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Benevento, 27-04-2022 17:51 ____
Ho un ricordo meraviglioso di papa' ma questo aumenta il rimpianto di non averlo avuto con me. Sono stata con lui solo sei mesi prima dell'assassinio
La storia che viene raccontata finisce la mattina del 27 aprile 1982 e comincia li' quella della mia vita, in quella mattina di un tiepido sole di primavera. In tutta la mia esistenza questo pezzo mi e' mancato, ha ricordato Maria Teresa Delcogliano alla commemorazione del padre Raffaele
Nostro servizio
  

Alla tragedia non si può porre rimedio.
Raffaele Delcogliano e con lui il suo autista Aldo Iermano, non saranno restituiti alle famiglie, agli amici, alla collettività beneventana e sannita.
Ma il fatto che dopo 40 anni ci si ricordi di loro, è un fatto assolutamente emozionante e degno di essere portato nella voce attiva dei nostri rapporti sociali che sono sempre più gelidi e senza più amore.
Nonostante l'emozione di questi momenti sia stata molto forte e ci ha colpiti in quanto siamo stati amici veramente molto stretti di Raffaele Delcogliano e rivedere la sua prima figlia, Maria Teresa (nella foto di apertura), detta Pallina, quella che peraltro compare nelle foto dell'articolo di Roberto Costanzo ancora pubblicato in pagina nel giorno del suo battesimo, ci ha fatto tornare con la mente ad una cinquantina di anni fa anche grazie alla bella somiglianza che ha con il papà.
Non ha avuto, le abbiamo chiesto, la possibilità di conoscere papà perché era piccolissima, solo pochi mesi, quando una mano assassina, il 27 aprile del 1982, glielo ha portato via per sempre.
Ha avuto la fortuna di essere tenuta tra le braccia del suo papà solo per poco tempo, quello che però non ha potuto neanche ricevere sua sorella Raffaella che è nata dopo la morte di papà Raffaele.
Le hanno però parlato, in famiglia, di questo grande papà.
Ed allora, abbiamo chiesto a Maria Teresa, oggi quarant'enne, come le fosse arrivata questa figura di papà che non ha mai veramente conosciuto.
In realtà, ci ha risposto Maria Teresa, la cosa magica di papà non è rappresentata solo dai ricordi della famiglia, ma di tutta una comunità.
Io e mia sorella, ogni volta che arriviamo a Benevento, incontriamo più di una persona che parlando di papà Raffaele si emoziona e si commuove nell'incontrarci.
Le parole, sono sempre le stesse quelle che ci dicono tutti: Vostro padre era una persona meravigliosa.
In famiglia i racconti, gli aneddoti che sono giunti a noi, non fanno altro che rafforzare quello che tutta la comunità ogni volta gli tributa.
Con mia sorella Raffaella, poi, ancora di più perché gli somiglia tantissimo a papà.
Questo vuole anche dire che il ricordo, anche dopo tanti anni, è ancora molto forte, abbiamo detto a Maria Teresa.
Certamente sì, ci ha risposto, ed ancora oggi la gente mi ferma per farmi notare e ricordare la sua generosità e l'amicizia che dimostrava verso tutti.
E come complimento spesso questo mi viene rivolto anche a me: Si vede, mi dicono, che sei la figlia di Raffaele Delcogliano, perché sai stare con tutti, come faceva lui.
Un ricordo bellissimo, dunque... abbiamo ancora detto alla prima figlia di Raffaele Delcogliano.
Certamente sì, un ricordo meraviglioso, ma questo aumenta il rimpianto di non averlo avuto. Sono stata con lui solo sei mesi prima dell'assassinio essendo io nata a novembre del 1981.
Ai suoi figli ha trasmesso queste emozioni e questi ricordi del nonno, abbiamo chiesto a Maria Teresa?
Certamente sì, ci ha risposto.
Ho tre figli di cui uno, il primo, Leonardo, che ha quasi dieci anni, li compirà a settembre mentre i due gemelli, Ludovica e Leone Massimo, li compiranno 8 anni a luglio, Leonardo, dicevo, somiglia in maniera incredibile a mio padre.
Loro conoscono bene la storia di nonno Raffaele.
Non nei dettagli dell'eccidio, ovviamente, ma sanno che hanno un nonno in cielo che li protegge.
Beh, abbiamo concluso noi, al riguardo bisogna anche ricordare che la mamma di Raffaele Delcogliano, il giorno dell'omicidio del figlio, nel perdonare gli assassini disse anche che sono giovani che sparano ai simboli, ma che colpiscono gli uomini.
Si, questa frase la confermo, ha concluso Maria Teresa.
I miei figli sono ancora troppo piccoli per comprenderla.
La storia che viene raccontata finisce la mattina del 27 aprile 1982 e comincia lì quella della mia vita, in quella mattina di un tiepido sole di primavera. In tutta la mia vita questo pezzo mi è mancato.
Poco prima di questa chiacchierata con Maria Teresa Delcogliano, si è tenuta la cerimonia religiosa nella chiesa di Santa Sofia.
L'arcivescovo mons. Felice Accrocca, che ha presieduto la celebrazione eucaristica, ha detto all'Omelia che le Letture sembra siano state scelte proprio per questa occasione.
La luce del Signore irradia il mondo ma gli uomini hanno guardato e guardano più alle tenebre.
Questo male lo hanno prodotto 40 anni fa e lo produrranno ancora perché il male medesimo è una riserva personale e strutturale di questa condizione di uomini.
Ci sono addirittura organizzazioni che lo portano avanti.
Eppure Dio ci ha dato la luce ed ha fatto tanto per noi fino al punto da darci il suo figlio unigenito.
Il nostro è un Dio che ama la vita, ha detto l'arcivescovo.
Non ho conosciuto personalmente Raffaele Delcogliano ma penso che lui sapesse che le scelte che stava facendo lo portavano incontro ad amare sorprese.
Mons. Accrocca ha ricordato poi il racconto che fece l'autista di Pierasanti Mattarella, ucciso dalla mafia. Quando ebbe l'assessorato ai Lavori Pubblici, disse l'autista che è vissuto oltre i cento anni di età, lì firmo l'accettazione della carica ma anche la sua condanna a morte.
E dunque chi dà la forza per vivere e superare questi momenti?
Quali i passaggi concreti, ha proseguito l'arcivescovo, che ne hanno decretato la morte? 
Anche noi nel nostrio piccolo siamo chiamati a scegliere tra la luce e le tenebre, tra la fedeltà e l'infedeltà. E questo vale anche per le persone non credenti.
Anche gli Apostoli del Signore, non fecero grandi cose per mettersi di traverso, e tuttavia solo per la loro fede pagarono con la vita.
Il Signore, ha ancora detto l'arcivcescovo, ci dia la forza di vincere sulle nefandezze.
Non esce perdente da questo mondo una vita che è stata lasciata per il bene. Esce sconfitto invece chi ha premuto il grilletto e chi lo ha ordinato.
Quella morte è come un seme che germoglia
Il fatto che dopo 40 noi siamo ancora qui a ricordarli, vuol dire che quelle esistenze hanno lasciato traccia e che non sono passate invano.
A Dio, ha concluso l'arcivescovo, dice bene della vita di coloro che hanno sfidato la morte e l'hanno trovata. Il sacrificio di Raffaele non è rimasto fine a se stesso ed ha prodotto frutti, ha concluso mons. Accrocca.
Ultimata la celebrazione della Messa, il corteo delle autorità composto dal prefetto, Carlo Torlontano, dal vice sindaco Francesco De Pierro, dal questore Edgardo Giobbi, dal colonnello della Guardia di Finanza, Eugenio Bua, dal maggiore dei Carabinieri, Vincenzo Falce, dal presidente del Consiglio comunale, Renato Parente, da assessori e consiglieri comunali, si è diretto nella Villa Comunale dove sono stati deposti dei fiori dinanzi alla stele che ricorda i due martiri Raffaele Delcogliano ed Aldo Iermano.
Fiori sono stati deposti dalle autorità comunali anche in via Delcogliano ed a piazzale Iermano.

 

 

 

 

 

 

 

   

 

   

 

comunicato n.149169




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