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Benevento, 06-09-2021 21:12 ____
"Antonio Pietrantonio, il sindaco dei record" non e' stata solo la presentazione di un libro ma il ricordo di una lunga esperienza amministrativa
Molto emozionata Maria Gabriella Fuccio che ha sottolineato come questa fosse la prima occasione di un ricordo pubblico del papa' Giovanni che ha fondato e condotto per oltre 40 anni la casa editrice ed il giornale
Nostro servizio
  

E' stato un evento che forse avrebbe dovuto essere rappresentato al Teatro Romano.
Non è stata solo la presentazione di un libro, ma il ricordo di una esperienza amministrativa che è rimasta nel cuore di tanti beneventani.
Ci riferiamo all'epoca del sindacato di Antonio Pietrantonio che il libro, scritto da Mario Pedicini ed edito da Realtà Sannita e stampato dalle Grafiche Iuorio, definisce il sindaco dei record.
Un periodo storico che i cittadini del capoluogo ricordano come favorevolmente irripetibile, forse anche con un po' di indulgenza che il tempo che passa di solito conferma.
Ad aprire i lavori è stata una emozionata Maria Gabriella Fuccio, primogenita di Giovanni, il fondatore della casa editrice che con questo volume dato alle stampe, ha portato nel suo catalogo la bellezza di 163 titoli.
Questo è un momento particolare, ha detto dinanzi allo sconfinato pubblico che ha affollato l'Auditorium del Centro "La Pace", perché è la prima presentazione di un libro delle nostre edizioni che avviane dopo la scomparsa di mio padre che, per oltre 40 anni, ha portato avanti il giornale e la casa editrice, appunto.
Papà è stato sempre mosso dalla passione e dall'amore per il nostro territorio. Noi di famiglia abbiamo ereditato tutto questo e proseguiamo sulla strada che ci ha segnato, sicuri che questi strumenti della comunicazione contribuiscono alla crescita socio-economica del nostro Sannio.
La parola è quindi passata al primo relatore, Giancristiano Desiderio, giornalista, il quale ha evidenziato che il senso della serata è l'eredità di un'opera da accogliere e continuare.
Nel libro di Mario Pedicini su Pietrantonio, sono contenuti due record.
La durata del suo sindacato e poi il contenuto dello stesso che è certamente caratterizzato da grandi opere.
Ma Pedicini nel suo libro non parla in maniera stretta solo di Pietrantonio politico, ma dell'uomo, umano e simpatico.
Ma chi è Pietrantonio? si è chiesto Desiderio.
E' un moderato, un cattolico democratico, un democristiano.
Tutto questo è Pietrantonio ma certamente non un fanatico.
Di questo personaggio il libro tratta della famiglia, della formazione, di politica ed infine dell'uscita di sicurezza.
In tutto ciò particolare rilevanza ha la figura della mamma ma anche quella di don Emilio Matarazzo, grande amico di Pietrantonio.
Diciamo che Benevento nei dieci anni di Pietrantonio, è stata sprovincializzata.
Poi arrivarono anche i tempi brutti, quelli dell'arresto per un puff, per un nulla, ha proseguito Desiderio.
Pietrantonio esce di scena con poche righe inviate ai magistrati ed è stata questa la sua uscita di sicurezza.
A completamento della sua opera Pietrantonio fonda poi l'Istituto Alberghiero. Con la scuola e il compito di educatore, conclude la sua esperienza lavorativa.
Desiderio ha concluso con un aneddoto. Era il tempo del grande architetto Pagliara che accennò ad una sua idea: Quella di spostare l'Arco di Traiano.
Quando qualcuno chiese a Pietrantonio se questa idea potesse avere un seguito egli rispose: E' più facile che si sposta Pagliara che l'Arco. E così fu...
Ad intervenire è stato quindi il secondo relatore, Ortensio Zecchino, irpino, parlamentare e ministro dell'Università. Senatore del Collegio di Benevento ed Ariano Irpino.
Questo libro, ha detto Zecchino, è uno scrigno di preziosità e suggestioni.
Una testimonianza carica di stima quella che emerge dallo scritto di Pedicini, un contenitore anche di storia locale che poi si intreccia con quella di più grandi realtà.
Zecchino ha anche ricordato che non appena Pietrantonio venne eletto sindaco di Benevento lo andò a dire alla mamma: Così potrà capire cosa è la democrazia e la sua mobilità sociale.
La storia di Pietrantonio si rispecchia anche nella tragedia che coinvolse Raffaele Delcogliano (27 aprile 1982 ndr).
Anche Benevento in quegli anni pagò un tributo altissimo al periodo del terrore.
Ortensio Zecchino ha quindi narrato un aneddoto che vedeva coinvolto Ferdinando Ventriglia per anni alla guida del Banco di Napoli, noto anche con il soprannome di re Ferdinando, ultimo re di Napoli.
Pietrantonio riuscì a farsi promettere una cospicua somma di denaro per l'acquisto di Palazzo De Simone (oggi sede del Conservatorio e di Unisannio).
Il sindaco riuscì talmente bene a "circuire" il grande banchiere che alla fine ottenne molto di più di quanto aveva chiesto.
Zecchino ha quindi parlato della istituzione dell'Università a Benevento. Lui era relatore del Piano sulle Università (1988) che potenziava semplicemente il sistema accademico nel centro e nel settentrione. Per Benevento fu inserita la Facoltà di Ingegneria Informatica lì dove si voleva che l'Università fosse solo a carattere umanistico.
Zecchino non ha potuto poi trascurare la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Pietrantonio.
Al solo pensiero di ciò che gli successe mi ribolle il sangue.
Fu portato a giudizio dopo 5 anni dalle prime accuse e senza essere stato mai ascoltato da un pubblico ministero.
Pietrantonio, comunque, non è stato mai colpito dalla tentazione della onnipotenza del potere.
A prendere la parola è stato quindi il sindaco Mastella che ha sottolineato come per noi Pietrantonio fosse il sindaco per antonomasia.
Questo suo amore per la città suscitava in noi un sentimento di riconoscenza nei suoi confronti.
Eravamo come un gruppetto di carbonari e per tanti aspetti riuscimmo anche a bloccare la subordinazione da Avellino.
Alla nostra classe dirigente fu riconosciuta una certa capacità.
Parlando della vicenda giudiziaria che ha colpito Pietrantonio, Mastella ha anche detto che tanti di noi oramai non hanno più fede nella giustizia.
Contro i "plotoni di esecuzione" c'è popco da fare. Finché non torna l'equilibrio tra la magistratura ed il parlamento, non si va da nessuna parte.
Mastella ha concluso dicendo che da sindaco gli fa piacere aver preso in parte il suo testimone.
A concludere, prima del protagonista del libro, è stato Mario Pedicini, l'autore, il quale ha sottolineato come il volume sia frutto di una interlocuzione con Pietrantonio che è durata circa 10 anni.
Ci siamo detti un sacco di cose e forse occorrerà qualche volume in più per riportarle.
Pedicini ha sottolineato la forte amicizia che intercorreva tra Pietrantobnio e don Emilio Matarazzo al punto che avallò una cambiale di 300mila lire firmata da don Emilio e gli diede un contributo per le sue attività di 600mila lire, pari ad una decina di stipendi degli anni Settanta.
Il loro è stato un legame che è andato anche oltre la morte di don Emilio e l'esempio è dato dal Centro "La Pace" che certifica tutto il loro stretto legame.
Pedicini riguardo la vicenda giudiziaria di Pietrantonio ha anche parlato delle coincidenze strane. Chi diventerà sindaco dopo di lui è stato uno dei firmatari della interrogazione al sindaco che ha dato poi la stura a tutto il procedimento giudiziario.
Nessuna denuncia. L'interrogazione diventa materia della Procura che legittima così l'indagine.
A questo punto la parola è passata ad Antonio Pietrantonio che ha voluto ricordare Giovanni Fuccio e si è augurato che il prossimo incontro possa proprio essere incentrato sulla presentazione di un libro su Fuccio.
Ha ringraziato poi i tanti presenti: Siete stati tutti molto generosi con me. Questa partecipazione mi ha toccato profondmente perché dopo tanti anni di oblio non pensavo si adunasse una platea così vasta solo per me.
A questo punto è cominciata la lunga fila per farsi autografare una copia del libro.
Tante le persone che sono venute ad omaggiare Pietrantonio.
Tra queste anche Alfredo Balsamo (nella foto di apertura), il direttore artistico per antonomasia di Città-Spettacolo che Pietrantonio non ha tenuto a battesimo come quasi sempre si dice in quanto essa fu inaugurata da Nicola Di Donato nel 1980 su un'intuizione di Emilio Iarrusso, ma che comunque ha condotto per mano lungo la strada della prima adolescenza e giovinezza.

 

 

 

 

  

 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

comunicato n.143446




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