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Benevento, 11-02-2019 19:06 ____
Danila carissima, avrei immaginato una tua reazione. Non, di certo, scomposta ma forte e decisa per difendere la memoria degli insegnanti d'ogni tempo
Non e' consentito che il ministro Bussetti venga qui da noi e senza, forse, neanche rendersi conto, offenda la nobile categoria dei professori che hanno formato noi, i nostri figli ed anche i nipoti, scrive Peppino De Lorenzo
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Peppino De Lorenzo (foto), dopo le valutazioni del ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, nei confronti dei docenti del sud, scrive una lettera aperta alla senatrice Danila De Lucia.
Di seguito ecco il testo.
"Danila carissima, so bene, molto bene, che sia auspicabile evitare toni confidenziali nei riguardi dei rappresentanti istituzionali, ma, per quanti sforzi faccia, non riesco a darti il lei.
Nei miei ricordi, bellissimi in verità, di cui spesso mi è capitato di scrivere, tu, per me, rimani sempre la timida fanciulla che, silenziosa, assisteva ai lunghi discorsi serali che avevo con la tua mamma, negli anni in cui la seguivo da medico.
Ciò precisato, è doveroso, da subito, spiegare il motivo che, oggi, mi spinge a rivolgermi a te, pubblicamente.
Quest'ultimo scaturisce dalle affermazioni, non, di certo, giuste e condivisibili, che il ministro dell'Istruzione, il leghista Marco Bussetti, ha avuto nei riguardi degli insegnanti del Mezzogiorno d'italia, nel corso di una sua visita negli istituti scolastici partenopei.
Ciò che mi ha sorpreso è stato il constatare che, tranne la senatrice Lonardo, tutti hanno preferito la strada del silenzio, dinanzi a giudizi sì spregevoli che un rappresentante governativo ha avuto nei confronti degli insegnanti, segnatamente, dei nostri territori.
Comprendo che tacere sia il viatico migliore, ma, nel tuo caso, però, mi permetterai la sincerità, non lo comprendo, nè lo giustifico.
La mia, sia ben chiaro, è una constatazione leale ed affettuosa.
Nè potrebbe essere diversamente considerando il legame che ho avuto con tutta la tua famiglia.
Gli affetti, quei pochi che ancora esistono, non saranno, secondo il mio credo, oscurati dalla politica, pratica che, oggi, detesto con tutto me stesso.
So bene, per esperienza personale, che esporsi sia difficile.
Infatti, tornando indietro, avrei cura di avere la bocca chiusa, ben chiusa. Indietro, però, non si torna.
Tuo padre, che io ho voluto bene con tutto me stesso, come il mio, faceva parte della schiera degli insegnanti di un tempo che, per una vita intera, hanno svolto il magistero educativo con dedizione e professionalità. In quel periodo ed io ne ho viva memoria, i discorsi quotidiani di tuo padre, come del mio, erano polarizzati sulla loro categoria, non considerata a sufficienza e, tra l'altro, retribuita male.
Ricordo l'ultimo stipendio di mio padre che percepì mia madre, dopo la sua morte. Una somma incredibile per un professionista.
Questa è stata la realtà vissuta da loro.
Il ministro, con le sue affermazioni, ha offeso tutti gli insegnanti del Mezzogiorno, senza distinzione di tempi e, quindi, anche i nostri genitori, che sono vissuti nei tempi difficili del periodo della rinascita, dopo il secondo conflitto mondiale, sacrificando la vita per l'istruzione, per gli allievi, per cercare di portare la scuola ad un livello più alto.
Per questo, Danila carissima, avrei immaginato una tua reazione. Non, di certo, scomposta, ma forte e decisa, per difendere, così, la memoria degli insegnanti d'ogni tempo, compresi quelli delle nostre famiglie.
Non è consentito che un ministro venga qui da noi e, senza, forse, neanche rendersi conto, offenda la nobile categoria dei professori che hanno formato noi, i nostri figli e, d'ora in poi, anche i nipoti.
E' inutile aggiungere altro, con la speranza che tu comprenda, e non ne dubito, il mio pensiero.
Ci sono situazioni nella vita, nella nostra breve vita, dinanzi alle quali non sia giustificato tacere. E l'attuale è una di queste.
Ti abbraccio, con l'affetto di sempre".

comunicato n.119780




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