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Benevento, 12-02-2019 20:08 ____
Oggi l'aspirante duce viaggia a gonfie vele verso il potere personale assoluto, come avevo previsto
Mentre, l'aspirante... e basta, Di Maio si dimena senza costrutto. E' il commento di Piero Mancini all'esito elettorale delle regionali in Abruzzo
Redazione
  

Ecco il commento di Piero Mancini (foto) all'esito elettorale delle regionali in Abruzzo.
"Caro direttore - scrive - dopo poche settimane dalla nascita del Governo Salvini-Di Maio, sul suo giornale disegnai l'attuale fosco scenario della sua involuzione.
Della futura crescita impetuosa del potere personale di Salvini e della stretta repressiva che avrebbe messo in atto contro i migranti a fronte delle incapacità e povertà politiche, tattiche e strategiche, oltre che inconsistenza della personalità, del miracolato di Pomigliano.
Oggi l'aspirante duce viaggia a gonfie vele verso il potere personale assoluto, come avevo previsto. Mentre, l'aspirante... e basta, Di Maio, (come ironicamente scrissi), si dimena senza costrutto: Le vele non solo restano flosce, anche la rotta non si trova e la barca gira in tondo. La descrizione comprendeva, brevemente, anche il dopo elezioni delle prossime europee di maggio.
Poi non continuai con ulteriori note.
Non solo per paura di sbagliare, ma anche per l'incapacità di trovare le parole adatte per descrivere ciò che di negativo "vedo e sento".
Ognuno di noi sarà coinvolto. Le nostre vite travolte e stravolte. Anche la mia, perché da persona libera e coerente non accetterò di piegarmi e servire il nuovo regime, formalmente democratico, pluripartitico, ma sostanzialmente duramente illiberale e repressivo.
Oggi ho trovato il modo per farmi capire, senza dare al lettore l’impressione di leggere le elucubrazioni di un alienato mentale. Il nostro Paese da anni è prigioniero della stagnazione.
Per alcuni anni è stato tenuto in vita con la bombola di ossigeno del quantitative easing, nella speranza che scemasse la stagnazione in favore di una sia pur lieve ripresa economica.
Ovvero, sperando in un grande miracolo.
Purtroppo, dopo aver pompato centinaia di miliardi, nessuna, sia pur minima, crescita si è ottenuto.
Anzi, vi è stato un vistoso peggioramento visto l'inizio di una fase recessiva.
L'economia del nostro Paese, come una candela, inesorabilmente si sta spegnendo.
I luminari, chiamati per salvarlo, non sapendo più cosa tentare, mostrano grande preoccupazione per un malato che non risponde ad alcuna delle socialmente costose cure.
Il ministro Tria, negando l'evidenza, tentando di nascondere la ferale notizia, si appiglia, come ultima speme, alla crescita dell'occupazione, ben sapendo che la statistica, i numeri, è falsa perché ottenuta barando.
Il sottoscritto nel 2018, insieme a un centinaia di colleghi, ha lavorato solo una decina di giorni nel mese di gennaio.
Ciò nonostante, statisticamente, tutti noi siamo rientrati fra gli occupati.
Una invenzione copiata dagli Stati Uniti che la utilizzano da anni per nascondere al mondo intero l'ampiezza della loro disoccupazione reale, sperando in tal modo di difendere il ruolo, ormai decaduto, di grande potenza economica mondiale.
La fortuna, se tale possono essere considerate le tremende convulsioni, per il Paese è che non può fallire definitivamente, trascinando nel baratro tutto il resto del sistema mondiale capitalista neoliberista.
Ci si scervella: come può essere superata una crisi mondiale di sovrapproduzione in un quadro di perdita di potere d'acquisto delle merci prodotte visto che miliardi di persone, di consumatori che vorrebbero felicemente acquistare tutte queste merci prodotte invano, non sono messi economicamente nelle condizioni di farlo?
I denari sono finiti tutti nelle tasche di un piccolo numero di finanzieri e di turbo-capitalisti come Jef Besoz, padrone di Amazon, che possiede una ricchezza quasi pari all’intero debito pubblico italiano.
Disperatamente assistiamo al suicidio sistemico e, nello stesso tempo, c'è chi vorrebbe invano curarlo per non farlo morire.
Una situazione tremenda.
In questo desolante e deprimente quadro generale agiscono i tanti Salvini europei.
Nazionalisti, suprematisti e neofascisti. Prigionieri di un delirio di onnipotenza assai pericoloso.
A livello mondiale, dal capofila Trump, se ne contano già una quarantina.
Altre decine lavorano alacremente per aggregarsi alla cinica e spietata combriccola. Salvini sta tentando, sulla pelle dei migranti e pure degli italiani, di accreditarsi, dopo aver conquistato il potere nazionale, come capofila, in Europa, di questi apprendisti stregoni. Per questo, da tempo, tesse una tela fatta di incontri con suprematisti e nazionalisti europei; con l’ideologo e leader mondiale Bannon e con quella parte, non piccola e molto potente, iniziando dall'Opus Dei, della Chiesa cattolica retriva, reazionaria, xenofoba e razzista.
Affascinata dal potere e dalla ricchezza terrena.
Incontra tutti per stringere alleanze, meno il suo vero e tragico alter ego: Erdogan.
Essendo costui musulmano integralista, lederebbe l'immagine, studiata a tavolino da chi cura la sua comunicazione, del Salvini che tiene comizi brandendo il Vangelo e la corona per il rosario.
Il vero irrisolvibile problema del nuovo "demiurgo uomo della provvidenza", che dovrà mediaticamente nascondere, utilizzando vari escamotage, come quello di fare la guerra oggi ai migranti e domani ai deboli cittadini italiani, è la gravissima crisi economica.
Una crisi sistemica. In cui il fallimento del sistema di produzione capitalista sta trascinando verso il baratro un sempre maggiore numero di persone. Quando avrà pieni poteri, Salvini facilmente potrà mettere a tacere ogni forma di opposizione e dissenso, facendo arrestare tutti coloro che non accetteranno un sistema in cui verranno meno le fondamentali libertà personali e democratiche.
Ci accuserà di essere, con i nostri comportamenti contestativi e non allineati, gli unici colpevoli della mancata crescita economica.
Dopo aver schiacciato gli oppositori, difficilmente potrà arrestare, con la forza bruta della repressione, anche la caduta tendenziale del saggio di profitto. Proprio come in Turchia.
Il saggio di profitto è in caduta costante, iniziata negli anni settanta subito dopo il boom economico, sempre più grave e pesante.
Tanto che oggi, per ricavare un misero profitto, bisogna investire capitali sempre più grandi.
Salvini potrà imporre con la forza, utilizzando la Polizia o l'Esercito, la crescita economica per stabilizzare il Paese, dando la possibilità di mangiare al popolo?
Altro che far primeggiare gli italiani. Il rischio concreto è di farci arretrare fortemente, restringendo le libertà personali pur di conservare il potere. Qualcuno mi ha criticato dicendo che esaspero le situazioni.
Ma quando Salvini e il subalterno Di Maio, con convinzione e sicurezza affermano che "il governo è sovrano", non bisogna preoccuparsi?
In uno Stato democratico è sovrano solo il Parlamento, come recita la nostra Costituzione, perché i componenti sono eletti dal popolo. Il governo sovrano è dittatoriale.
Non credo che gli elettori della Lega e del M5S sarebbero contenti di questa radicale trasformazione.
Il rischio concreto, secondo il mio onesto e modesto parere, è quello di far fare al nostro Paese la fine della Turchia!
Scrivo ciò a futura memoria.
Per far capire che la possibilità di comprendere i pericoli insiti nelle iniziative politiche di Salvini sono alla portata di tutti i cittadini.
Anche quelli più semplici come il sottoscritto".

comunicato n.119802




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