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Benevento, 14-01-2019 11:00 ____
Venerdi' prossimo, 18 gennaio appuntamento al Teatro Massimo con Leo Gullotta e lo spettacolo "Pensaci, Giacomino" di Luigi Pirandello
Lo spettacolo nasce in veste di novella del 1915 per poi avere la sua prima edizione teatrale, in lingua, nel 1917
Redazione
  

Venerdì prossimo, 18 gennaio, alle 20.45, appuntamento al Teatro Massimo di Benevento con Leo Gullotta e lo spettacolo "Pensaci, Giacomino" di Luigi Pirandello, lettura drammaturgica e regia di Fabio Grossi.
Nel cast: Liborio Natali, Rita Abela, Federica Bern, Valentina Gristina, Gaia Lo Vecchio, Marco Guglielmi, Valerio Santi e Sergio Mascherpa.
"Pensaci Giacomino - si legge nella nota inviata alla Stampa - nasce in veste di novella del 1915 per poi avere la sua prima edizione teatrale, in lingua, nel 1917.
Tutti i ragionamenti, i luoghi comuni, gli assiomi pirandelliani sono presenti in questa opera. Un testo di condanna, condanna di una società becera e ciarliera, dove il gioco della calunnia, del dissacro e del bigottismo e sempre pronto ad esibirsi.
La storia racconta di una fanciulla che rimasta incinta del suo giovane fidanzato non sa come poter portare avanti questa gravidanza, il professore Toti pensa di poterla aiutare chiedendola in moglie e potendola poi così autorizzare a vivere della sua pensione il giorno che lui non ci sarà più.
Naturalmente la società civile si rivolterà contro questa decisione anche a discapito della piccola creatura che nel frattempo è venuta al mondo.
Finale pirandelliano pieno di amara speranza, dove il giovane Giacomino prenderà coscienza del suo essere, del suo essere uomo, del suo essere padre e andrà via da quella casa che lo tiene prigioniero, per vivere la sua vita con il figlio e con la giovane madre.
Da qui, si desume quanto tutto questo possa svolgere il pensiero pirandelliano nei confronti di una società che allora era misogina opportunista e becera.
Racconta di uno Stato patrigno nei confronti dei propri cittadini soprattutto nei confronti della casta degli insegnanti, sottopagati e bistrattati.
Gran bella qualità del premio Nobel di Agrigento nel prevedere il futuro e come raccontava Giovan Battista Vico corsi e ricorsi storici, cioè nulla cambia nulla si trasforma: ancora oggi si veste dei soliti cenci, unti e bisunti. Una società quindi letta con la mostruosità di giganti opprimenti presenti determinanti dequalificanti".

comunicato n.119082




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