Ho saputo della tragedia quasi in tempo reale e mi sono subito chiusa in difesa perché non volevo accettare la notizia (la nostra mente è andata subito a Flavio Ventura, anch'egli allievo dell'Industriale, perito parimenti in un incidente stradale a gennaio scorso ndr).
Ricordo uno dei primi incontri con Enza quando decise di iscriversi all'Industrale.
Era una ragazza amareggiata e delusa e venne da noi, mi disse, con l'intento di cercare la strada giusta.
Io le dissi che nulla le era precluso ma doveva comunque considerare che entrava in una scuola dove il 95% degli allievi erano maschi.
E questo fu la prima sfida che Enza accettò e che volle percorrere ed infatti al primo Open Day si propose come divulgatrice della potenzialità della nostra scuola proprio per attrarre altre ragazze come lei, mi disse.
In questa ultime ore è venuta in Istituto Paola, la sorella gemella di Enza, per rivedere la seconda casa di Enza e mi ha semplicemente chiesto: Preside, perché lei.
Non lo so dire, non ho saputo risponderle, ha concluso la dirigente scolastica, ma so che Enza ha avuto la forza di essere sempre disponibile e di dedicarsi agli altri. Questo è quello che ci lascia.
Poi è toccato a Nicole intervenire ed è riuscita ad andare fino in fondo a quanto si era proposto di diffondere in Cattedrale, pur con un groppo alla gola, ma appena completato è scoppiata in un pianto dirotto.
Pensiamo a quanto amore ci ha dato, ha detto Nicole un amore che interpretiamo come un nostro lascito.
L'Associazione giovanile di cui faceva parte, era la sua seconda casa.
Alcuni di noi avevano già fatto delle esperienze all'estero, ma per lei era la prima volta.
Era entusiasta di tutto quanto ci stava capitando.
Insieme abbiamo criticato solo una cosa: Il cibo.
Era felice, molto felice.
La sera dell'incidente, ha proseguito Nicole, stavamo festeggiano ed a questo incontro siamo andate tutte con abito elegante e dunque non è stato difficile poi trasformare l'ampio salone in una sala da ballo.
Ho spinto Enza a ballare ma lei si è ritratta perché ha detto che non sapeva farlo e non sapeva andare a tempo con la musica.
Lasciati andare, le ho detto, non preoccuparti, chiudi gli occhi e balla.
Questa è l'ultima immagine reale vissuta con lei ed è su questa che vogliio soffermare la mia mente.
Francesca, emozionatissima anche lei, nel prendere la parola, ha detto che Enza le è sempre stata vicino ed a tutti ha sempre dato tutta se stessa, anche a chi poi ne approfittava.
Mimmo, un altro suo grande amico, ha detto di essere tra i fortunati di aver avuto il piacere e l'amore di Enza, una delle persone più importanti della mia vita.
Leucio Zollo, docente, ha parimenti espresso il suo grande apprezzamento per la ragazza.
Infine Carlo Mazzone, docente dell'Industriale e abitante nella stessa Beltiglio, ha sottolineato il senso di smarrimento che pervade in questi momenti.
Enza era una fiamma perennemente accesa. Era ricca di energia con cui inondava le nostre vite.
Con Mimmo e Manuel stavamo scrivendo un libro.
Lei ha registrato tutte le lezioni e poi le ha passate in formato digitale.
E dunque, ha concluso Mazzone, dobbiamo dire no all'angoscia per quanto è accaduto mentre dobbiamo riprendere ciò che insieme avevamo avviato e portarlo a termine.
La salma a questo punto è stata portata all'esterno della Cattedrale e ad attenderla c'era una grande folla di giovani che hanno lanciato in aria un gruppo di palloncini bianchi, come la sua bara.
Gli altri insegnanti, ed ex che avevano avuto modo di conoscere ed apprezzare Enza, hanno commentato dicendo che quello che era stato detto sull'altare era tutto vero.
Enza era proprio così, un cuore grande ed una grande disponibilità verso tutti.
Anche dopo il diploma stava spessissimo a scuola al punto che le dicevamo: Ora pensa a far bene all'Università, ma questo lei già lo sapeva ed infatti anche lì il suo era un percorso segnato da un profitto che le proveniva dalla sua voglia di apprendere e di imparare.
Ciao, Enza.

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

comunicato n.151991




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