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Benevento, 26-01-2019 12:50 ____
Sara' un'opera ardua scoprire chi abbia veramente diritto ad avere ed a mantenere poi le provvidenze di sostegno al reddito varate dal Governo
Ricordo un episodio di tanti anni fa. Un giovane finalmente riusci' ad ottenere un posto da bidello lasciando cosi' la triste postazione della disoccupazione. Da quel momento fu un continuo richiedere di certificati medici per non recarsi al lavoro
di Giuseppe De Lorenzo
  

Dopo mesi di continue discussioni, interventi pubblici e tavole rotonde, da qualche settimana, il reddito di cittadinanza, in ultimo, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri.
Da più parti, vi sono ancora dubbi ed incertezze e giustamente, si continua ad invocare, a gran voce, il lavoro che tuttora manca.
In questa occasione, è bene precisarlo, da subito, che non v'è, da parte mia, alcuna intenzione di analizzare quelli che sono i lati positivi e quelli negativi che si intravedono nella recente manovra governativa.
Al diluvio di parole di questi mesi, ritengo superfluo aggiungere anche la mia modesta voce.
E' ovvio, comunque, che aiutare chi si trovi in difficoltà sia, sempre ed in ogni occasione, un aspetto positivo. Ci mancherebbe! 
E' inutile ribadirlo. Epperò, una sola considerazione mi sia concessa, dal mio modesto angolo visuale.
Considerando, infatti, lo stile di vita della stragrande maggioranza dei cittadini, dell'italiano in particolare, senza distinzione alcuna di ceto sociale, qualche dubbio, purtroppo, è lecito.
Si è detto che ci saranno controlli severissimi con pene, per chi farà il furbo, dai due ai sei anni di carcere. Tutto ciò è giustissimo, però, la difficoltà, mi sia concesso, è nel riuscire a stanare tutti i furbetti.
Il che, senza tema di smentite, appare una impresa ardua.
Nel nostro Paese, è superfluo negarlo, l'evasione fiscale ha raggiunto livelli indecorosi. Allora, siamo, veramente, convinti che l'idraulico, il falegname, l'operaio cui, ogni giorno, tutti noi facciamo ricorso, d'ora in poi, rilasceranno la ricevuta fiscale?
Suvvia, nei limiti del possibile, cerchiamo di guardare la realtà.
Possiamo essere ben convinti che, proprio questi lavoratori saranno quelli che, più degli altri, usufruiranno del reddito di cittadinanza.
La particolare professione di medico, nel corso di tanti anni, mi ha portato e ancora mi porta, ad essere a contatto con tanta gente e le esperienze raccolte, anche in questo settore, sono state molteplici.
Professionisti esenti dal pagamento del tiket sulle prestazioni sanitarie e famiglie monoreddito costrette a pagarlo e giù di lì, in un caravanserraglio che molte volte ha raggiunto l'indecenza.
Bene. I molteplici esempi che potrei addurre a conferma del mio asserito sono numerosi.
Giorni fa, mi è ritornata alla mente una particolare esperienza, ripeto fra le tante, vissuta anni or sono.
Quest'ultima rappresenta lo specchio del comportamento, fortunatamente non di tutti, dell'italiano tipo.
Agli  inizi della professione, frequentava, assiduamente, lo studio mio e di mia moglie, un giovane, padre di due figli. Non riusciva a trovare lavoro e, per vivere, si arrangiava in ogni modo, dedicandosi ad attività, le più variegate. Eravamo anche noi giovani medici e, puntualmente ogni volta, nel constatare il suo disagio, ci stringeva il cuore.
Ciò che rendeva tristi me e mia moglie era la consapevolezza che a nostro figlio, Giovanni, della stessa età di uno dei suoi, non mancava alcunché ed era circondato da premure, non solo nostre, ma anche di tutto il parentado.
Un giorno, lo sventurato paziente si presentò nello studio manifestando tutta la sua gioia in quanto, dopo aver tanto cercato, finalmente, era stato assunto quale bidello.
Aveva frequentato, a suo dire, la segreteria politica di Giovanni Zarro, all'epoca deputato in carica, il quale, dinanzi al caso sì umano, si era adoperato, con tutto se stesso, per trovargli una sistemazione.
Del resto, si sa molto bene che Giovanni Zarro, per onestà, preparazione ed umanità sia stato uno dei migliori deputati che, nel corso del tempo, il nostro territorio abbia avuto. Così, il problema, decisamente umano, finalmente, aveva, in ultimo, trovato una soluzione.
Il tempo di venti giorni ed il nostro bidello, in quel tempo venivano così chiamati questi operatori della scuola, iniziò il suo lavoro, cercato per anni, con una serie ininterrotta di certificati, frutto di patologie inesistenti, che si intervallavano solo con qualche giorno di ripresa lavorativa.
A nulla valsero le spiegazioni di mia moglie al fine di almeno limitare la richiesta, mentre io, per quel poco che potevo, cercavo di conciliare le parti. Un giorno, dinanzi all'ennesima ed ingiustificata richiesta, fu invitato a cambiare il medico di famiglia.
Invito che lui, puntualmente, seguì.
I familiari, rimasti  pazienti dello studio, lo sono ancora oggi, riferirono, poi, che, per proseguire la sua periodica assenza dal lavoro, si cimentò in un continuo passaggio da un medico ad un altro.
Sino a quando si ammalò veramente di cancro, morendo neanche cinquantenne.
L'episodio ricordato rappresenta l'italiano simbolo ma fortunatamente non unico.
Con cittadini del genere e ce ne sono, oggi, lo Stato dovrà cimentarsi nell'attribuzione giusta di un reddito mensile nei confronti di chi ne ha veramente bisogno.
Ai mesi che verranno, la risposta. Mi auguro di essere in errore. Ma, in tutta sincerità, non ci credo proprio.

comunicato n.119397




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