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Benevento, 16-08-2019 18:16 ____
E' nato l'Ato dei rifiuti e la legge ora impone che assuma gli ex dipendenti dei Consorzi rifiuti prima di pensare ad altri
Ma sono sicuro che si trovera' il modo per lasciarli fuori dopo aver letto tra le righe delle prime dichiarazioni del direttore generale dell'Ato, Massimo Romito, che il modo sia stato gia' trovato, scrive Piero Mancini
Redazione
  

Piero Mancini (foto), ex dipendente del Bn3, interviene sulla questione legata ai lavoratori degli ex Consorzi Rifiuti.
"Caro direttore - scrive - da anni il suo giornale segue, con grande trasporto, i gravissimi problemi che i lavoratori utilizzati nella filiera dei rifiuti sono costretti ad affrontare.
Ultimi i dipendenti dello Stir di Casalduni.
I 124 dipendenti dei Consorzi Bn1, Bn2 e Bn3, che si erano illusi di avere un lavoro sicuro e garantito fino alla pensione, sono stati i primi, nel 2010, a saggiare la deregulation, la flessibilità e la precarietà che caratterizza l'intero comparto.
Il suo giornale ha seguito in profondità anche la vicenda dei lavoratori ex Russo: Spremuti come limoni e gettati via senza alcuna pietà.
Scientificamente raggirati. Era stato promesso un futuro roseo in cambio di uno sfruttamento, anche psicologico, non descrivibile.
Ho lavorato con alcuni di loro e sono pienamente consapevole di ciò.
Poi è stato il turno dei cosiddetti somministrati. Interinali di una nota agenzia.
Anche con loro è stato usato lo stesso meccanismo: Lavorate con ritmi elevati, dimostrate di essere produttivi e sarete premiati con l'assunzione.
Anche loro hanno inutilmente protestato quando il miraggio è svanito.
Ora già si approssima il turno dei lavoratori che hanno vinto addirittura un concorso.
Bisogna far posto ai dipendenti dello Stir. Altro giro, altra corsa.
Mastella ha pubblicamente promesso di farli lavorare in Asia.
L'azienda è diventata l'ultima spiaggia dei disperati.
Anche ad alcuni dipendenti degli ex Consorzi è stata promessa la stessa cosa.
Intanto, mentre la Samte muore, un fallimento scientificamente perseguito, ecco che nasce l'Ato.
Da anni i lavoratori dei Consorzi sperano che l'Ato inizi ad operare.
La legge regionale che li istituisce, infatti, prevede anche il ritorno al lavoro di tutti gli ex dipendenti.
Questo è scritto, ma, come al solito, fatta la legge trovato l'inganno.
Si troverà il modo per lasciarli fuori.
Anzi, sono sicuro, dopo aver letto tra le righe delle prime dichiarazioni del direttore generale (dg) dell'Ato, Massimo Romito, che il modo sia stato già trovato.
Solo pochissimi fortunati, forse, ritorneranno a lavorare in modo continuativo.
Per qualche sindacalista, e non solo, sarà arrivato, finalmente, il momento per una vendicativa resa dei conti.
Ritornando ai dipendenti dello Stir, gestito dalla società provinciale Samte.
Hanno perso il lavoro per un solo reale motivo, concreto e inconfutabile: i Comuni non hanno pagato la Samte per il conferimento della frazione indifferenziata.
Andrea Camilleri, il padre di Montalbano, ha affermato in un suo scritto che in Sicilia, per capire la realtà, ciò che è veramente importante e quello che non si dice e chi non lo dice.
Il sindacalista Cosimo Pagliuca, della Uil, ha tentato di difendere, fino in fondo, i diritti dei lavoratori dello Stir.
Lo ha fatto in due modi.
Interessando della vicenda il deputato Pasquale Maglione, dei 5Stelle.
Dicendo una scomoda verità per altri sindacalisti che, infatti, non la dicono: I Comuni sono debitori di 8-9 milioni di euro verso la Samte.
Che, quindi, se avessero onorato solo il 30% di questo debito i lavoratori non sarebbero stati licenziati.
Come è stato possibile far accumulare ai Comuni tanto ingente debito?
Quali sono state le complicità politiche, amministrative e sindacali che lo hanno reso possibile?
E' legale quanto avvenuto?
I Comuni che non hanno pagato, negli anni, i debiti contratti per un servizio di primaria importanza, avrebbero comunque dovuto metterli in bilancio e il costo del conferimento annuale allo Stir in tariffa.
Come sono state utilizzate queste risorse?
I Comuni devono rispettare le leggi dello Stato o hanno facoltà, accampando motivi, di non rispettarle?
I Comuni sono recidivi: Non hanno pagato i servizi resi dai dipendenti dei Consorzi, portandoli al fallimento e al licenziamentodei lavoratori.
Il paradosso è che i Consorzi erano amministrati dai sindaci.
Per cui, questi, non pagavano a loro stessi i servizi che i lavoratori, loro dipendenti, effettuavano nei loro comuni. Uno scandalo enorme, da tutti accettato come un fatto normale.
Con il fallimento dei Consorzi i sindaci hanno risparmiato milioni di euro.
Con quello della società provinciale Samte, hanno risparmiato 8-9 milioni.
Una pacchia!
Infine, il presidente della Provincia, Di Maria, ha recentemente affermato che non esiste alcun impianto nel Sannio a cui conferire l’organico.
Ciò non è vero.
A Molinara nel 2008 è stato inaugurato, alla presenza dell'assessore all'Ambiente della Regione Campania, Walter Ganapini, l'impianto di compostaggio. L'impianto trasforma l'organico in compost, terriccio utilizzato soprattutto dai fiorai.
E' inutilizzato da anni. A chi giova tenerlo fermo?
Come mai il presidente Di Maria non è a conoscenza dell'esistenza di questo fondamentale impianto?
Non dimostra ciò l'approssimazione istituzionale con cui si gestisce il problema rifiuti?
Come mai dopo questa dichiarazione nessuno è intervenuto per evidenziare il grossolano errore?
Perfino il polemista ad oltranza Giuseppe Ruggiero, che ben conosce l'esistenza dell'impianto, è restato silente!
Misteri che ruotano intorno all'oscuro mondo della particolare gestione dei rifiuti nella nostra provincia, dove quello che non si dice è più importante di tante inutili parole al vento. Che servono da schermo per nascondere la verità.
Per nascondere che qualche sindacato, che ipocritamente predica legalità, dal 2010 ha scelto di far finta di tutelare i lavoratori per favorire gli interessi dei sindaci.
Purtroppo i lavoratori ancora si fidano ciecamente di coloro che li guidano verso la loro rovina.
Nemmeno Montalbano riuscirebbe a sbrogliare una vicenda in cui le complicità sono tante. Estese e intrecciate.
Tanto da manifestarsi assumendo le sembianze di un pervasivo, cinico e disumano sistema".

comunicato n.124682




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