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Benevento, 26-01-2019 18:53 ____
Ancora un segmento, due nuove sale espositive inaugurate ed il Museo diocesano che continua a prendere meravigliosamente corpo
In Mostra "Scritture in-colte. Testimonianze di strumenti per la comunicazione". Esposto anche un preziose reliquiario di San Bartolomeo contenente i resti di San Desiderio. Il sindaco insiste: Ora eliminiamo quello sgorbio accanto al Duomo
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Ancora un segmento, due nuove sale espositive inaugurate ed il Museo diocesano che continua a prendere volto.
Pubblichiamo qualche foto delle sale sin qui allestite, foto che non rendono affatto la bellezza di quel luogo che va assolutamente visitato per essere adeguatamente apprezzato.
La Mostra di quest'oggi, rientra nel progetto dell'Associazione "Italia Langobardorum", di cui il Comune di Benevento è parte, che s'intitola "Longobardi in Vetrina" e che sarà presentato ufficialmente a Roma il prossimo 29 gennaio.
Il titolo che è stato dato all'esposizione di oggi è: "Scritture in-colte. Testimonianze di strumenti per la comunicazione", curata dal Comune di Benevento, in collaborazione con l'Ufficio Beni Culturali della Diocesi.
E' stato monsignor Mario Iadanza, responsabile dell'Ufficio Diocesano Beni Culturali, ad aprire gli interventi della serata.
Avevamo pensato, con Salerno, di esporre anche i famosi avori, ma non ci siamo riusciti, ha esordito mons. Iadanza.
Nella prima sala c'è l'incisione della Porta di Bronzo del 1764 riportata nel Thesaurus Antiquatarum di Giovanni De Vita.
Assieme a venti fotografie di formelle, foto che sono di Valerio Gramignazzi Serrone, un documento storico perché rappresentano formelle non ancora restaurate e che portano ancora i segni della distruzione bellica del 1943.
Mons. Iadanza ha quindi parlato della comunicazione scritta rappresentata da quattro manoscritti in scrittura beneventana di diversa tipologia e del reliquiario di San Bartolomeo dell'VIII secolo, contenente i resti di San Desiderio con una serie di simbologie interessanti anche da un punto di vista teologico.
Il tema trattato nelle due nuove stanze allestite nel Museo Diocesano, ha concluso monsignor Iadanza, è quello della nuova comunicazione che occorre nel momento in cui si assiste ad una riduzione del numero degli alfabetizzati.
Clemente Mastella ha detto che attraverso l'Associazione "Italia Langobardorum" si è riusciti anche a far giungere un provento per consacrare questa Mostra.
Sono queste azioni, ha continuato il sindaco, ispiranti sul piano politico e quindi non può che esserci al riguardo collaborazione piena.
Mastella ha insistito che bisogna lavorare in sintonia per eliminare quello sgorbio della vecchia Basilica di San Bartolomeo che dovrebbe diventare, invece, la prima sala del Museo Diocesano.
Rossella Del Prete, assessore alla Cultura ed all'Istruzione, ha detto che forse sin qui non è stata bene utilizzata l'Associazione "Italia Langobardorum" con i sette Comuni detentori di siti dell'Unesco.
Ha potenzialità che vanno meglio utilizzate.
Le scuole, peraltro, vengono a visitare Benevento anche per questo, in quanto sito Unesco con la sua chiesa di Santa Sofia.
La Mostra promossa dall'Associazione, la cui vice presidenza per il 2019 e 2020 spetta a Benevento, sarà inserita in un catalogo sia cartaceo che virtuale che sarà visitabile e visibile in tutta Italia e nel mondo, ha concluso Del Prete.
L'arcivescovo Felice Accrocca ha parlato delle modalità attraverso cui la Chiesa continua ad utilizzare un linguaggio multimediale ed ha ricordato come l'arcidiocesi metropolitana di Benevento venne istituita 1050 anni fa. Dunque, è uno scrigno di reperti importanti.
Con la cultura, ha concluso il vescovo, si può anche vivere.
Dopo l'intervento di Paola Cecere, presidente del Club Unesco di Benevento, c'è stato il taglio del nastro e l'accesso alla Mostra.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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