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Benevento, 02-05-2022 17:40 ____
Chissa' quanti cattolici come me, in questo tempo cupo di guerra che avvolge l'Europa ma lambisce il mondo intero, sentono la propria anima "gemere"
Mi domando come sara' il cristianesimo agli inizi di questo III Millennio. Se assomigliera' di piu' a quello prospettato dai filosofi dei secoli scorsi oppure sara' piu' vicino a quello dei monaci con gli occhi rivolti al Cielo, afferma Giovanni Mazzone
Redazione
  

Giovanni Mazzone (foto) ci ha inviato una sua riflessione.
"Chissà quanti cristiani o, meglio, cattolici come me - scrive - in questo tempo cupo e inverosimile di guerra che avvolge l'Europa ma lambisce il mondo intero, sentono la propria anima "gemere”"come stretta in una morsa, in quanto, da una parte, cercano di tenere l'orecchio del proprio cuore attento ad ogni parola che Papa Francesco pronuncia su questa immane tragedia, dall'altra, non riescono a tenere a freno il proprio cervello, il quale a sua volta protesta l’autonomia nel ragionare e nell’individuare una strada razionale, concreta, ed anche responsabile, lungo la quale poter rispondere adeguatamente circa le esigenze di questa situazione.
Hegel affermava che "i cristiani sprecano in Cielo le energie destinate alla terra".
Anche Feuerbach e Marx, sulla stessa lunghezza d'onda, hanno affermato che "la credenza nell'Aldilà, aliena dall'impegno terreno".
Ma padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, nella seconda predica di Avvento (2020), smentendo recisamente tali assunti, faceva notare che, prima che le società moderne si assumessero esse stesse il compito di promuovere la salute e la cultura, di migliorare le coltivazioni della terra e le condizioni di vita della gente, furono i monaci che credevano nella "vita eterna" a portare avanti questi compiti.
Sì, credo che sia andata proprio così. Ma pur avendo piena fiducia nelle parole espresse dal suddetto prelato, penso tuttavia che nella complessa vicenda del cristianesimo, nello svolgersi di tutto questo tempo, sia nella dimensione individuale che in quella sociale dove la fede si esprime, effettivamente non siano affatto mancati altri “esempi, stili, interpretazioni” riconducibili alle parole lasciate dai sopraccitati filosofi.
Tuttora se ne vedono intorno a noi.
Sicché, ponendo mente al pacifismo di questi giorni, soprattutto di matrice cattolica, che si oppone alla volontà degli Stati di armare l'Ucraina, mi domando, seriamente perplesso e preoccupato, se non sia questo uno di quei casi in cui, pur partendo da nobili principi, non si finisca, poi, di fatto, in una posizione tesa a promuovere il quieto vivere, evitando qualsivoglia responsabilità rispetto al corso della Storia.
Questo mi sembra che venga fuori, anzitutto quando leggo certa stampa cattolica, che talvolta o spesso ahimè ha un sapore retorico.
Mi ritrovo a riflettere queste cose, mentre nemmeno a me sfugge il confronto in corso tra democrazie e autoritarismi che caratterizza ormai il secolo appena iniziato.
L'affermazione di qualche anno fa di Vladimir Putin "Il liberalismo è obsoleto", non conteneva una bugia, ma solo un’esagerazione.
Che lo Stato liberale, "presupposto storico e giuridico dello stato democratico" (Bobbio), abbia bisogno di un "tagliando", lo si comprende agevolmente, basti guardare in quale misura quelle "libertà individuali", oggetto dello stato costituzionale moderno, siano diventate "narcisismo e perfino mitomania", quella stessa merce che per paradosso ha gradualmente eroso l’idea di stato, comunità, partito, famiglia.
Mi vado domandando come sarà il cristianesimo agli inizi di questo III Millennio e che ruolo avrà nel contesto appena segnalato: se assomiglierà di più a quello prospettato dai filosofi dei secoli scorsi che non vedevano di buon occhio i cristiani, oppure, come io spero, se sarà più vicino a quello dei monaci con gli occhi rivolti al Cielo e le mani protese su questa terra, narrati dal predicatore Cantalamessa".

comunicato n.149301




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