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Benevento, 20-05-2022 16:51 ____
Gesesa per la seconda volta e' stata esclusa dai finanziamenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il risanamento delle reti
L'Azienda auspica la riproposizione del progetto ad ottobre ma non dice ai cittadini che la maggior parte dei fondi e' perduta per sempre
Redazione
  

Giovanni Senaca (foto), responsabile del Comitato Sannita Acqua Bene Comune, ha inviato alcune riflessioni sui fondi Pnrr perduti e sulla proroga della concessione del servizio idrico alla Gesesa.
"Gesesa - scrive - per la seconda volta, è stata esclusa dai finanziamenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per il risanamento delle reti idriche, in quanto la Regione ha preferito destinarli ai gestori "amici" di Salerno, nonché alla Gori del distretto Vesuviano Sarnese.
La motivazione ufficiale che Gesesa non è gestore unico del distretto Benevento-Avellino non è plausibile, perchè anche Napoli Abc è stata esclusa pur essendo il gestore unico del distretto Napoli.
In realtà, si tratta di una sonora bocciatura per la partecipata del comune di Benevento, la cui gestione non convince neanche l'Ente Idrico Campano.
I finanziamenti avrebbero realizzato un progetto da 54 milioni di euro per ridurre le perdite dei 22 Comuni gestiti, nonché un sistema di telecontrollo per individuare le falle della rete.
Non si comprende, però, che fine abbia fatto lo stesso sistema di controllo, già realizzato a fine anni '90 dalla Beneventana Servizi per monitorare le perdite, la misurazione dei volumi immessi, nonché le pressioni di esercizio.
Gesesa ora piange sul latte versato ed auspica la riproposizione del progetto ad ottobre.
Non dice però ai cittadini che la maggior parte dei fondi è perduta per sempre, perchè i nuovi bandi prevedono misure molto inferiori per le quali dovrà competere con altri gestori.
Il Comitato Sannita Abc da quattro anni chiede l‘affidamento ad un soggetto di diritto pubblico, quale via privilegiata per divenire gestore unico, ma purtroppo i nostri appelli sono caduti nel vuoto con questi risultati.
La politica locale si è intestardita nel rinnovare la fiducia ai privati, nonostante le palesi inefficienze del servizio.
Sono i fatti a parlare e ne aggiungiamo uno nuovo: l'articolo 5 della convenzione stipulata nel '92 con la Beneventana Servizi, prevedeva tra gli obblighi del gestore il completamento della rete idrica nel territorio di Benevento e la realizzazione degli acquedotti rurali, portando l'acqua potabile nelle contrade non servite (Cancelleria, Camerelle Vecchie, Stella, Acquafredda, in parte, Pietrapertosa, Imperatore, in parte, Casiniello, Cese, Panelli, Masseria del Ponte, in parte, Caprarella... solo per citarne alcune).
Nulla di tutto questo è mai stato realizzato, in quanto gli investimenti di Gesesa nelle nuove reti idriche sono vicini allo zero, limitandosi, all'ordinaria manutenzione e riparazione delle perdite, con l'unica eccezione di pochi metri di condutture in concomitanza con le scadenze elettorali.
Qualsiasi amministratore oculato, davanti a questi inadempimenti contrattuali, avrebbe eccepito la risoluzione del contratto, invece il Comune prepara una proroga illegittima e sine die.
Non convincono le rassicurazioni fornite, perchè un affidamento del valore di svariati milioni di euro, non può essere prorogato ad un privato senza gara d'appalto e senza neanche stabilire un termine.
Il Comune non ha alcun obbligo giuridico al rinnovo, come vorrebbe far credere la delibera d'indirizzo numero 101 del 19 maggio scorso, perché Gesesa, anche in mancanza di proroga, non può lasciare i cittadini senz'acqua, in quanto si configurerebbe una palese e pericolosa interruzione di pubblico servizio.
Grande è l'imbarazzo anche dell’Ente Idrico Campano (Eic) che non ha fornito sin'ora alcun formale parere in merito.
La politica ha già deciso di regalare la preziosa risorsa idrica ai mercanti d'acqua, ma deve assumersi adesso tutta la responsabilità giuridica, politica e morale.
Confidiamo sino alla fine nel senso di responsabilità dei consiglieri comunali anche di maggioranza nel non votare la delibera, affinchè prevalgano la ragione ed il dialogo.
Gli appelli del vescovo Accrocca e di papa Francesco a fermare la privatizzazione dell’acqua non possono non restare inascoltati".

comunicato n.149752




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