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Benevento, 03-05-2022 19:16 ____
Un rivoletto d'acqua, quale noi siamo, fa fatica a muoversi ed a procedere. Deve unirsi ad altri per diventare un fiume in grado di scorrere con forza
E' stata l'esortazione dell'arcivescovo Felice Accrocca al confronto con istituzioni, associazioni di categoria, rappresentanti dei settori produttivi, per proporre un ascolto sistematico delle realta' piu' fragili, delle storie emblematiche di vita di persone in difficolta'
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Al Centro "La Pace" si è svolto l'annunciato confronto con istituzioni, associazioni di categoria, rappresentanti dei settori produttivi, per proporre un ascolto sistematico delle realtà più fragili, delle storie emblematiche di vita di persone in difficoltà.
Questo è scritto nella nota che annunciava l'evento.
E così è stato.
Rappresentanti di varie componenti della società hanno preso la parola per dar conto, in definitiva, del proprio agire ma se francamente dovessimo dire che in tutto questo un obiettivo sia stato raggiunto, avremmo difficoltà a dirlo così come che sia stato fatto il tradizionale "passo avanti".
Più semplicemente si è parlato, a lungo in verità, nonostante l'esperienza del conduttore Nico De Vincentiis, giornalista.
Tutte valide, per carità, le interlocuzioni ma l'esortazione del vescovo mons. Felice Accrocca ha colto ancora una volta nel segno e cioè: Un rivoletto d'acqua, quale noi siamo, fa fatica a muoversi ed a procedere. Deve dunque unirsi ad altri rivoli per diventare un ruscello e poi un fiume che sia in grado di scorrere con forza.
Tutto inutile dunque?
No, ci mancherebbe, come si fa a dire che tutto sia stato inutile. Non è così. Non è mai inutile confrontarsi.
Ma dobbiamo essere consapevoli che non abbiamo smosso di un millimetro le cose ed avviato a soluzione le problematiche in cui si dibattono quotidianamente tanti nostri concittadini.
Che cosa allora ci dobbiamo aspettare da questi confronti, sempre e solo parole?
Ascolto è la parola magica usata ed anche un po' abusata.
Ma il fatto è che dopo aver ascoltato, e lo stiamo facendo da tempo indefinito, poi bisogna agire e dare concretezza alle parole e lanciare segnali di inversione di tendenza a cominciare da chi ha potere di decidere e non decide, come la delegazione parlamentare e regionale, completamente assente quest'oggi.
Si dirà: Ma il martedì si lavora nei rispettivi Consessi.
Per carità, non sia mai che manchino all'appuntamento. Ma se ci fosse stata volontà a partecipare forse la data dell'incontro di questo pomeriggio poteva anche essere anticipata o posticipata. L'arcivescovo non se ne sarebbe dispiaciuto..., riteniamo.
Questo è.
Chiuse le considerazioni diciamo che l'evento ha avuto inizio con la presentazione di un bellissimo dipinto, opera ancora una volta del maestro Peppino Di Marzo, un artista, ha detto Nico De Vincentiis, che ha disegnato la sua Bibbia artistica in tutta la città.
L'opera sistemata nella sala conferenze del centro "La Pace" rappresenta la Trinità. a cui è stata aggiunta anche l'immagine della Madonna.
L'arcivescovo Accrocca, nel dare avvio ai lavori, ha detto che il percorso si esprime in una logica evangelica ed in uno dei testi più famosi, il Magnificat, che parla delle logiche, appunto, che si rovesciano.
Ed infatti la logica di stasera è quella di rovesciare la tradizionale piramide mettendoci in ascolto con l'intento di giungere a presentare una iniziativa concreta per avviare un percorso di soluzione disegnando un dialogo nuovo nella società.
De Vincentis ha quindi annunciato la presentazione di quattro testimonianze indicative ciascuna del disagio sociale.
Il primo è stato quello del disagio abitativo che avrebbe dovuto essere rappresentato da un filmato che, pur dopo molti tentativi, non ha voluto saperne di dare anche l'audio assieme alle immagini.
In Italia, ha detto allora De Vincentiis, sono 600mila le famiglie che attendono una casa popolare mentre 150mila sono a rischio di sfratto dalle case che abitano.
Con il superbonus altro non si è fatto che premiare la fascia sociale medio-alta.
Il secondo punto è stato quello della violenza di genere e qui Maria Pia e Roberta, opertici della Caritas, hanno presentato Mena, una giovane mamma di quattro figli che ha avuto il coraggio di raccontare in presenza il suo dramma familiare fatto di violenze e prepotenze da parte del marito, violenze più volte perpetrate anche alla presenza dei bambini.
Mena si è separata da un marito violento ed ora vive con uno dei suoi quattro figli ed riesce a provvedere al necessario grazie al suo impiego lavorativo che le procura un reddito di 700 euro al mese.
Non ha mai denunciato il marito per le sue aggressioni.
Anche i suoi genitori, ha detto la 53enne, le tempeste le hanno attraversate, ma lo hanno fatto insieme, sostenendosi a vicenda.
Per il mio uomo, invece, l'unico dio è stato il denaro.
Per 27 anni ho nascosto ogni cosa e sono anche passata per quella che non ero. E' per i nostri quattro figli, ha proseguito Mena, figli anche di violenza, ma che comunque ho voluto, che sono andata avanti anche con il rischio di essere ammazzata per strada.
La mia condanna è stata quella di non parlare.
Neanche a tavola mi era consentito sedere perché altrimenti mangiavo cose che erano state acquistate con soldi non miei.
Erano i miei figli che mi portavano qualcosa da mangiare in camera.
Uscivo di casa, in paese, solo dopo che sul corpo erano scomparsi i segni della violenza. Ho sofferto tanto per tutto questo ma so bene che solo il gesto estremo, il femminicidio, alla fine fa notizia.
Un bel tratto di questo mio dramma l'ho compiuto con l'assistenza spirituale dei sacerdoti della mia zona.
Il 30 agosto del 2018 il mio uomo ha cercato anche di ammazzarmi con l'auto.
Quella sera fui scortata dai Carabinieri che mi accompagnarono in una casa di mia madre, una casa fredda ed impolverata. Ero giunta in quel tempo al punto di avere tutti contro, anche i miei stessi figli.
Poi dopo varie volte che ero passata dinanzi alla Caritas senza avere il coraggio di entrarvi, un giorno ce la feci e lì iniziò un'altra mia vita facendo volontariato e confrontandomi, a partire dal pranzo di Natale, con i più poveri, l'ultimo prima della pandemia, nel 2019, con persone più bisognose di me.
In questo luogo, alla Caritas, il mio dolore era stata la mia voce ed ora posso dire che in fondo al tunnel la luce c'è.
Ora sono tornati anche i miei figli ed io altro non sono che una bisognosa tra i bisognosi, un povero tra i poveri.
Bisogna avere Fede, ha concluso Mena, perché lassù c'è qualcuno che ci ama e che non ci abbandonerà mai.
Altra testimonianza, in assenza del protagonista per motivi di salute, l'hanno portata le due operatrici della Caritas ed ha riguardato la dipendenza dal gioco.
A Benevento la spesa per il gioco era addirittura l'8% del prodotto interno lordo dell'intera provincia tanto da portare il Sannio all'ottavo posto nel Paese per questo tipo di fenomeno.
A tale riguardo le tre domande da porsi sono: Perché questa dipendenza; quale il vissuto personale; cosa mi sto portando dentro da questo percorso di recupero.
A questo punto visto che il filmato sulla problematica abitativa non ha voluto saperne di andare avanti, è stata rappresentata senza filmato la vicenda di Nadia, una donna sola con un figlio.
Disagi e più fragilità oltre quelle abitative.
Si tratta di una disoccupata con reddito di cittadinanza che le consente di pagare l'affitto per un'abitazione inadeguata.
Il quarto caso rappresentato è stato poi quello di una signora di Bonea che vive con il marito handicappato. La figlia ha perso l'anno scolastico.
Frequentava la terza elementare ma non è riuscita ad essere in linea con la Didattica a Distanza nel corso della pandemia e per questo è stata bocciata.
Cinque persone, solo con il reddito di cittadinanza, non si gestiscono facilmente.
Come Caritas, hanno detto le volontarie, siamo intervenuti ma talvolta le famiglie non sanno nemmeno a chi rivolgersi ed a chi chiedere aiuto.
La dispersione scolastica, poi, è un problema diffuso che ritroviamo, come detto, anche in questa storia.
La parola è stata quindi passata a Dario Scrocco, il medico responsabile della "Banca del Tempo dei camici bianchi" della Caritas, dove nel 2017 venne inaugurato l'ambulatorio medico.
Scrocco ha anche parlato della recente creazione di un percorso interattivo per i medici che vogliano dare il propriio contributo all'ambulatorio.
A seguire c'è stato l'intervento di Maria Fanzo, che opera nel sociale e che si è detta impegnata a candidare idee progettuali al bando governativo sulla violenza alle donne per aiutarle a costruire una vita autonoma.
Carmen Coppola, assessore comunale, ha detto che vengono portate avanti le misure che occorrono per i bisogni e le fragilità attraverso azioni che consentano la presa in carico di persone in condizioni di fragilità.
Nicola Fabozzi, direttore dell'Ispettorato del Lavoro, si è detto convinto della necessità della collaborazione istituzionale anche perché le persone parlano più facilmente dove si sentono accolte, come alla Caritas. C'è bisogno anche di fornire consulenza ed informazioni.
Antonio Casazza, presidente di Confagricoltura, ha parlato della necessità di istituire filiere solidali. Il Dna di Benevento è certamente l'agroalimentare ed il turismo e con questi elementi di base si può fare solidarietà. Bisogna poi essere molto attenti ai bisogni dei giovani.
Nicola Romano, presidente di Confcommercio, ha parlato di un capoluogo con una ricrescita pari a zero, anzi che in poco tempo si trova con 600 persone in meno.
Tante piccole aziende chiudono ed erano esse, le piccole mercerie, le salumerie, a reggere l'intero reddito familiare. Queste sono altrettante povertà ma difficili da vedere
Le cose vanno aggravandosi giorno dopo giorno ed occorrono interventi immediati.
Sotto la cenere, ha proseguito Romano, c'è un problema che presto diventerà a carattere sociale.
Quindi ha parlato della dipendenza dal gioco d'azzardo e che è modificabile solo se lo Stato fa la sua parte. Anche nella struttura imprenditoriale di mio riferimento, ha detto Romano, c'erano le macchinette. Io su di esse guadagnavo anche 7mila euro ma c'era lo Stato che nello stesso momento ne guadagnava 21mila.
Se questi soldi fanno parte del prodotto interno lordo a livello nazionale, è ben difficile fermare la ludopatia.
Pasquale Zagarese, direttore della Caritas si è compiaciuto del fatto di aver ricevuto ascolto ovunque si sia recato subito dopo la sua nomina da parte dell'arcivescovo.
La necessità è dunque quella di migliorare la comunicazione e l'informazione creando una circolarità tra le istituzioni che dovrebbero ascoltarsi.
La Caritas, su questo è disponibile a venire incontro a questa necessità.
Dobbiamo dialogare ma anche ascoltarci tra noi altrimenti da soli non si va da nessuna parte.
Questo aoppello di Zagarese sarà poi ripreso anche dagli interventi successivi.
E così Giancarlo Stefanucci della Cisl, che ha parlato della mancanza del lavoro.
Il Sindacato è più sulle cause della perdita del lavoro e noi in questo segmento a Benevento siamo ai primi posti quanto a decrescita.
Bisogna allora lavorare sulla ricetta di Zagarese e cioè fare sinergie sulle nostre competenze ed agire con umiltà nell'ascolto.
Pasqualina Luciano, dirigente scolastico dell'Istituto "Fermi" di Montesarchio, si è soffermata sulla povertà educativa da cui poi nascono altre povertà.
Sono esperienze e progettualità quelle che continuiamo a mettere in campo, nonostante tutto, anche se non dobbiamo sottovalutare il fatto che non siamo in possesso della bacchetta magica.
Luciano ha ribadito la situazione di forte emergenza patita con la pandemia e con le scuole che sono rimaste praticamente chiuse per due anni.
A proposito poi dell'anno scolatico perso dalla bimba di Bonea, la dirigente ha detto che sono stati distribuiti agli studenti tanti computer per la didattica a distanza, ma in tanti paesi del nostro Sannio non c'è la rete e non tutti sono stati aiutati a fare bene. Con la Dad si è andati avanti ma ha anche creato tante problematiche.
Oggi essere qui insieme significa anche che siamo pronti a dare delle risposte.
Alessandro Verdicchio, dirigente delle Politiche Sociali e dell'Ambto B1 del Comune di Benevento, ha parlato di una programmazione in atto che è partecipata con gli Enti del Terzo Settore.
In atto c'è lo sviluppo di un protocollo d'intesa anche con la Caritas per avere una visione d'insieme della platea di persone e famiglie da sostenere ed evitare così anche il giro delle cosiddette 7 chiese dove si passa per racimolare quanto più è possibile.
Anche la vicenda degli Asili nido è sotto osservazione e si pensa di passare dai 20 ai 100 posti. Uno sarà a Capodimonte ed un altro forse alla Ferrovia mentre un altro ancora andrà a Ceppaloni, paese dell'Ambito B1.
A questo punto ha preso la parola l'arcivescovo il quale ha detto che il compito è però anche di chiederci come proseguire e chiedersi anche perché poi molte cose si inceppano.
Ho l'impressione che i nostri sforzi alla fine si insabbino e dunque in ogni settore occorre sinergia. Facciamo in modo che i piccoli rivoli, quale siamo noi, possano ingrossarsi e comporre il fiume che alla fine corre.
Il prefetto Carlo Torlontano non ha negato in apertura del suo intervento, le difficoltà della sua struttura dove c'è evidente carenza di personale.
Alla Prefettura ci si rivolge pensando che possa essere la panacea per tutto ma non è così. Una volta ci fu anche chi voleva che gli scontassimo una cambiale...
Ho cercato, ha proseguito il prefetto, di colmare le carenze interne.
Poi si è chiesto: E' una soluzione comporre dei Tavoli di lavoro?
Ho tentato di farne uno sulla sicurezza del lavoro, ha detto, ma ho dovuto pensarci io altrimenti non si sarebbe andati da nessuna parte.
E dunque per mia abitudine non mi butto a fare una cosa se poi so già che non potrà essere seguita.
Relativamente alla dispersione scolastica vanno bene le iniziative del Comune ma bisogna anche fare attenzione, in generale, a non creare duplicazioni di iniziative.
Bisogna, quindi, massificare gli sforzi e fare rete.
A tale riguardo un ottimo lavoro abbiamo posto in essere con l'assistenza agli ucraini, ha concluso il prefetto.
Come Prefettura siamo a disposizione come luogo di conciliazione ma non di uomini o di risorse, cose che non abbiamo.
Fare una riunione giusto per farla e per lucrare qualche passaggio sui giornali, non mi convince.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.149322




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