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Benevento, 28-08-2022 09:19 ____
Siamo cosi' ridotti perche' in tanti si sono venduti per un piatto di lenticchie non pensando di calpestare la propria dignita'
Lo sconforto di Peppino De Lorenzo per una campagna elettorale difficile da digerire. La decisione di Danila De Lucia peraltro annunciata in tempi non sospetti e' da ammirare. Umberto Del Basso De Caro ha innumerevoli doti ed un solo difetto che spesso vanifica tutte le sue virtu'...
Nostro servizio
  

Questa domenica, Peppino De Lorenzo si sofferma sul delicato periodo che stiamo attraversando avviandoci alle imminenti elezioni politiche e, nel contempo, fa una rivelazione che lascia riflettere, quella di astenersi dal voto.
Considerazione, quest'ultima, che proviene da chi, come lui, ha fatto parte attivamente, e per non pochi anni, della vita politica cittadina, risultando il primo eletto in città.
"L'attuale situazione nazionale, da qualsiasi angolazione la si osservi, invita, e non poco, all'indignazione.
E', infatti, innegabile che la politica abbia deluso, colpito, amareggiato, chi più, chi meno.
Non vi è alcuno che possa ritenersi soddisfatto dell'odierno andazzo.
Nello squallore che ci circonda, che lascia poco spazio alla più flebile speranza, ho molto apprezzato la decisione assunta dalla senatrice Danila De Lucia (nella foto del 2018 è con Peppino De Lorenzo nella sede di "Messaggio d'oggi") che, senza mezzi termini, ha deciso di lasciare, non ricandidandosi più.
A quella cena del settembre 2020, di cui, giorni fa, "Gazzetta" ha scritto, invitato dal compianto Giovanni Fuccio, pochi mesi prima della sua scomparsa, ero presente anch'io.
Eravamo, lo ricordo bene, in pochissimi amici, e, già allora, De Lucia precisò che non si sarebbe più ricandidata.
Stentai, lo confesso, a crederle e, invece, oggi, predo atto che sia stata di parola.
Si dirà che, forse, abbia intravisto scarse possibilità di rielezione, ma è anche vero che, lo vediamo anche qui da noi, alcuno sia disposto a mollare la presa sottoponendosi a giochi rocamboleschi, passando da destra a sinistra e viceversa, come se nulla fosse, offendendo la dignità, ammesso che ne abbia una.
Il merito di Danila è stato quello di aver bandito l'attesa e l'evolversi degli eventi. Lo ha deciso e basta.
In questi anni, in reiterate occasioni, ho più volte evidenziato il mio legame con i genitori di quest'ultima, di cui sono stato anche il medico, e, quindi, ritengo superfluo ritornare a ricordare quanto affetto, iniziando dalla prima giovinezza, mi abbia legato alla famiglia De Lucia.
Non si può affatto negare che lo stato miserevole in cui si è giunti risulta tale perché tale è il Paese e questi siamo noi.
Scelte non operate, coraggio mancato, il rimandare decisioni importanti ogni volta senza prenderne di concrete, discreditare, sistematicamente, il proprio simile, non dare la dovuta importanza all'onestà ed alla rettitudine che, in ogni caso, rimangono, qualsivoglia si dica, i principi fondamentali della vita, hanno condotto, impietosamente, allo stato in cui ci troviamo.
Dinanzi a questo scenario avvilente che, da anni, si presenta ai nostri occhi, non stupisce più di tanto ripetere, fino alla noia, che così non si possa andare avanti.
Evitiamo, allora, di indignarci più di tanto credendo tutti insieme di cadere dalle nuvole.
Alcuno può ammettere, senza, è ovvio, scandalizzarsi e stupirsi, che ogni stagione politica sia lo specchio fedele degli uomini che la rappresentano.
Siamo così ridotti perchè, ogni volta, abbiamo votato, almeno qui da noi, per decenni, sempre gli stessi politici che, appunto per decenni, non hanno fatto alcunché per il territorio. Una moltitudine di ragazzi è stata costretta a scappare e continua a fuggire dal Sannio.
Siamo così ridotti perché si è, a ripetizione, gridato invocando nuovi metodi di azione rimanendo, in ultimo, però, inermi. Si sarebbe dovuto agire con forte indignazione. Ciò non è stato fatto. Anzi, quei rappresentanti sono stati rivotati.
Siamo così ridotti perché, voltandosi dall'altra parte, è stata data la preferenza sempre agli stessi personaggi.
Siamo così ridotti perché, in tanti, nelle più svariate occasioni, si sono venduti per un piatto di lenticchie non pensando di calpestare la propria dignità. Senza ritegno.
Siamo così ridotti perché la natura dell'italiano è quella di rimanere sottoposto per la vita intera.
Siamo così ridotti perché il silenzio è stato padrone anche quando, invece, bisognava intervenire.
Siamo così ridotti perchè nei periodi in cui situazioni gravi, quale, ad esempio, la crisi climatica incombeva, è stato preferito l'assordante silenzio.
Siamo ridotti così perché non c'è stata una vera riforma della magistratura e, allo stato, chi inciampa nella rete della giustizia verrà massacrato per decenni.
Siamo ridotti così perché la tanto ventilata lotta all'evasione fiscale non ci sarà mai e solo gli onesti continueranno a pagare le tasse.
Siamo ridotti così perché la sanità viene gestita dalla politica ed i manager, di destra o di sinistra, legandosi a qualche potente del carrozzone, passano, imperterriti, da ospedali ad asl, senza ritegno.
Gli esempi da ricordare potrebbero essere ancora tantissimi.
Per le prossime elezioni, che per la prima volta si terranno in piena estate, si aggiunge una nuova variate: quella di essere scarsamente rappresentati quale territorio in quanto, sacrificando volti nuovi locali, si è dovuta garantire l'elezione dei soliti big, quelli che hanno contribuito allo sfascio del Paese, che, per la riduzione del numero della rappresentanza parlamentare, rischiavano, e di grosso, di rimanere fuori.
Il Pd nazionale ha, completamente, dimenticato il nostro territorio.
Sono nato e cresciuto a sinistra. Non ho, comunque, tessere di partito, ma è inevitabile non rimanere stupito per quanto si è verificato.
Umberto Del Basso De Caro ha innumerevoli doti ed un solo difetto che spesso vanifica tutte le sue virtù. Mi permetta la sincerità Umberto.
E' professionista d'indiscussa preparazione, politico raffinato con un eloquio fluido come pochissimi, conosce il territorio al pari di pochi, di provata dirittura morale, cresciuto in una famiglia tra le più stimate in città.
Sarebbe, per questo, l'ideale del politico da tutti aspirato. E' capace, però, di crearsi inimicizie senza misura. Non so come faccia. Ciò spiace.
Quindi, da uomo di sinistra, non ricandidando Umberto, dovrei favorire Camusso, Franceschini e loro simili.
Ricordo De Caro, sia chiaro, quale rappresentante del territorio.
Nel modo in cui sono state organizzate le liste, complice la riduzione dei parlamentari, senza varare, nel contempo, una nuova legge elettorale, non dovrei che ratificare scelte e coalizioni già confezionate.
Suvvia, non facciamo i ridicoli!
Che ne sanno tutti i big calati dall'alto del nostro territorio? Nulla, proprio nulla.
Mai, prima di oggi, si era arrivati a tanto.
Quando ho fatto parte dell'agone politico, per anni, ho ripetuto, a gran voce, che così non andava.
Non solo non sono stato ascoltato, ma combattuto senza pietà anche e ciò è grave, sul piano professionale.
Per opera dei mastelliani, oggi, non avrei percepito neanche la pensione.
Quei personaggi, presi con le mani nel sacco con le intercettazioni, invece di essere rimossi, hanno fatto carriera.
Allora, oggi, ho tutte le ragioni per restare ad assistere lo spettacolo, imperterrito, al balcone.
Per la prima volta in tutta la vita non andrò a votare in quanto, sin d'ora, so bene che il quadro rimarrà immutato, anzi peggiorerà, e qualche volto nuovo, vorrei tanto sbagliarmi, sarà solo sacrificato.
Nel corso dell'ultima consultazione elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale, trattandosi di mio figlio, ho dovuto votare e posso affermare, senza tema di smentite, che il beneficio a lui apportato è stato quasi nullo.
I voti sono stati suoi, solo suoi.
In quei giorni, parlando con un ex questore della città, nel momento in cui gli manifestai la mia difficoltà e l'intima sofferenza per essere costretto ad accettare una politica che aveva trasformato la mia vita, lui mi disse: "Dottore, oggi, per un momento, dimentichi tutto. Ha un solo dovere: quello di fare il padre".
Ho cercato, riunendo tutte le forze, di farlo anche se, lo confesso, non ci sono riuscito appieno.
Allo stato, mi riprendo la mia libertà percorrendo così, con serenità, l'ultimo tratto di vita.
Il 25 settembre approfitterò per fare una gita fuori porta.
Lavorando ancora tanto, ho bisogno di un po' di svago".

comunicato n.151893




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