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Benevento, 15-05-2022 19:31 ____
Il Conservatorio dovrebbe far rima con armonia ed invece si continua a steccare ed a spaccare facendo una voluta confusione rispetto alle questioni
Pasquale Viespoli lancia l'allarme. Quel mancato rinnovo della convenzione puo' diventare anche un elemento di "intimidazione" nei confronti di chi dovra' decidere sulla legittimita' o meno della nomina. Sarebbe come dire: Se non nominate chi dico io, il Conservatorio verra' penalizzato
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Sulla vicenda del Complesso di San Vittorino, che è bene ribadire, si divide in due aspetti completamente autonomi e cioè quello che riguarda alcuni ambienti che il Comune intende cedere in concessione trentennale all'Unisannio e poi c'è il Teatro di San Vittorino, con gli ambienti annessi, che è stato sin qui condotto dal Conservatorio Statale di Musica "Nicola Sala" per il tramite di una convenzione che è scaduta e che il sindaco non vuole più rinnovare.
Perché questa posizione di diniego? Non è stata chiarita dai protagonisti.
I commentatori l'hanno definita con la semplicità di un assunto e cioè che l'ostacolo posto dal presidente uscente Antonio Verga alla nomina del pupillo politico di Mastella, Antonio Rossi, la cui nomina fatta dal ministro è stata fermata da una ordinanza del Tar adito da Verga, debba avere una conseguenza e cioè, appunto, il mancato rinnovo della Convenzione al Conservatorio.
Si dirà: Che c'entra il Conservatorio, Ente, istituzione di eccellenza del nostro territorio con le vicende del suo presidente? Neanche a questo c'è risposta.
Sulla complessità di quanto sta accadendo ne abbiamo parlato con l'ex senatore Pasquale Viespoli (foto) che peraltro all'epoca dell'autonomia del Conservatorio era il sindaco della città.
Chiariamo ancora una volta, ci ha detto Viespoli, che ci troviamo di fronte ad un Consiglio comunale che domattina deve decidere dell'affidamento all'Università di una parte del Complesso di San Vittorino.
Come si inserisce in tutto questo la vicenda del Conservatorio, francamente non l'ho capito.
Ritengo anche io che non c'entri nulla il Consiglio comunale e la decisione che è chiamato ad assumere con il rinnovo della convenzione al "Nicola Sala" per l'uso del Teatro di San Vittorino.
Questo però non mi esime dal dire che la delibera proposta all'esame del Consiglio di domani, appare essere scritta veramente con i piedi, almeno nella versione che leggo io. In essa, prosegue Viespoli, non si riesce a capire nemmeno quale sia l'oggetto del deliberato e ci sono anche periodi sospesi e ripetitivi.
Non si riesce a capire con chiarezza che cosa stia facendo il Comune e perché questa riproposizione o conferma all'Ateneo.
Debbono concorrere con questo bene a dei finanziamenti per fare gli alloggi per l'Università?
Se questo è lo scopo, nella delibera non è comprensibilmente esposto.
Ed anche se così fosse perché lo si deve fare?
Si tenga conto che anche altri soggetti potrebbero concorrere ai Bandi per fare gli alloggi per gli studenti dell'Ateneo, mica solo l'Università.
Tornando però alla vicenda del Conservatorio, ha proseguito Viespoli, il problema è esattamente l'inverso di quello che è stato fatto apparire.
Il Conservatorio dovrebbe far rima con armonia ed invece si continua a steccare ed a spaccare ed a fare una voluta confusione rispetto a due questioni diverse.
Da una parte c'è il tema del rinnovo degli organi istituzionali ed in particolare della presidenza, mentre dall'altra c'è il rinnovo della convenzione che riguarda le Istituzioni mentre il rinnovo delle cariche rigrada anche le persone.
Io ritengo, ci ha detto Viespoli, a maggior ragione, che in una condizione del genere, la prima cosa che si fa sia quella di far prevalere il senso delle istituzioni e la valorizzazione dell'istituzione medesima, che prescinde dal presidente.
La convenzione a questo punto si rinnova proprio per questo, perché dia continuità.
I presidenti passano, ma le istituzioni restano.
E dunque è esattamente l'inverso di quello che sta accadendo ciò che bisognerebbe fare.
Ovviamente quello a cui stiamo assistendo, e non è un bel vedere, non è un problema antropoligico e di appartenenza alla città di Benevento.
E' molto più semplicemente un problema di ordine politico e di ordine culturale, paradossalmente più di ordine culturale che politico.
Il tema fondamentale è sempre lo stesso e cioè quello della cultura istituzionale ed aggiungo il valore della continuità amministrativa.
Non esistono e non possono esistere rotture da questo punto di vista anche perché nel presente c'è sempre il passato ed un sindaco che non si fa carico del passato, è un sindaco occasionale, è di passaggio e fa la cronaca, non la storia in quanto quest'ultima è fatta di passato, di presente e di futuro.
Ed allora il problema che sta emergendo è appunto questo, ed affiora sulla vicenda del Conservatorio ma è anche dentro ad altre vicende di cui poi parleremo.
Da questo punto di vista c'è una coerenza, un filo conduttore che riguarda l'appropriazione delle istituzioni ed il loro utilizzo a fini privatistici.
Parliamoci chiaro, ha proseguito Viespoli, il tema non è Verga o Mastella ma il rispetto delle istituzioni o l'occupazione e la strumentalizzazione e la distorsione nell'utilizzo delle stesse.
Viespoli ha quindi ribadito alcuni passaggi storici basilari.
La consueta autoattribuzione di meriti da parte di Mastella, relativamente anche al Conservatorio o a quant'altro, ogni volta che lo leggo mi ritorna in mente il sarcasmo straordinario contenuto, a proposito, in una intervista di Antonio Pietrantonio al "Corriere del Mezzogiorno".
Che siamo il governo degli anonimi?
Nel 1997 è stato fatto il citato accordo di programma con l'Università, si legge nell'incomprensibile comunicato diramato alla Stampa da Mastella, ma chi era il sindaco in quell'anno dell'accordo?
Mi pare si chiamasse Pasquale Viespoli e così anche quello dell'anno in cui ci fu l'autonomia del Conservatorio si chiamava così ed anche quello che fece l'inaugurazione del Teatro Comunale alla presenza del ministro Domenico Fisichella, presente Mastella, si chiamava parimenti così come documentato da "Gazzetta di Benevento" dell'epoca, ci ha detto Viespoli, sorridendo.
L'ex sottosegretario una sua via d'uscita ce l'ha e la indica.
Da questa brutta vicenda se ne dovrebbe uscire con una decisione unanime del Consiglio comunale che trovi l'accordo sul metodo, sull'impostazione, e dunque sul fatto che proprio in una fase del genere, per rispetto della istituzione Conservatorio e della valorizzazione del suo ruolo e della sua funzione, bisognerebbe rinnovare subito la convenzione per la gestione del Teatro di San Vittorino.
Ovviamente questo non lo farà il Consiglio comunale di domattina che è chiamato ad esprimersi su altro, ma sarebbe utile se all'unanimità si cogliesse l'occasione per proporre un ordine del giorno, tre righe di indirizzo, che chieda all'Amministrazione di avviare tutti gli atti necessari per il rinnovo della convenzione.
E' con questo spirito che bisognerebbe agire e dunque proprio in una fase di difficoltà, che qualcuno ha definito di confusione, proprio in un momento in cui non è chiaro ancora l'elemento della legittimità della scelta, proprio in questa fase il Comune deve dire che rinnova la convenzione al Conservatorio facendo così prevalere il rapporto con l'Istituzione che resta al di là delle vicende delle nomine.
Se non si fa questo, Mastella e la sua Amministrazione dimostrano l'assenza di una cultura delle istituzioni esaltando lo spirito della faziosità e di parte.
Attenzione poi ad una ultima considerazione, ci ha detto Viespoli.
Negare il rinnovo della convenzione diventa anche un messaggio brutto, molto brutto, che non è solo quello di dire il potere e mio e decido io.
Quel mancato rinnovo può diventare anche un elemento di "intimidazione" nei confronti di chi dovrà decidere sulla legittimità o meno della nomina. Sarebbe come dire: Se non nominate chi dico io, il Conservatorio verrà penalizzato.
Ed allora l'elemento della presa d'atto istituzionale avrebbe una duplice valenza perché farebbe prevalere le istituzioni tirando fuori il Comune dalla vicenda delle nomine e non rischiando di far apparire il tutto come una sorta di intimidazione anche rispetto a chi deve decidere.

comunicato n.149609




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