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Benevento, 23-04-2018 19:57 ____
In occasione del pareggio del Benevento con il Milan sognai per questa coraggiosa squadra, troppo ingenua e sguarnita per vedersela con le blasonate
Troppo presto per parlare, troppo poco per immaginare destini di gloria commenta Nunzia Campanelli, beneventana doc e con un marito e tre figli supertifosi. Ora e' tutto da rifare, tutto da reinventare...
Nostro servizio
  

Nunzia Campanelli, tifosa del Benevento Calcio, ci ha inviato una nota con cui, nel commentare l'impresa della squadra cittadina che si è imposta a San Siro contro il Milan, ha svolto una disamina dell'intera stagione della formazione giallorossa che, alla fine, è retrocessa in Serie B dopo un solo anno.
Di seguito ecco quanto scrive.
"Caro direttore, sono ancora io, una tifosa del Benevento che si fa viva nei momenti cruciali della squadra giallorossa.
Non potrei non esserlo, dal momento che sono una beneventana doc ed ho un marito e tre figli supertifosi.
Quattro mesi fa, in occasione del pareggio del Benevento con il Milan grazie ad un gol di testa e di cuore di Brignoli, sognai per questa coraggiosa squadra, troppo ingenua e sguarnita per vedersela con le squadre storiche e blasonate, la permanenza a pieno titolo in Serie A, come Cenerentola dopo il gran ballo alla corte del re.
Troppo presto per parlare, troppo poco per immaginare destini di gloria.
Domenica, dopo il miracolo del 21 aprile, sempre con il Milan, apprendo che calcoli matematici hanno condannato inesorabilmente il Benevento alla retrocessione in Serie B.
Tutto da rifare, tutto da reinventare per tentare di riacciuffare quello che l'aritmetica ci ha sottratto.
La prima reazione, prevedibilissima, è stata di rabbia: Avevamo avuto la fortuna e l’abilità di volare in Serie A, dopo un solo anno di permanenza in B.
Avremmo dovuto abbarbicarci a questa posizione, invece...
Il girone di andata è stato un susseguirsi di mortificanti sconfitte e cocenti delusioni, interrotto solo dal 2-2 col Milan e dalla vittoria sul Chievo.
Con De Zerbi, nonostante le alterne vicende, abbiamo potuto finalmente assistere a un gioco da Serie A, ferme restando alcune ingenuità da squadra non "scafata", relegata nel ruolo di scolaretta garbata ed obbediente.
Non è bastato, due più due fa quattro e la matematica ha presentato il conto: il Benevento retrocede in B.
Certo, l’inesperienza ci ha sfavorito e non poco.
Ma anche i Var, rivendicati e temuti al tempo stesso, ormai i veri arbitri delle partite, più reali degli arbitri in carne e ossa, sull'argomento ci sarebbe tanto da dire, non sono stati certamente generosi con noi.
Non abbiamo saputo cogliere l'occasione, dicevo, o meglio l'abbiamo afferrata, ma subito ci è scappata di mano: Si sa, il successo è più difficile da mantenere che da raggiungere.
Ma sono mancati diversi ingredienti perché questa matricola della Serie A potesse consolidare le sue radici.
Chiaramente la mia è un'analisi che ha poco, se non niente, di tecnico e specialistico, a rigore non è nemmeno un'analisi.
Si tratta piuttosto di impressioni, riflessioni, percezioni di una persona qualunque, non addetta ai lavori.
Parlavo di ingredienti: innanzitutto è mancata alla squadra quella fiducia incondizionata che è il motore primo per conseguire qualunque obiettivo; l'assenza di un leader carismatico, almeno nella prima fase del campionato, ha fatto il resto.
Ha contribuito ad  indebolire il Benevento la mancanza di compattezza interna a causa di continue immissioni di giocatori nuovi, comprati nel disperato tentativo di dotare la squadra di qualche deus ex machina.
Chissà quante volte, poi, i nostri calciatori si sono sentiti a disagio, come ospiti di Serie B nel gran galà delle squadre nobili, o come "vasi di terracotta in mezzo a vasi di ferro".
Poi, per dirla tutta, non avrebbe guastato un po' di scaltrezza unita ad una dose di sana "cattiveria" agonistica, condimenti necessari per dare alla squadra quella sapidità che l'avrebbe resa più temibile al cospetto delle antagoniste.
Ma è inopportuno, se non dannoso, in questo momento recriminare su quello che è accaduto, puntualizzare quel che non è stato fatto, considerare cosa si poteva fare; la storia, si sa, non si fa con i se e con i ma. Guardare indietro è utile solo a condizione che il passato sia di insegnamento per il futuro e di sprone per andare avanti.
Concludo questo mio intervento, ringraziando la società Benevento Calcio ed il presidente Oreste Vigorito per la meravigliosa avventura regalata ai tifosi; ad essi rivolgo un caloroso appello affinché continuino a sostenere il calcio sannita ai massimi livelli.
Anche se le regole calcistiche condannano i giallorossi alla retrocessione, non smetteremo mai di dare il nostro appoggio alla valorosa compagine di De Zerbi, perchè si riprenda quello che ha perso e che forse, in parte, le è stato sottratto.
Forza Stregoni e ad maiora!".

comunicato n.112172




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