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Benevento, 29-09-2021 13:18 ____
Marino Scherillo, collaborato da Luca Milano, ha presentato "In presa alta", il libro di Ivano Bordon, la preziosita' di una esperienza umana
L'evento, cui ha partecipato il tre volte campione del mondo di Calcio, ha chiuso la due giorni di prevenzione "Metti il Cuore in testa, testa il tuo cuore"
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Marino Scherillo, il primario di Cardiologia del "Rummo", ancora una volta ha voluto supportare la sua iniziativa dal titolo: "Metti il cuore in testa, testa il tuo cuore", con un evento letterario di grande rilevanza e di presa sul pubblico.
Stavolta, grazie alla complicità di Luca Milani, vice presidente dell'Ordine dei Medici, ha voluto come suo ospite il due volte campione del mondo di calcio e campione del mondo con la nazionale militare, Ivano Bordon che è venuto all'Azienda Ospedaliera "San Pio" a presentare il suo libro: "In presa alta. Le parate di una vita di un portiere gentiluomo d'altri tempi", a cura di Jacopo Dalla Palma e con la prefazione di Gabriele Oriali.
Scherillo ha voluto subito ringraziare anche la signora Elena Ferrari, moglie di Bordon (nella terz'ultima foto in basso è con Luca Milano), che lo ha accompagnato a Benevento, per la possibilità che ci viene data di poter far affiorare anche i processi sanitari di cui questa Azienda che è sempre più attrattiva.
Il reparto di cardiologia nell'anno ha svolto quasi 1.500 operazioni chirurgiche e 2.000 visite mediche.
E' stata fluida ed efficace l'assistenza resa, anche in un sistema complesso come il nostro, ha proseguito Scherillo.
L'attenzione di tutta la sanità, nei lunghi mesi passati, è stata concentrata sulla gestione della pandemia e questo ha comportato di dover usare lo slogan "Metti il cuore in testa" nel senso che nessuno più di te paziente deve pensare a curarsi.
Nei diciotto mesi passati, abbiamo avuto la presenza di pochi pazienti programmati e maggiormente sono stati quelli che ci sono giunti in pronto soccorso con il 118. La gente aveva paura di affidarsi alle cure dell'Ospedale.
Ora bisogna riprendere lì dove si è lasciato ed i cittadini, ha proseguito Scherillo, devono sottoporsi a controlli, soprattutto deve farlo chi ha avuto già episodi trattati come un infarto.
Le visite tutte si svolgono in assoluta sicurezza e non c'è motivo alcuno per non farle.
Il primario ha quindi ringraziato Luca Milano per aver raggiunto telefonicamente Bordon, un atleta il cui tratto è visibilmente evidente nella eleganza del professionista italiano dello sport.
Il libro ci racconta di un profilo umano che vuol dire anche che bisogna prendersi cura di sé.
In presa alta, dice il titolo del libro, ha concluso Scherillo, in questa frase è raggruppata la preziosità di una esperienza umana.
Ad aprire i lavori è stata Laura Coppola, direttore amministrativo dell'Azienda Ospedaliera "San Pio" che ha innanzitutto sottolineato l'importanza di queste due giornate di prevenzione fatte dai laboratori cardiologici nel solco di una tradizione per la prevenzione.
Quello di stamane è un compendio a questa iniziativa e con la presenza di Bordon andiamo a sottolineare la testimonianza di una vita vissuta.
Proseguiamo così nell'eccellenza voluta dal direttore generale Mario Ferrante, oggi assente per via di imprevisti impegni istituzionali a Napoli, ha concluso Coppola.
Il direttore sanitario, Giovanni Di Santo, ha sottolineato anch'egli l'importanza dell'evento.
E' questa una emozione importante che nasce quando mente e corpo si incontrano.
Abbiamo dei campioni del calcio stamane ma anche del sistema sanitario ed in questo certamente c'è Marino Scherillo che porta avanti da tempo il concetto, utile, della prevenzione.
Questo evento  si pone al culmine di una due giorni importante di prevenzione delle malattie cardiologiche. Fare prevenzione, anche in questio caso, significa non appartenere alla categoria dei ricoverati.
Abbiamo messo e mettiamo sempre a disposizione dell'utenza e del territorio, come in questo caso, le nostre eccellenze, ha concluso Di Santo.
Giovanni Ianniello, presidente dell'Ordine dei Medici ha ricordato come due anni fa, a settembre del 2019, qui, in questa sala, è stato presentato il libro di Franco Di Mare. In quei giorni nessuno di noi avrebbe immaginato ciò che stava per succedere.
Siamo ancora in pandemia ma la diffusione del virus è mutata ed anche l'evento di oggi è un segno tangibile di ritorno alla normalità.
Di Bordon, Ianniello ha tratteggiato la signorilità nel campo, quella stessa signorilità che è confermata anche nel libro che parla della sua vita.
Egli è stato per due volte campione del mondo con la nazionale di Calcio ma lo è stato anche una terza volta con la nazionale militare di Calcio nel 1973.
Nonostante questo palmares così importante, ha concluso Ianniello, egli è molto umile e questo dovrebbe essere un elemento caratterizzante anche dei giovani che si avvicinano alle attività sportive pensando, a torto, di essere già arrivati in vetta.
Luca Milano, l'altro protagonista della venuta a Benevento di Bordon, ha detto di essersi molto emozionato nel momento in cui ha chiamato al telefono il campione del mondo per invitarlo a Benevento. Ho temporeggiato molto prima di comporre quel numero di telefono.
Bordon è un uomo fantastico dentro e fuori campo, è un gentiluomo.
E' andato a conoscere i ragazzi del Benevento (Luca Milano è anche il medico sociale del Benevento Calcio ndr) e stamane ha fatto lo stesso anche con la prima squadra.
A questo punto Milano ha consegnatro a Bordon la maglia da portiere del Benevento Calcio.
Ivano Bordon, a cui è stata passata la parola, ha manifestato tutta la sua emozione per questa bella accoglienza riservatagli ed ha rivelato che anch'egli è stato sottoposto ad un intervento per il cuore e quindi so di che si parla e dico che i campioni qui siete voi.
Questo libro, ha detto Bordon, nasce dalla esigenza di far conoscere ai giovani quella che è la durezza di ciò che prova un ragazzo di 15 anni, come me, che lascia la propria casa e la propria famiglia, nel Veneto, per avviarsi lungo un percorso che lo ha poi portato dove sono arrivato io.
Siamo nerl 1966, ha detto Bordon, ed i tempi erano certramente diversi da quelli di oggi.
Sono stato contattato da Jacopo Dalla Palma perché voleva raccontare la mia storia e così ci siamo intesi e nel giro di un anno abbiamo dato vita a questo libro che non è un volume noioso di tecnica calcistica, ma un racconto di vita.
A questo punto Luca Milano ha descritto il libro che è strutturato secondo i tempi della classica partita di calcio.
C'è dunque la parte relativa al riscaldamento; al primo tempo, che è stato quello del giocatore; al secondo tempo, quando si è dedicato ad allenare i portieri e poi all'uscita, al dopo partita.
Oggi, ha detto Bordon, c'è un approccio  negativo da parte degli stessi genitori che pensano subito che per il figlio sia giunto il momento di essere il campione.
La mia famiglia, non voleva invece che io andassi a Milano a sottopormi ad un provino all'Inter.
E fu lì che Allodi disse a mio padre che mi accompagnava: Il ragazzo ci interessa.
Mio padre, tornando a casa, disse contento a mia madre: Lo hanno preso, siamo interisti.
Mia mamma ci restò male e disse a mio padre: Ivano non è solo figlio tuo...
Era triste per ciò che stava accadendo, vedeva il suo figlio andar via di casa, ed allora con mio padre decidemmo: Domani strappiamo tutto e non se ne fa più niente.
Poi, per fortuna, anche grazie al sostegno dei miei amici del paese, le cose non andarono così.
Oggi ci sono i procuratori che purtroppo prendono i bambini anche a 7/8 anni per farli diventare dei campioni ed i genitori li pressano addirittura perché pensano effettivamente di avere in casa un campione inespresso.
Ed invece i bambini hanno bisogno di giocare con i loro coetanei, di divertirsi in semplicità.
Diciamo in gergo che dovrebbero essere tutti orfani quei ragazzi che vengono scelti.
Milano ha chiesto a Bordon anche di raccontare qualche episodio del suo "primo tempo" ed il campione ha parlatro del suo rapporto con Facchetti, Mazzola mentre si allenava con i portieri della grande Inter. Mi hanno sempre aiutato, avevo solo 18 anni.
Giocai anche contro il Santos di Pelé ed il grande calciatore avendo saputo del mio esordio venne a darmi la mano ed a spingermi a fare bene.
Tutto questo gli è costata anche la lontananza dalle sue amicizie che ha potuto ritrovare solo 6-7 anni fa.
Era dal 1966 che non vedevo più il mio gruppo di amici ed è stato bellissimo ritrovarli anche perché nel mio paese di nascita non ho vissduto molto ma sono contento di aver dato tante soddisfazioni ai miei concittadini.
Incalzato da Milano, Bordon ha quindi parlato della sua esperienza quale preparatore dei portieri. In loro ho cercatro di inculcare sia l'elemento tecnico ma anche e soprattutto la necessità di migliorare la mentalità con cui si agisce.
La terza parte del libro ha riguardato le emozioni che ti porti dentro dopo tanto agire.
Sono state tante le esperienze positive, molte di più di quelle negative che pure ci sono state.
Nel 1970 fu l'anno del mio esordio e sostituii Vieri.
Persi la prima partita ma poi recuperammo anche 7 punti al Milan e vincemmo lo scudetto.
Certamente, ha ricordato Bordon, l'emozione più grande è stata rappresentata dai Mondiali di Calcio in Spagna, nel 1982, quando vincemmo la coppa del mondo. Ero il sostituto di Zoff.
Poi c'è stato il mondiale del 2006 ed io sono l'unico ancora vivente ad aver vinto 2 mondiali.
Ha ricordato, Bordon, anche il grave errore nella partita col Real Madrid allorquandio si fece sfuggire la palla e non riuscì a recuperarla prima che questa entrasse in porta.
Un episodio, ha detto, che ricordo malvolentieri.
Ma sono poche le cose di cui dispiacermi.
Il ruolo del portiere, in una squadra, è particolare e ad esso molto spesso vengono addebitate colpe che quasi sempre non ha, ma viene ad essere egli l'oggetto di critiche facili.
Da qui nasce la necessità di avere un grande equilibrio mentale. Non abbattersi ma neanche esaltarsi più del dovuto.
Per lui, nella partita col Borussia in cui parò un rigore dopo 15 minuti dall'inizio, fu coniata da Sandro Ciotti la frase: Ivano Bordon, la forza dei nervi distesi.
Bordon ha chiuso sottolineando l'importanza della presenza della moglie Elena con cui è sposato da 46 anni.

 

 

 
 
 

 

 

 

 

 

comunicato n.143987




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