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Benevento, 01-04-2019 14:35 ____
Visto l'andazzo presentero' le mie dimissioni da sindaco. Cosi' Clemente Mastella al termine di una brutta seduta di Consiglio comunale
Il riferimento era ad una infelice frase del presidente De Minico che ha fatto arrabbiare la maggioranza. Il silenzio dell'Aula all'annuncio e' stato poi rotto dal fatto che ha proseguito: "Ma vi dico anche che oggi e' il primo aprile"
Nostro servizio
  

Visto l'andazzo presenterò le mie dimissioni da sindaco.
Così Clemente Mastella al termine di un brutto Consiglio comunale che, al di là del merito, si è caratterizzato per una frase che il presidente dell'Assise cittadina, Luigi De Minico, ha detto dallo scranno più alto del Consesso.
Le parole del sindaco hanno fatto scendere il silenzio nell'aula rumorosa in cui i consiglieri erano già in piedi pronti ad andare via.
Poi il prosieguo: Ma vi dico anche che oggi è il primo aprile.
Risata liberatoria per molti, poi lo sciogliete le righe.
La seduta si è aperta alle 10.20, rispetto all'orario fissato che era quello delle 9.00.
Ancora una volta, quasi un'ora e mezza di ritardo senza che il presidente De Minico riesca a far nulla per evitarlo. Più volte ha tuonato, più volte ha minacciato ma certamente se non ci sono i numeri, con i consiglieri comunali della maggioranza in aula in numero bastevole, non può avviare i lavori.
Anche questo, ci ha detto, è stato alla base della sua frase infelice che ha gettato lo scompiglio tra i banchi soprattutto della maggioranza.
Stigmatizzare cioè il comportamento scorretto di chi si presenta in aula con notevolissimo ritardo.
Alla chiama del segretario comunale, Maria Carmina Cotugno, hanno risposto in 29 su 32. Ancora assente il consigliere di maggioranza Nanni Russo e pare, è stato anche detto, non si tratti più solo di un impedimento dovuto alla brutta caduta occorsagli nel periodo immediatamente a ridosso delle festività natalizie.
I lavori del Consiglio, dunque, hanno avuto inizio con la discussione del primo punto posto all'Ordine del giorno dei lavori: "Articolo 172 comma 1, lettera b) del Tuel 267/2000. Verifica quantità e qualità delle aree e fabbricati che possono essere ceduti in proprietà o in diritto di superficie".
Ha presentato brevemente l'argomento l'assessore Antonio Reale.
Il primo ad intervenire è stato Italo Di Dio, componente dell'opposizione (che a fine seduta si prenderà la soddisfazione di vedere la maggioanza votare un suo emendamento) il quale ha parlato, per l'atto, di errore formale e sostanziale contenuti in esso.
La prima osservazione è che manca l’attestazione dell'Ufficio Tecnico.
La seconda eccezione è che alle aree Pip di contrada Olivola viene attribuito un valore di 30 euro medio a metro quadrato e non si spiega come ci si arrivi a ciò.
Occorrono conferme di dati oggettivi, ha detto Di Dio, altrimenti si compie solo l'operazione di sovrastimare le entrate del bilancio visto che da questa valutazioni dipendono anche gli appostamenti nelle entrate.
Cosimo Lepore, consigliere d'opposizione anch'egli, ha rilevato che questa è una delibera tecnica che si propone al Consiglio da svariati anni.
Essa serve a definire le entrate, appunto, considerando l'introito proveniente dalla trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà.
C'è da dire, però, ha detto Lepore, che l'atto afferma che non ci sono aree che possono essere cedute in diritto di proprietà e questa è una dichiarazione errata.
Ci sono, ha proseguito Lepore, tutte le cooperative edilizie realizzate soprattutto negli anni Ottanta, che hanno costruito su suoli non di proprietà.
E' difficile, mi rendo conto, fare un censimento di tutto ciò che è stato assegnato dal Comune in diritto di superficie, ma non è impossibile visto che si può partire almeno dalle domande fatte dai proprietari che hanno necessità a definire la proprietà del suolo ai fini della vendita o della cessione ad un figlio del proprio appartamento.
Antonio Reale ha risposto che non si parla generalizzando del diritto di superficie, in quanto ci si riferisce solo a contrada Olivola.
La delibera è correttamente esposta, si può votare.
Lepore a questo punto ha insistito: Non è solo riferita a contrada Olivola la vicenda delle aree con diritto di superficie, è generica e quindi è per tutto il territorio cittadino.
Alla fine l'atto è stato votato ed ha ottenuto 21 sì ed 8 no.
Da notare e sottolineare che sia Delia Delli Carri che Pina Pedà, del Gruppo Misto, elette entrambe nelle fila della maggioranza, hanno votato sistematicamente con l'opposizione.
A questo punto il capogruppo di maggioranza, Giovanni Quarantiello ha chiesto la sospensione dei lavori per una decina di minuti (diventati poi oltre mezz'ora) per consentire la riunione della Commissione Finanze, presieduta da Annalisa Tomaciello (nell'ultima foto in basso), per riportare alla sua attenzione il Regolamento ed in maniera particolare l'allegato dell'Asia, il cosiddetto allegato B, sui costi standard dell'Azienda partecipata.
Il Piano Finanziario è inesistente, ha detto Di Dio a lavori sospesi e non si sa quanto costi mantenere l’Azienda e di quanto eventualmente i suoi costi si discostino dallo standar nazionale.
Solo oggi la maggioranza se ne è resa conto e sta correndo ai ripari (in un primo momento, ad inizio seduta, si era pensato di ritirare l'argomento dall'ordine del giorno dei lavori).
Noi eravamo pronti con una pregiudiziale, ha concluso Di Dio.
Dopo una trentina di minuti dall'inizio della sospensione, c'è stata la fumata bianca della Commissione Finanze, una riunione però che non è stata affatto tranquilla con battibecco tra il presidente Tomaciello e l'assessore Serluca.
La prima a confermare che quel documento in Commissione non era mai giunto e che ne era stata evidenziata anche la mancanza.
Serluca a dire che lei aveva consegnato nei tempi il documento e che si trovava nella cartella originale della proposta di delibera.
Questo episodio, sarà uno di quelli che poi scatenerà De Minico un po' di tempo dopo.
Il segretario comunale ha, quindi, rifatto l'appello dopo la sospensione dei lavori riscontrando la presenza di 30 consiglieri comunali essendo giunto nel frattempo Raffaele Del Vecchio.
Alla ripresa il presidente De Minico ha fatto una prima tiratina d'orecchie ai presidenti di Commissione che sono tenuti, egli ha detto, ad accertarsi di ciò che contiene il fascicolo originale e fotocopiare da esso gli atti eventualmente mancanti.
Il discorso era a carattere generale ma nello specifico era ovviamente riferito a Tomaciello.
Da quei banchi della maggioranza primi brusii di dissenso alle parole di De Minico...
Il presidente ha anche chiesto a questo punto a Marianna Farese di ritirare la pregiudiziale predisposta dalla minoranza. Farese ha detto di no, perché la deliberazione è tutta sbagliata nella procedura.
A questo punto è stata votata la pregiudiziale che ha ottenuto 22 no ed 8 sì.
Si è giunti quindi, finalmente, alla presentazione della proposta di delibera "Approvazione del Piano Economico Finanziario e determinazione tariffe Tari anno 2019", che è stata esposta dall'assessore alle Finanze, Maria Carmela Serluca.
La previsione di spesa è di 17.600.000 euro, tanto costa mantenere l’Asia per un anno. I proventi tariffari sono stimati in 16milioni a seguito della riduzione di 1.600.000 euro per le dovute detrazioni.
Per il solo conferimento dei rifiuti indifferenziati vengono spesi 2.140.000 euro ed è dunque previsto un aumento di spesa di 500mila euro, lieve aumento dunque rispetto al previsto, ha detto Serluca.
Italo Di Dio, nel suo intervento ha stigmatizzato la riunione d'urgenza della Commissione Finanze, un gesto che non dà tranquillità e che non accompagna con serenità i consiglieri comunali.
Oggi il documento si dice che già c’era ma non c’è stato però nessun consigliere di maggioranza a dire in Commissione, per tempo, che il documento era effettivamente lì, tanto è vero che nessuno lo ha visto ma che anzi ne è stata reclamata la presenza.
Qui Di Dio ha pizzicato De Nigris e Quarantiello i quali, quando erano minoranza, facevano barricate per le stesse motivazioni ed addirittura annunciavano una nuova rivoluzione francese.
Un'altra anomalia, ha detto Di Dio, è sul parere espresso dai Revisori dei conti sulla documentazione che l'Asia ha presentato il 26 marzo. Nello stesso giorno i revisori danno il loro parere favorevole ma non elencano i documenti esaminati, così come invece faceva il precedente presidente Boffa e così non hanno evidenziato la mancanza dell'allegato B.
Una cosa sono i crediti inesigibili altro è una previsione. Da qui il mio emendamento, ha detto Di Dio.
Marianna Farese, con parlare colorito, ha detto che si è di fronte all’ennesima figura del cavolo.
Un documento che viene elencato, ma che nessuno vede.
Evidentemente siamo tutti deficienti che non abbiamo controllato.
La colpa è attribuita al presidente Tomaciello, ha detto con ironia, ma De Minico dimentica di essere egli stesso incapace in quanto nella Conferenza dei capogruppo, evidentemente il presidente non porta le delibere complete di documenti e pareri.
Siamo noi che lo invitiamo a seguire le procedure ed a portare in Conferenza atti esaminabili.
Chiedete ai beneventani 17 milioni di euro, ha affermato ancora Farese. Prima avevamo dei dati completi e forse capivamo anche le aree di inefficienza. Oggi abbiamo solo numeri da banco lotto. Non c’è nulla che ci dice che quelli siano i numeri legali.
Bisogna però approvare l'atto perché oggi è l'ultimo giorno valido.
Se non lo si fa si torna alle tariffe dello scorso anno e quindi con 1 milione di euro in meno.
Questo intervento di Farese, fatto con toni graffianti, ha scatenato De Minico che, egli dice, ha risposto a Farese ed ai ritardatari, con la sua frase, ma la cosa non è stata interpretata proprio così.
Ma vediamo cosa ha detto De Minico.
Certi appunti, ha detto, li posso accettare da Francesco De Pierro o da Raffaele Del Vecchio che hanno un passato, che hanno un pedigree (questa parola usata dal presidente del Consiglio Comunale oramai è diventata un tormentone e la sentiremo nei mesi a venire).
E’ questo il Consiglio che si merita la città.
Questa frase di De Minico, assieme a quella con il pedigree, ha scatenato le ire della maggioranza, proprio di quelli, ha detto poi il presidente, che lui voleva difendere e tutelare.
Il primo a scattare è stato Mimmo Franzese che ha rivolto un applauso ironico nei confronti di De Minico.
Poi ha preso il giubbino ed è andato verso la porta per andarsene (nelle foto in basso) dicendo: Ma come si permette.
Questo presidente deve andare via assolutamente e prima possibile anche perché non è la prima volta che ci tratta così.
Antonio Puzio, capogruppo de "I Moderati" cui cui Franzese fa parte assieme ad Angela Russo, è intervenuto per dire: Volevamo dare un voto favorevole a questa delibera ma siamo trattati male e da oggi in poi pretendiamo più coesione.
La città ha bisogno di risposte e non delle sentenze e dei giudizi offensivi di De Minico.
Tra i banchi della maggioranza a questo punto è stato tutto un brusio ed un alternarsi di frasi di dissenso rivolte al presidente. Particolarmente colpite sono rimaste Molly Chiusolo (che poi farà un intervento molto forte sull'argomento), Patrizia Callaro, Angela Russo e la stessa Annalisa Tomaciello (più calmi gli uomini, in verità, anche se Quarantiello correva da una parte ad un'altra per cercare di calmare gli animi e soprattutto per far rientrare in aula Franzese, cosa che è poi avvenuta).
La situazione a questo punto si è fatta esplosiva al punto che è dovuto intervenire lo stesso sindaco Mastella il quale non si è schierato ma ha cercato di far capire che bisognava smetterla.
Io ho rispetto di tutte le componenti che ci sono in Aula, ha detto e prego, quindi, di averne altrettanto e che sia reciproco.
Puzio inserendosi ha detto: Ma qui di rispetto non ce ne è più.
Mastella ha ribadito che si chiariranno poi i lavori dell’aula anche perché non ho anche io una pazienza infinita.
Chiedo scusa per qualche parola un po' diversa che forse è andata al di là dei limiti.
Dopo il Consiglio faremo una riunione dei capogruppo (che poi non si è più fatta e forse si terrà domani pomeriggio), ha detto il sindaco.
Se una intesa non sarà possibile trovarla, mi rivolgerò alla città spiegando cosa accade qui.
Antonio Puzio, al termine l'intervento di Mastella ha detto: A queste condizioni non ci stiamo più.
Giovanni Quarantiello, anche lui molto seccato dell'episopdio, nel suo intervento ha chiesto al presidente non di redarguire ogni volta i consiglieri comunali mentre lo sollecito a far sì che ogni volta che arrivano le proposte di delibere, a farsene carico verificando che tutto sia in ordine, compresi gli allegati.
I presidenti di Commissione non sono tenuti a verificare prima gli atti.
Al presidente De Minico, ha proseguito sempre Quarantiello, chiedo di dirigere il Consiglio comunale e di non intervenire visto che il Regolamento non glielo consente.
Chi, come lui, ha il pedigree dovrebbe fare il professore e quindi essere incline ad educare.
La parola a questo punto è passata ad Annalisa Tomaciello che è stata rimproverata da De Minico di non aver verificato le carte all'attenzione della sua Commissione.
L'allegato B non c'era, ha ribadito con forza Tomaciello, confermando quanto già detto poco prima a Serluca.
E non c’era nemmeno il parere dei Revisori dei Conti che mi sono presa la briga di andare a recuperare.
Mi sono stati concessi solo quattro giorni di tempo per far esprimere il parere su altrettante quattro delibere.
Lo abbiamo fatto lavorando in maniera incredibile, anche sacrificando affetti familiari e lavoro. Dopo tutto ciò non mi aspettavo il rimprovero da parte del presidente del Consiglio.
Ed allora faccia altrettanto con se stesso, visto che il suo pedigree è certamente più importante del mio e ci dica cosa dobbiamo fare.
Noi seguiamo il Regolamento e la legge, questo facciamo.
Ci vuole rispetto anche per chi questo pedigree non c'è l'ha (e qui è scattato l'applauso a Tomaciello rivoltole dai banchi della maggioranza).
E' il presidente del Consiglio che deve accertare le consistenza delle delibere.
Francesco De Pierro, capogruppo del Pd, ha detto: Non è questa la mia cultura personale e quello che il presidente del Consiglio ha rivolto alla mia persona, considerandomi come consigliere munito di pedigree, non lo rilevo come un complimento perché non c’è un consigliere che può dire qualcosa ed un altro no. Siamo tutti in rappresentanza del popolo.
De Minico con le sue parole ha offeso la nostra città oltre che il Consesso civico.
La stronco decisamente questa affermazione e va la mia solidarietà umana e politica a tutti i consiglieri coinvolti.
Mi auguro che la cosa finisca qui perché a queste condizioni diventa veramente difficile andare avanti.
Relativamente alla Tari, di cui discutiamo, molte persone non la pagano e quindi bisogna capire che fare con l'intento per il futuro di un abbassamento dell’imposta.
Luigi Scarinzi, capogruppo di Forza Italia, il partito del sindaco, ha detto che i consiglieri eletti non sono valutabili con il pedigree, che peraltro è usato per gli animali.
Qui si tratta di consiglieri che sono stati eletti dal popolo e dunque non c'è nessuno di loro che può essere additato di serie A o di serie B.
Le sue considerazioni mi auguro siano a livello personale.
Riguardo alla considerazione che lei presidente De Minico ha di questo Consiglio, lasci al popolo la valutazione.
Sul funzionamento delle Commissioni esprimiamo solidarietà a tutti i presidenti, ha ancora detto Scarinzi ed in particolare in questo caso ad Annalisa Tomaciello. Lavorano non bene ma benissimo, anche rispetto al passato.
L'invito al presidente è ad essere più attento nella fase preliminare, quando cioè la proposta di delibera viene organizzata con gli atti in essa contenuti.
Quello di oggi consideriamolo un momento catartico, ha concluso Scarinzi e che serva a tutti da lezione.
Cosimo Lepore ha chiesto chiarimenti sulla Tari anche perché alcuni aspetti non sono stati declinati.
L'interesse del consigliere è quello di conoscere tutti i costi.
Raffaele Del Vecchio nel suo intervento si è chiesto cosa c'entri il pedigree. Dobbiamo forse sapere da chi sei nato?
Bisogna invece che chi ha più esperienza la trasmetta ai neofiti.
Sono tre anni che è finita la campagna elettorale ed allora basta con la delegittimazione di chi c’era prima.
Ai nuovi dobbiamo trasferire la responsabilità di essere consigliere comunale.
A loro invece chiediamo di spulciare le carte? Di andare a fare i conti?
Il loro ruolo non è questo ma di farsi carico di temi e questioni su come funziona la nostra città.
La domanda per la delibera di oggi è il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed al riguardo bisogna dire che la città non è mai stata trascurata e sporca come lo è oggi.
Molly Chiusolo, l'altro capogruppo di maggioranza delle liste Mastella, si è scagliata con forza anche lei contro De Minico stigmatizzando quanto è avvenuto.
Sono stanca, ha detto, di ascoltare offese nei confronti dei miei colleghi che affrontano invece problematiche serie e defaticanti e lo fanno anche con delibere non perfette.
Penso che il presidente del Consiglio debba rappresentare tutti i consiglieri comunali e che non esistono i cittadini o i consiglieri di serie A e B.
Lei, ha proseguito rivolta a De Minico, come figura istituzionale dovrebbe essere terzo ed imparziale e garantirci nei nostri diritti.
Dovrebbe verificare la completezza delle carte che ci sottopone e tutelarci e difenderci nello svoltimengo del nostro ruolo.
Noi l’abbiamo votata per questo e non è più ammissibile continuare ad essere offesi dalla considerazione, non buona evidentemente, che lei ha di noi consiglieri.
Se lei si vergogna di questo Consiglio, può lasciare.
Ha ragione sul cronico ritardo con cui cominciano le sedute, ma non ammetto che lei possa offendere le persone che secondo lei non sono all’altezza. Ma all’altezza di chi?
Chiediamo, per quello che ha detto, le scuse pubbliche.
Mimmo Franzese, fuori intervento: Ma chi le vuole queste scuse...
A questo punto è intervenuto nuovamente il sindaco Mastella ma per prenderla alla larga ed evidentemente con il solo scopo di abbassare la tensione, molto alta, che si era creata in Aula.
La mia fiducia va ad ogni singolo consigliere per quello che fa e per quello che è in grado di fare, ha detto il sindaco.
Alla mia maggioranza però chiedo di esserci altrimenti ne trarrò le conseguenze.
Del Vecchio, evidentemente, vuole ricandidarsi a sindaco visto che indulgia nostalgicamente sui tempi andati, come se fossimo in un piccolo mondo antico. Respingiamo le sue considerazioni sulla città più pulita ai suoi tempi, le respingiamo così come le ha già respinte il popolo tempo fa.
Non c’è nulla di irriguardoso, poi, nei conti economici.
Siamo arrivati a tutto questo con un accumulo di vicende.
In italia, peraltro, un cittadino su cinque non paga la Tari.
A settembre/ottobre l'inceneritore di Acerra chiuderà e le stime fatte sui costi dell'Asia tengono conto anche di questo.
Facciamo finta come fa il governatore della Campania Vincenzo De Luca, ma siamo in piena emergenza per quanto riguarda i rifiuti.
La predichella a noi la non dovete fare.
Sono gli amici vostri, ha continuato Mastella rivolto a Del Vecchio, che hanno gestito la Samte e lo Stir di Casalduni, non i miei.
Tanto è vero che poi hanno gettato la spugna.
La colpa non è la mia, ma è vostra.
Una predica inutile ed immorale, dunque, anche se si considera che l’amministratore unico dell'Asia di oggi, guadagna un terzo o due terzi in meno di quanto guadagnava quello di prima, il vostro (il riferimento è a Lucio Lonardo, ovviamente ndr) il quale ha fatto anche causa, perdendola, grazie a Dio.
Rispettatevi reciprocamente, ha ripreso il sindaco guardando ai banchi della sua maggioranza, se non c’è questo rispetto, io non posso che prenderne atto e trarne le conseguenze.
Faccio il sindaco se ho una maggioranza, altrimenti si va a casa.
Oggi abbiamo assistito ad uno spiacevole episodio e da parte del presidente che deve avere un atteggiamento per comporle le vertenze.
Mastella ha detto infine: Cerco di valutare le grandi intelligenze, anche se giganti in giro non ci sono.
Vedo però pazienza e l’utilità dell’impegno e questo io l’ho sempre rispettato.
Luigi De Minico, il presidente, ha detto che compito della maggioranza è di farsi carico di accelerare i tempi ed andare avanti.
Sono accanto a voi tutti ed i rallentamenti sui percorsi amministrativi li ho denunciato più volte.
Se c’è stata una mia infelice esposizione quest'oggi, ne chiedo scusa al Consiglio, ma restano le mie critiche alle procedure amministrative.
Se qualcuno si è ritenuto offeso dalle mie parole, me ne scuso, ha detto ancora una volta De Minico.
Annalisa Tomaciello ironicamente ha detto: Come consiglieri, evidentemente serviamo a poco, forse, con il nostro pedigree, possiamo andare solo a "Ballando con le Stelle" (il programma condotto da Milly Carlucci ed a cui ha partecipato, ricevendone anche critiche per la sua funzione di ministro della Repubblica svolta negli anni andati, funzione che avrebbe forse consigliato maggiore aplomb, Nunzia De Girolamo ndr).
A questo punto si è tornati ai lavori del Consiglio e quindi all'emendamento di Italo Di Dio e sull'arretramento della voce fondo rischi su crediti con una diminuzione pari ad euro 450mila. il dirigente Raffaele Ambrosio, chiamato ad esaminare l'emendamento lo ha dichiarato improponibile in quanto lo stanziamento per l'Asia deve prevedere necessariamente lo 0,5% per fondo rischi.
Di Dio a questo punto ha ritirato l’emendamento.
La delibera è stata quindi posta ai voti ottenendo 22 sì e 7 no.
Si è passati quindi ad un altro punto all'ordine del giorno, il terzo, riguardante: "Approvazione Regolamento relativo alla definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti, ai sensi dell'articolo 6 del Dl numero 119/2018".
Anche questo argomento è stato introdotto da una relazione dell’assessore Serluca.
Italo Di Dio, nel suo intervento, ha detto che i regolamenti o si adottano secondo la normativa o è meglio lasciar perdere.
Questo è un buono strumento per fare cassa, ma deve servire anche a ridurre il contenzioso.
Il mio emendamento serve proprio per rendere il Regolamento conforme alla legge.
Molly Chiusolo ha presentato invece un altro emendamento predisposto dalla maggioranza in quanto la normativa prevede ancora più restrizioni rispetto a quanto da noi discusso e proposto nel Regolamento, ha detto il capogruppo di maggioranza.
Ed infatti, dice la norma che fino a 1.000 euro di valore della controversia, deve essere pagato tutto in unica soluzione e non con le 5 rate proposte da noi.
Da 1.000 euro in su, c'è la possibilità di una rateizzazione fino a 24 rate.
E dunque, ha detto Chiusolo, non possiamo andare oltre il consentito. Giusto il principio di rateizzare ma non possiamo andare contro la legge.
Da qui l'emendamento che uniforma il Regolamento.
Antonio Capuano, consigliere di Forza Italia, ha detto che per attenerci alla legge nazionale non dobbiamo peggiorare il Regolamento.
Qui favoriamo solo il grosso evasore e non siamo accanto al piccolo contribuente, alla famiglia che non ha potuto pagare la tariffa.
Non voto l’emendamento, né di Di Dio, nè di Chiusolo.
La legge ci ha dato la possibilità di intervenire al riguardo, ha detto Capuano e possiamo farlo.
A questo punto è stata chiesta una nuova sospensione dei lavori per 5 minuti proprio per dar modo alla maggioranza di aggiustare anche questa situazione.
La riunione è durata una quindicina di minuti.
Al nuovo appello del segretario comunale sono risultati 29 presenti.
La votazione all'emendamento di Di Dio ha dato 22 voti contrari e 7 favorevoli.
L'emendamento di Chiusolo ha ottenuto, invece, 18 sì, 8 contrari compreso quello di Capuano e tre astenuti, tutti di Forza Italia.
La delibera alla fine è stata votata con 22 voti favorevoli e 7 contari.
L'ultimo punto posto all'ordine del giorno, con la relazione dell'assessore Antonio Reale è stato: "Approvazione valutazione aree fabbricabili ai fini dell'applicazione dell'imposta municipale propria "Imu" per l'anno 2019".
Per questo argomento e non solo, in aula sono stati presenti i rappresentanti del Comitato Nord-Est con il presidente Gennaro Iarossi, componenti che in alcuni momenti hanno interloquito, anche con toni decisi e di dissenso, nel mentre ad intervenire era il consigliere Quarantiello e non solo.
Reale ha detto che questa delibera avrà ripercussione positiva per la città (al punto che all'esito del Consiglio comunale, Ance di Confindustria invierà alla Stampa una nota di compiacimento per il risultato raggiunto anche su suo consiglio) ed abbatterà anche i contenziosi dei cittadini avverso gli avvisi di accertamento.
L’approdo è quello della revisione del Piano Urbanistico Comunale (Puc), eliminando tutte le storture che ci sono.
Per questo però c'è bisogno di più tempo.
Cosimo Lepore. ha detto che il calcolo fatto, ancorché esatto, non è conforme alla realtà.
Antonio Capuano ha detto che con quel Puc e con le sue previsioni di entrata in bilancio, si sono coperte le magagne delle due amministrazioni Pepe, pratica questa che ci ha poi portati al fallimento, al dissesto. E dunque la variante al Puc, deve essere fatta nel più breve tempo possibile.
Marianna Farese ha parlato di una delibera che andava fatta per aggiornare i valori Omi, la banca dati delle quotazioni immobiliari, ma non risolve la questione di visione della città che questa maggioranza non ha.
Oggi ci dice Reale che si sta pensando di farlo, riscrivendo il Puc
Questo significa, ha proseguito Farese, che vi siete candidati senza sapere cosa fare della città ed invece una delle prime cose che dovevate fare in questi tre anni di amministrazione, era proprio quella di mettere mano al Puc, cosa che non avete fatto.
Ancora vi attaccate alle ragioni di una crisi. Dovete rivedere tutto.
State mettendo una pezza a colore che non serve a nulla, salvo che a mantenere gli equilibri di bilancio.
Giovanni Quarantiello ha detto di non poter accettare critiche e lagnanze da chi siede per la prima volta in Consiglio comunale, pur senza fare discorsi di pedigree e che quindi non conosce il passato della città.
Non occorre Lepore che dà insegnamenti alla maggioranza rispetto a quello che dobbiamo fare al Puc.
Alla città questo strumento urbanistico è costato 4mila euro al mese, per 8 anni, con un esborso di circa 400mila euro.
A Farese dico che all'epoca dell'Amministrazione Pepe si faceva la corsa per farsi mettere i terreni nei quadranti residenziali e commerciali e lo si faceva evidentemente per fare un piacere agli amici visto che all’epoca non c’era da pagare Imu.
Oggi sono quelli che ne hanno beneficiato che chiedono la riduzione dell’Imu ed hanno ragione.
Sono convinto che bisogna mettere mano alle nefandezze fatte prima, dove si è ipotizzata addirittura una città da 100mila abitanti.
Non è questione di visione di una città che non abbiamo.
Bisogna ridurre gli standard e le volumetrie. Oggi possiamo solo rattoppare un vestito che è rotto.
Molly Chiusolo: Mi sarei aspettata un evento di condivisione piena da parte di chi era qui prima di noi.
Oggi noi stiamo eliminando da quel Puc solo le storture più evidenti.
E' questa una delibera di straordinaria importanza, è un primo intervento di giustizia nei confronti del cittadino anche se solo con le varianti al Puc si potrà essere più radicali nelle scelte di modifica.
Italo Di Dio al riguardo ha esposto un altro suo emendamento.
Gestire il presente certamente ma guardando anche al passato perché ai contribuenti sono arrivati accertamenti anche di valori elevati al punto che forse sono anche più alti del prezzo dello stesso terreno.
I valori Omi evidenziano anche un valore più alto rispetto a quello reale. Sarebbe opportuno, ha detto Di Dio, istituire un ufficio ad hoc per queste istanze e smaltire il contenzioso.
Clemente Mastella ha quindi detto: Votiamo favorevolmente l’emendamento di Di Dio ma occorre che lui poi voti favorevolmente la delibera, come gesto politico.
Posto al voto l'emendamento Di Dio è passato con l'unanimità dei voti.
La delibera, invece, ha ottenuto 25 sì, 1 voto contrario ed 1 astenuto.
A questo punto, dopo le finte dimissioni di Mastella, la seduta è stata sciolta alle 14.30.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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